Michelangelo Buonarroti nasceva 548 anni fa

Michelangelo Buonarroti nasceva 548 anni fa

ITALIA – Per festeggiare il 548esimo anniversario della nascita di uno degli artisti ha segnato l’arte rinascimentale insieme a Leonardo Da Vinci e Raffaello, vi consigliamo un itinerario artistico dove poter ammirare da vicino le sue opere in Italia e all’estero.

Michelangelo Buonarroti ricopre indubbiamente e oggettivamente il simbolo dell’arte rinascimentale italiana che ha sgretolato i confini dello Stivale per espandersi in tutto il mondo.

Nei tanti anni di studio e scrupoloso lavoro, infatti lui stesso ha realizzato la bellezza di più di un centinaio di capolavori. Proprio per questo, a malincuore, non possiamo presentarvi nel dettaglio tutte le opere, ma ci limiteremo alle più conosciute da turisti e appassionati d’arte.

Ciò, però, non significa che non mancherà qualche piccola curiosità anche su aneddoti, statue, affreschi e quadri meno conosciuti dal pubblico.

Giudizio Universale 1541 - Michelangelo Buonarroti
Giudizio Universale 1541 – Michelangelo Buonarroti

Michelangelo Buonarroti: le origini di una leggenda culturale

Michelangelo nacque il 06 Marzo del 1475 a Caprese, piccola cittadina toscana di poco più di 1300 abitanti attuali. Il borgo, per l’esattezza, si trova in provincia di Arezzo ed è stato rinominato ufficialmente Caprese Michelangelo nel 1913 in suo onore.

La Toscana e in modo particolare Firenze, ha visto nei secoli la nascita e la crescita dei principali scrittori e artisti italiani, al punto che potremmo rinominarla Terra dell’Arte.

Oltre a Dante Alighieri e Michelangelo Buonarroti, infatti, anche Leonardo da Vinci e Raffaello Sanzio citati poco sopra hanno lavorato negli stessi luoghi, generando stima reciproca alternata a non pochi momenti di forte rivalità che sono rimasti nella storia.

Uno dei tanti aneddoti che contraddistingue il rapporto tra questi artisti è legato Raffaello, che a ventuno anni si trasferì a Firenze per studiare da vicino le tecniche innovative del maestro Michelangelo, nonostante l’astio tra i due non fosse mai mancato.

L’itinerario artistico di MyWhere sulle orme di Michelangelo Buonarroti

Michelangelo ha lavorato duramente fino a poco prima della sua morte a 89 anni, avvenuta a Roma il 18 febbraio 1564.

Negli anni ha viaggiato e vissuto principalmente in due città, che utilizzeremo per comodità nel suddividere le opere dell’itinerario in due parti distinte.

La prima fu Firenze (che ne segnò gli inizi) e la seconda invece fu Roma, colei che divenne la seconda dimora dell’artista grazie ai lavori commissionatogli dall’allora Papa Giulio II, con il quale ebbe da sempre un rapporto di amore-odio, tra litigate e riconoscimenti. Due musei a cielo aperto, insomma.

Ma iniziamo ora questo viaggio insieme nelle ville, nei musei, e nelle basiliche che ci regalano ancora oggi una meravigliosa vista ravvicinata sull’arte donataci da Michelangelo.

Attenzione: l’unica controindicazione di questo viaggio nella bellezza, è non esagerare se soffrite di Sindrome di Stendhal.

Giudizio Universale - Ingrandimento Dettaglio 1541 Michelangelo Buonarroti
Giudizio Universale – Ingrandimento Dettaglio 1541 Michelangelo Buonarroti

Prime tappe: le opere di un giovane Michelangelo Buonarroti nella sua amata Firenze

Possiamo dunque non iniziare dalla sua amata Terra?

E perchè quindi non proprio dalla sua prima casa…

Parliamo di Casa Buonarroti. Sita in Via Ghibellina, 70 a Firenze è una ricca casa museo dove gli esperti svolgono ricerche artistiche e vengono organizzate esperienze didattiche per le scolaresche.

Il direttore della Fondazione Casa Buonarroti, Alessandro Cecchi è un esperto d’arte e ricercatore d’archivi che ha dedicato la sua vita a mostri sacri come Masaccio e Michelangelo.

All’interno della casa-museo in stile barocco, visitabile su prenotazione, è possibile celebrare in tutto e per tutto il maestro del Rinascimento grazie a opere della sua gioventù come La Battaglia dei Centauri e la Madonna della Scala.

Trovate a questo link tutte le informazioni del sito ufficiale.

All’interno della nota Galleria dell’Accademia, insieme a decide e decine di capolavori, possiamo osservare nei dettagli la statua che rese Michelangelo l’artista che oggi tutti conosciamo.

E’ proprio lui, il David: una statua marmorea con basamento, databile tra il 1501 e il 1504, conosciuta in tutto il mondo come l’emblema della scultura internazionale per via della precisione nella realizzazione dei minimi dettagli, visibili solo dal vivo e a distanza ravvicinata (motivo in più per il quale vi consigliamo di correre ad acquistare il biglietto se ancora non avete potuto godere di questo incanto artistico).

Le Cappelle Medicee: commissionatogli da Leone X, Michelangelo lavorò a lungo in quelli che sono stati definiti come gli stancanti lavori come architetto e scultore per i sarcofagi per Lorenzo e Giuliano De Medici. Oggi sono riconosciute come museo statale della città di Firenze e si trovano all’Interno della Basilica di San Lorenzo in Piazza di Madonna degli Aldobrandini, n° 6.

Altre opere fiorentine

Passiamo ora al Tondo Doni. Si tratta di un lavoro meno conosciuto dal grande pubblico, ma non per questo privo di bellezza e tecnica artistica.

Il Tondo Doni, detto anche Sacra Famiglia, è un dipinto a tempera grassa che realizzò per un noto mercante di Firenze: Agnolo Doni.

Il nome dell’opera è dovuta sia alla sua forma (rotonda, appunto) che per il destinatario di cui porta il cognome. Oggi è conservato nella sua prestigiosa cornice originale all’interno della Galleria degli Uffizi.

Nonostante la sua morte sia avvenuta a Roma, la Tomba di Michelangelo oggi si trova a Firenze.

Il maestro è sepolto insieme ai principali artisti, scrittori e geni italiani del passato (come Ugo Foscolo e Galileo Galilei). Stiamo parlando proprio della fiorentina Basilica di Santa Croce.

Pensate che il monumento scultoreo funerario per la tomba di Michelangelo è stato realizzato con un tripudio di marmi policromi in cui spicca quello bianco di Carrara niente di meno che da Giorgio Vasari.

In questo frangente dobbiamo però ricordare che inizialmente la sua tomba aveva sede a Roma, nella Basilica dei SS. Apostoli e solo successivamente venne trasferita a Firenze.

David 1504
David 1504 Michelangelo Buonarroti Foto di MyWhere

Seconda tappa: la crescita, le commissioni e i capolavori romani perfettamente conservati

All’epoca ancora residente a Firenze, Michelangelo ebbe le sue prime commissioni anche in una seconda città che si rivelerà una seconda e tanto amata casa.

I primi viaggi dell’artista si concentrarono nella zona del Vaticano.

Qui iniziò con la realizzazione del monumento funebre per il Pontefice Giulio II, nominato Il Papa Guerriero.

Tra i due non corse buon sangue fin dai primi giorni e i lavori e i litigi proseguirono per anni, fino a quando Michelangelo non accettò di occuparsi personalmente dei lavori per la decorazione della Cappella Sistina, un’opera che oggi, insieme al David, attira ancora milioni di turisti da tutto il mondo ogni anno da più di 400 anni.

Michelangelo in questo periodo continuava i suoi assidui viaggi tra Firenze e Roma fino a quando decise di stabilirsi nel capoluogo laziale.

Ciò avvenne solo dopo i lavori per la realizzazione del Cristo della Minerva, un prezioso e sacro abbellimento per la Basilica di Santa Maria Sopra Minerva. Il Cristo è un’ imponente statua in marmo, alta più di 2 metri.

Durante la sua epoca romana, se così la possiamo definire, Michelangelo si dedicò principalmente alle opere a lui richieste dal Pontefice in quanto vincolato da contratto, ma non mancarono commissioni private, soprattutto per famiglie nobili di tutta Italia.

Il Cristo della Minerva è una di queste, richiesta però dal canonico della Basilica.

I capolavori romani di Michelangelo più conosociuti

Il Giudizio Universale: ennesima opera simbolo rinascimentale di Michelangelo.

Questo affresco del 1540 circa, decora ben 164.414 metri quadrati della parente retrostante all’altare della Cappella Sistina, oggi inserita nel percorso dei Musei Vaticani. 

L’opera ad oggi presenta delle piccole modifiche rispetto all’originale del 1540.

Nel 1565, infatti, poco dopo la morte di Michelangelo, iniziarono i lavori di restauro dovuti alla censura delle nudità presenti sull’affresco, coperte da semplici veli semi trasparenti e svolazzanti.

L’azzurro dominante sullo sfondo, il dettaglio de La Creazione di Adamo, ovvero i polpastrelli degli indici di Adamo e Dio che stanno per sfiorarsi congelando il tempo a quell’istante.

Queste sono le due caratteristiche che lo rendono immediatamente riconoscibile nell’immaginario comune ma siamo sicuri che gli ulteriori particolari che riuscirete a scorgere dal vivo vi rimarranno nel cuore per sempre.

Un’altra statua che non potete perdervi se vi trovate nella capitale è il Mosè: nota scultura in marmo, terminata nel 1515.

Anch’essa presenta i dettagli del corpo umano perfettamente scolpiti nel marmo. In modo particolate, la lunga barba che contraddistingue Mosé e i particolari dei muscoli delle braccia, tratteggiati con una delicatezza tale da rendere il tutto realistico e lasciare sgomento per l’incredulità della sua bellezza.

La sua creazione faceva parte delle prime sculture pensate per il completamento del progetto della tomba – mausoleo di Giulio II e poi inserita nel progetto finale quarant’anni dopo.

Mosè 1515
Mosè 1515 Michelangelo Buonarroti

Alcune opere incompiute e qualche curiosità

Tra le infinite opere di Michelangelo, sono state ritrovati alcuni lavori mai terminati.

Attenzione però, non si tratta di opere accantonate volutamente, quanto di una tecnica innovativa affinata dopo gli studi dei primi non-finiti di Donatello.

Michelangelo non ha terminato alcune delle sue opere in quanto riteneva l’incompiuto una libertà d’espressione molto profonda.

Si tratta di sculture in pietra, in cui  secondo lui l’opera era già presente e  faceva affiorare ciò che si celava al suo interno, scolpendone così solo una parte, con le figure che sembrano volutamente imprigionate nel materiale.

L’esempio maggiore è rappresentato da I Prigioni: una serie di 6 statue in pietra. Due di queste sono terminate ed esposte oggi al Museo del Louvre di Parigi.

Le altre quattro, invece, sono palesemente non-finite e poste a fianco de Il David nella Galleria dell’Accademia di Firenze.

Prima di giungere al termine del nostro viaggio nell’arte di Michelangelo, ci piacerebbe raccontarvi altre piccole curiosità sul maestro.

Quelli elencati precedentemente sono solo alcuni dei mille validi motivi per i quali questo artista poliedrico, ingegnere, scultore, pittore, architetto e anche poeta è studiato ancora oggi.

E non è un caso che giorno dopo giorno i critici d’arte e restauratori vengano alla scoperta di novità continue.

Se volete un esempio ancora più concreto di quanto la sua arte abbia influenzato l’Italia negli anni fino ad oggi, vi accontentiamo subito.

Pensate che attualmente, solo in Provincia di Palermo, ci sono ben 26 vie a lui intitolate.

In effetti, chi di noi non è mai passato in Via Buonarroti, indipendentemente da qualunque zona del nostro paese ci si trovi? A questi livelli solo Da Vinci e Giuseppe Verdi lo superano in termini di toponomastica.

… ed infine: le opere di Michelangelo Buonarroti conservate ed esposte all’estero

Concludiamo con l’orgoglio italiano all’estero. Se durante un soggiorno al di fuori dei nostri confini sentissimo la mancanza dell’Italia, possiamo avvalerci delle opere di Michelangelo presenti al National Gallery di Londra.

Qui potete ammirare una serie completa di bozzetti, Il Giovane Arciere e il cartone per il quadro Le Tentazioni di Sant’Antonio.

Al Metropolitan Museum di New York, invece, rimarrete incantati  dalla statua in marmo de il Cristo Risorto, oltre ai due lavori incompiuti visitabili oggi al Louvre di Parigi.

Per altre scoperte su questo Genio dell’Arte, vi consigliamo questo articolo sugli ultimi lavori di restauro di alcune sue opere.

Chiara Fogliati

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