MILANO – Presentazione ufficiale il 24 ottobre alle 18.00 presso il Ridotto dei Palchi Arturo Toscanini del Teatro alla Scala del libro Incontro con la danza di Anna Maria Prina. La storica Direttrice della scuola di ballo del prestigioso teatro milanese si racconta in modo appassionato. Il volume edito da Gremese Editore è scritto in collaborazione con Francesco Borelli. L’incontro è preceduto da un’introduzione della scrittrice Paola Calvetti.
MyWhere ha letto con molto interesse il libro Incontro con la danza e ha avuto il privilegio di intervistare la Signora Anna Maria Prina e di scambiare con Lei impressioni e opinioni.
Leggendo il suo libro ho avuto la sensazione di avere una conversazione con Lei, tutto è così piacevolmente spontaneo ed è difficile immaginarla severa e rigida. Essere Direttrice e insegnante ha significato coltivare questa caratteristiche?
Come lascio intravedere nel libro, esistono come due persone perché diventando Direttrice e quindi insegnante a una giovane età ( per allora a 30 anni si era giovani ) ero un po’ sotto gli occhi di tutti. Qualcuno si era anche un po’ stupito e scandalizzato della mia nomina a Direttrice della scuola di ballo, magari non sapendo che io ero preparata a questo dato che avevo studiato tanto e con tanti sacrifici. Mi sono dovuta proprio rivestire di un ruolo. Devo dire che in qualche modo sono stata un’antesignana del femminismo. Io sono stata nominata Direttrice nel 1974 e ho combattuto dall’interno per affermare il mio valore. Nelle riunioni per decidere le programmazioni erano tutti uomini, io ero l’unica. All’inizio qualcuno faceva delle battute poi lentamente, con il mio aplomb ho conquistato la stima di tutti, ho confermato ai loro occhi le mie capacità.
Anche se poi nel balletto la figura femminile è sempre stata più rilevante …
Nell’800 la ballerina era LA BALLERINA, una figura mitica e l’uomo stava dietro e faceva da porteur. Chi ha sdoganato la danza maschile è stato Nureyev . E’ stato un innovatore perché lui ha garantito una certa dignità al ruolo maschile. I danzatori avevano, soprattutto nei balletti da lui coreografati, delle variazioni molto difficili. Ho lavorato molto con lui, non eravamo amici ma c’era molto rispetto. Ci conoscevamo bene, ci accomunava la stessa idea di lavorare tanto e bene. Ho avuto un ottimo rapporto proprio per questo. Per me da ballerina aveva creato il ruolo della fata dei Lillà per La Bella addormentata alla Scala nel 65 e poi da Direttrice preparavo i bambini per i balletti nello Schiaccianoci. Me li affidava, non li guardava neanche non riteneva ci fosse niente da aggiungere perché ero molto precisa. Quando ho visto il film biografico Il corvo bianco mi sono commossa.
Continuando con gli aggettivi nella prefazione Paola Calvetti la definisce lucida, attenta, generosa. Quale aggettivo vorrebbe aggiungere ?
Fragile questo è un aspetto che ho sempre cercato di non far vedere. C’era quindi la Direttrice tutta d’un pezzo che con un’occhiata faceva tremare tutti, però poi di fondo io ho sempre avuto questa fragilità. Per esempio ho dovuto imparare a dire di no, cosa non semplice per me. Naturalmente l’ho fatto sempre con grande coscienza.
Nel libro ci sono 4 interludi con temi diversi: la libertà, il confronto, la bellezza, l’amicizia. Rappresentano un po’ i cardini del Suo pensiero. Per ognuno di essi c’è una citazione o un riferimento culturale. Facciamo un gioco. Le propongo un’altra parola e Lei mi esporrà il suo pensiero. La parola è Arte.
Arte è tutto. Anche in una tavola ben apparecchiata c’è arte perché ci sono i colori, c’è armonia,. L’arte è un piccolo gesto, un inchino. Poi chiaramente esistono le arti maggiori che sono ( mi lasci mettere prima la danza che è sempre ultima) la danza, la musica, la pittura, la scultura. Non necessariamente separate. Ai primi del 900 quando furono fondati i ballets russes le scene venivano realizzate dai più grandi pittori del momento. Una cosa che non era mai successa prima, l’arte può anche essere messa insieme e convivere.
Mi ha colpito il fatto che per meglio assolvere il suo lavoro come Direttrice e insegnante si è anche sottoposta ad analisi, immagino cosa non comune in quegli anni. Anche in questo una pioniera.
Eh sì. Io volevo capirmi meglio, volevo essere una persona migliore, poter risolvere delle cose che inconsciamente mi facevano avere delle reazioni sbagliate . Questo lavoro di analisi mi ha fatto diventare poi anche un punto di riferimento per le famiglie che venivano da me a chiedere consigli, si consultavano con me.
Con questo libro pensa di aver raccontato tutta sé stessa oppure c’è qualcosa che vorrebbe ancora dire, far sapere …
Nel libro mancano tanti passaggi della mia vita, potrei forse scrivere un altro libro. L’ho scritto proprio con un’idea di lascito ai futuri ballerini e futuri maestriin modo che possa essere per loro un’ di ispirazione.
INCONTRO CON LA DANZA
Anna Maria Prina in collaborazione con Francesco Borelli
Prefazione: Paola Calvetti
Casa editrice: Gremese Editore
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