Les Trocs: Raffaele Morra danzatore del celebre corpo di ballo, ce le racconta.

Les Ballets Trocadero de Montecarlo saranno solo martedì 16 febbraio 2016 al  Teatro Duse di Bologna!

Che importanza potrà avere il fatto che la Compagnia di danza più originale al mondo creata a New York (dove se no?) sia composta da soli uomini? Che importanza potrà avere se la più divertente crew sia composta da “signorini” che  in tutù e chignon vantano un repertorio vastissimo e registrano sempre il tutto esaurito, ovunque vadano? Che importanza potrà avere se le punte appartengono a “scarpette” con calzata numero 42 o forse più? Senza scordare che di danza classica e di grande livello stiamo comunque parlando? Ciò che conta è che a breve – finalmente! – saranno anche al Teatro Duse, per un esilarante spettacolo dove danza, satira, ironia, e grande abilità insieme verranno fuse in un solo grande spettacolare elemento, statene pure certi: Les Ballets Trocadero de Montecarlo, non vi deluderanno!

Sorta nel 1974 la Compagnia affettuosamente ribattezzata Les Trocs, ha in attivo un consistente numero di balletti che spaziano dal classico al contemporaneo, una formazione di tutto rispetto la loro essendo danzatori professionisti e in quanto tali ottimi atleti che hanno scelto di mettersi in gioco non tanto per gioco, visto che interpretare “le colleghe” non è certo una passeggiata: calarsi nei ruoli femminili, esprimendo grande abilità  abolendo comunque la farsa, ma adottando tutti i ruoli possibili e dall’alto delle loro punte per giunta! Les Trocs hanno un sicuro lasciapassare per una destinazione spettacolare che accontenta davvero tutti: sia gli incalliti della danza nonché ballettomani di tutto il mondo, sia il pubblico che non sa davvero cosa invece questa sia ma che ai loro spettacoli si diverte davvero tanto per non tralasciare la critica! Oltre all’aspetto tersicoreo esiste il valore aggiunto dell’attorialità nel proporsi come fanno Les Trocs; tutto questo richiede umorismo, grande ironia, atleticità, quel guizzo un po’ alla Fregoli visto il necessario trasformismo poiché il trucco nonché parrucco c’è e si vede!, non solo quindi saper danzare come “delle ballerine”, Les Trocs pur con i loro lineamenti un po’ marcati, devono mostrarsi come tali. Rapidi, energici, precisi anche nel non essere precisi, se occorre, spassosi sempre e con una grazia evidente, Les Trocs hanno un pubblico che li segue e che li ama, cosa chiedere di più? Io allora approfitto della cortesia di Raffaele Morra e della sua presenza in Italia alcuni giorni prima del debutto bolognese, per rivolgere a lui che è parte di questo corpo di ballo, alcune domande.

Siete degli straordinari danzatori in primis! Qual è il valore aggiunto fra tutti quanti che   implica la partecipazione a un corpo di ballo come il vostro: siete uomini che interpretano anche dei ruoli al femminile e quanti ruoli allo stesso tempo?!

Mamma mia! Ebbè… Partiamo dall’inizio: il fatto di essere una compagnia come la nostra… intanto: perché entrare a far parte di una compagnia come la nostra? Perché non ce ne sono altre che diano così tante soddisfazioni, proprio come stavamo dicendo il fatto di dover ballare ruoli che in teoria gli uomini non ballano, quindi io ho ampliato il mio repertorio quasi del 100%, ormai ho fatto tutti i ruoli maschili e femminili. Chi è un altro ragazzo che può dire di aver fatto tutti i ruoli maschili e femminili?

Nessuno. Nessuno. Nessuno!

Nessun altro che non sia un ballerino del Trocadero. Già questo è un buon vantaggio, in tutto partiamo subito dal presupposto che essendo uno spettacolo comunque divertente, comico, anche se fatto professionalmente richiede fatica e impegno, ci diverte anche! E’ vero che anche se io affronto la danza nel modo più professionale possibile e quindi cerco a tutti gli effetti di migliorare e di essere preciso, di essere un buon ballerino di danza classica sulla scena, ma è anche vero che devo fare ridere e devo divertirmi con me stesso, devo anche essere in grado anche di ridere di me stesso, perché se no, non potrei far parte di una compagnia come questa. Se io mi prendo troppo seriamente allora sono già un po’ svantaggiato rispetto al mio lavoro. C’è bisogno di essere in grado di mettersi in gioco anche fare apposta delle cose magari più comiche più “sbagliate” per far ridere e quindi accettare  l’idea di dire “non dovrei fare una cosa come dovrebbe essere fatta nella danza classica, però per uno scopo ben preciso” Quindi ci divertiamo tantissimo perché… un repertorio ampliato, molto divertente un pubblico che ci adora dappertutto, ci appaga anche da un punto di vista artistico, direi proprio che sono abbastanza!

Il paradiso sulla terra? 

Eh va bè non è proprio il paradiso!

Lo immagino: Tersicore è una dominatrice severa! 

Ah, sì sì: l’abbiamo visto anche al Festival di San Remo nella parodia di Carla Fracci di Virginia Raffaele quando dice: “la danza è sofferenza!” Che può essere anche vero, non nei livelli però  che l’ha presentata lei, comunque! C’è bisogno di tanto sacrificio e bisogna essere proprio testoni per poter diventare dei buoni ballerini, perché bisogna affrontare tante difficoltà, però come dicevo nel nostro caso comunque siamo  appagati, siamo molto contenti!

Avevo letto tempo fa una considerazione di Roberto Bolle sui danzatori, adesso secondo lui è  il momento della rivincita della danza al maschile: una volta il ballerino era in sostanza un porteur ma ora non più. Io  non so se stesse proprio pensando a Les Trocs, quando lui ha dichiarato questo. Voi in realtà state spaziando davvero a 360°, voi che  affrontate  entrambi i ruoli, calarsi nei panni di una donna, con le punte e altro,  come  vivete questo fatto? Siete bravissimi, a parte i piedi… non così arcuati come quelli di Alessandra Ferri, ma state facendo miracoli!

Innanzi tutto devo dire che abbiamo alcuni elementi che davvero hanno delle linee fisiche proprio delle gambe e dei piedi che anche dal punto di vista estetico sono anche molto belli i miei ad esempio non lo sono, non posso lamentarmi nel senso che non ho proprio le gambe storte, ho le gambe abbastanza dritte ho dei bei piedi…ma non ho l’arco di Alessandra Ferri come appunto dicevamo ma alcuni miei colleghi che effettivamente sono entrati da poco in compagnia, sì: hanno anche l’arco del piede come quelli di Alessandra Ferri! Davvero, al Trocadero ormai non possiamo neanche più dire che solo perché siamo uomini non abbiamo il fisico della ballerina, non è vero! Ma questo proprio nella danza si è creata questa cosa prima si guardava all’uomo in un modo diverso e mi avvicino  anche  a quello che diceva Roberto Bolle; il fisico del ballerino  è cambiato, nel ballerino maschio, ormai anche i ballerini maschi devono avere comunque delle linee molto più eleganti e anche avere i piedi più arcuati poi le gambe più…mentre prima il  ballerino doveva girare, saltare ed essere un buon partner, invece ora no! Deve essere anche elegante e bello, perché essendoci comunque  tanta concorrenza anche ormai nel mondo della danza maschile allora bisogna migliorare,  c’è più scelta anche  le scuole: più si hanno ragazzi con meno difficoltà fisiche e meglio è. Ora, solo per collegarmi… nei panni di una donna non mi sento diverso da com’ero prima, perché? Perché innanzitutto facendo anche molta danza contemporanea ci si solleva anche tra uomini, ci son tanti pas à deux nella danza contemporanea, dove gli uomini si sollevano quindi magari ci si solleva in un modo diverso rispetto alla danza classica, non è una presa contorta (…) come si fa nel Lago dei Cigni, io però ho fatto tante volte per dire Odette, non sento la differenza di dire “ora sono un uomo, ora sono una donna”,  io  sono io che ballo! Adesso devo fare questi passi c’è qualcuno che mi aiuta  per fare queste cose perché la coreografia lo richiede, a dire la verità,   tante volte mi ero stato chiesto: “come ti senti a metterti un tutù a metterti le punte?”  “Io non ho neanche il tempo, una volta che sono in scena davvero di pensare di avere un tutù” (…) Io ballo, faccio quello che devo fare tecnicamente, con la mia espressività o con la mia anima, quello che mi metto addosso non mi importa: non è l’abito che fa il monaco!

A proposito di espressività, ma voi ne avete da vendere! 

C’è chi ne ha di più per natura,  c’è chi ne ha di meno e chi invece deve imparare ad averla! Però lo spettacolo richiede molta espressività.

Ho visto anche vostre esibizioni più parodiche come   Il grand pas deux quattre nel quale vi ispirate a ballerine del passato come la Taglioni o la Grisi, quando io invece pensavo a danzatrici un po’ più attuali, è stato forse un taglio politically correct  del tipo “vediamo di non litigare con queste prime donne”, visto che siete bravissimi anche a mettere in risalto certi aspetti che sappiamo  esistere nell’ambiente della danza.

Non miriamo mai a ballerini, in quanto tali, ma al mondo della danza o all’idea, perché la Taglioni allora sì e la Fracci no?! E’ la prima ballerina con un’altra prima ballerina, sia la Taglioni che la Fracci, secondo noi, il comportamento l’hanno avuto uguale. Quando c’è la rivalità…questo è un mondo così! La rivalità quando è buona funziona, ci dev’essere un attimo di competizione per dover cercare di essere sempre migliori (…)  Chiunque siano le quattro prime ballerine sulle scena succede un po’  quello; io non voglio accusare nessuno, però di spunti ce ne danno molti!

Un’altra cosa che gioca a vostro favore è il repertorio, perché fate tutto e lo fate anche molto bene, pensavo alla vostra interpretazione della Morte del Cigno di Saint-Saëns, questo cigno che si spiuma e credo non sia semplice perché avete un punto di adesione al terreno minimo, stando sulle punte, ma tutte queste piume al suolo, non rendono il terreno sdrucciolevole?

Sì, io dico sempre che effettivamente se fossi una ballerina (e dovessi N.d.R.)  ballare fra le piume forse avrei dei problemi,  e io personalmente ballo sulle punte e pesto una piuma, forse si rompe prima la piuma! Sotto il mio peso…(Ridiamo)

Be’ ma mi sembrate comunque in forma!

Sì effettivamente è proprio una questione proprio di disegno coreografico: sulle piume ci si passa sopra poche volte, due volte di seguito però alla fine funziona! Non ho mai avuto grossi problemi.

Senta qual è il ruolo che a Lei Raffaele Morra piace di più interpretare, che Le dà più soddisfazione o che sente come più conquistato fra i mille da Lei interpretati?

Ecco, sono quattro ruoli diversi! Dipende da cosa mi chiede! Vediamone uno per uno: sicuramente quello che mi ha dato più soddisfazione perché l’ho ballato di più famoso del nostro repertorio e che tutti aspirano a fare…io sono stato fortunato perché l’ho fatto un miliardo di volte: Odette del Lago dei Cigni, non posso lamentarmi di averlo fatto poco! Ovviamente La Morte del Cigno ha un suo perché, mi ha dato la possibilità di partecipare a dei gala internazionali, se uno infatti pensa Trocadero, al giorno d’oggi si pensa alla Morte del Cigno, al divismo della Pavlova  e a queste  grandi ballerine, che erano sempre grandi ballerine anche quando andavano a casa…insomma risulta che se io faccio La Morte del Cigno, sono molto appagato!  Invece per quanto riguarda un altro ruolo meno frequentato perché ha un scenografia più importante e più difficile da trasportare è Giselle. Io ho fatto Giselle e mi ha dato subito soddisfazione  (…) è un ruolo che mi sento molto vicino, perché è un ruolo che non mi aspettavo  arrivasse! Insomma ci sono poi altri ruoli, come Raymonda perché io mi sento già Raymonda di mio! Se io dovessi definire che tipo di “ballerina” sono direi appunto Raymonda perché è elegante, aristocratica con personalità. Ho  ballato tantissimo, tanti ruoli, ho avuto molte possibilità da quelli più scherzosi a quelli più eleganti e più romantici o quelli più comici tipo La Fata delle Bambole dove faccio una bambolina…

Certo che far parte di una Compagnia come la vostra significa avere un curriculum davvero pieno!

Certamente bisogna poi vedere se un ballerino è interessato!

Ora Le chiederei essendo voi tutti uomini, fra di voi il discorso della rivalità, davvero non vi tocca?

Ovviamente la Compagnia ha degli alti e dei bassi ma in questo momento stiamo vivendo un momento d’oro in cui davvero tutti i ragazzi vanno molto d’accordo, sono molto uniti. Il mio direttore ha sempre insistito molto. per essere un buon ballerino bisogna sì essere un buon ballerino di danza classica (…)  bisogna essere soprattutto un giocatore di squadra! Noi non balliamo non  facciamo nulla… e neanche il Direttore quando decide chi ballerà cosa, non lo fa mai personalmente per dire “io voglio che tu faccia questo perché tu sei il migliore rispetto a…”, si (…) decide sempre quello che è il meglio per lo spettacolo, il meglio per la Compagnia, non è mai una cosa  personale.

Praticamente siete un vero corpo di ballo nel senso che siete  un unicum!

Non abbiamo una gerarchia nel senso che nella Compagnia non c’è una prima ballerina, lo siamo tutti così ci alterniamo è logico dipendendo dalle esperienze e dalle capacità.

 

 Informazioni e prenotazioni

Ufficio di biglietteria

Via Cartoleria, 42 Bologna

051 231836 – biglietteria@teatrodusebologna.it

Daniela Ferro

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