Firenze – Era il 12 Febbraio 1951 quando Giovanni Battista Giorgini, il primo a intuire la potenzialità economica dell’artigianato italiano sui mercati internazionali, organizza presso Villa Torrigiani, la sua residenza, un evento volto appunto a valorizzare la moda nostrana. First Italian High Fashion Show riunisce moltissimi stilisti dell’epoca al cospetto di giornalisti e compratori statunitensi invitati appositamente per prender parte all’iniziativa. Dato il successo ottenuto, l’appuntamento viene successivamente spostato in uno dei luoghi più rappresentativi della città icona del Rinascimento, la Sala Bianca di Palazzo Pitti. Edizione dopo edizione, l’audience e le richieste di partecipazione si fanno così numerose da rendere necessario sfruttare anche alcuni degli spazi di Palazzo Strozzi. Pitti Uomo nasce ufficialmente nel 1972, in un periodo particolarmente prospero e fortunato per la moda italiana che vede fiorire l’indiscusso polo milanese. Appena 10 anni dopo il suo concepimento, Pitti Uomo si rende protagonista di un cambiamento radicale di prospettiva: nel 1982 la Sala Bianca viene definitivamente chiusa, lasciando che la Fortezza da Basso diventi la sede di riferimento principale delle varie manifestazioni fieristiche. Da questo momento in poi, Pitti Uomo vive un vero e proprio restyling in termini di organizzazione e comunicazione, le location vengono ripensate e l’internazionalizzazione valorizzata. Pitti Immagine, la società a cui Pitti Uomo fa capo, cura inoltre le varie declinazioni che la manifestazione ha portato con sé: Pitti Bimbo, Pitti Filati, Pitti W, Taste, Fragranze e Vintage Selection.
Pitti Uomo è oggi una sostanziosa boccata d’aria per una città come Firenze, che, per quanto mi riguarda, soffre della classica sindrome della città media: si accetta per quel che è e più di tanto non si espone. Nonostante si tratti di una delle mete artistiche mediamente più visitate e sia universalmente riconosciuta come simbolo del Rinascimento, è come se Firenze abbia paura a rinascere (nuovamente) davvero. Nella tre-giorni di Pitti Uomo, in effetti, tutto cambia: aria cosmopolita, mentalità avanguardista e libertà di espressione, perfettamente convogliate nella più grande fiera della vanità maschile. Uomini impeccabili popolano le vie del centro storico con fare spaventosamente elegante, mentre una schiera di foto-reporter senza nome (come me) aspetta che compiano il movimento perfetto per lo scatto perfetto.
Pitti Uomo 87, l’edizione in arrivo tra pochi giorni, inietterà, ne sono sicura, la solita beneaugurata dose di giovane positività. Lo dimostrano le scelte in materia di menswear guest designer e designer project: Marni il primo, Andrea Incontri il secondo. La maison guidata da Consuelo Castiglioni presenterà, infatti, la collezione A/I 2015/16 in anteprima per Pitti nella sera di Giovedì 15 Gennaio. La donna ha appunto dichiarato: “Pitti Uomo ha scelto da sempre l’avanguardia e la sperimentazione, che sono anche parte integrante del mio lavoro legato alla collezione uomo: interpretare i capisaldi del guardaroba maschile attraverso funzionalità e classicismo uniti a elementi contraddittori creando tocchi inaspettati”.
Come già anticipato, anche il giovane stilista Andrea Incontri esibirà la propria collezione per la prossima stagione A/I: abbigliamento e accessori dalle linee essenziali saranno al centro dell’attenzione, nel rispetto di un brand che ha fatto di questo elemento e della ricerca sui materiali la propria personale cifra stilistica. La performance avrà luogo nella cornice evocativa di Palazzo Corsini, simbolo storico e culturale della città di Firenze.
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