LOMBARDIA – L’artista La Chigi ha tradotto la sua poetica in opere d’arte indossabili. Sono nati così gioielli dal gusto pop e dall’anima ironica. Dal 23 marzo 2024 al 22 settembre 2024 al Museo del Bijou di Casalmaggiore, in provincia di Cremona.
L’arte di La Chigi è un crocevia di influenze: dadaismo, surrealismo e arte relazionale che conducono la sua ricerca a spingersi oltre l’aspetto estetico – formale dell’opera stessa, interrogandosi semmai sull’ambiguità del linguaggio e sul modo in cui questo crea connessioni.
Il suo interesse si concentra sui temi dell’identità, del genere e del rapporto tra uomo e ambiente progettando installazioni e ready-made che giocano sul filo dell’ironia grazie ad un linguaggio apparentemente leggero e pop, visibile soprattutto nella scelta di colori accesi e di forme stratificate.
Materiali di uso industriale e di recupero di ogni tipo, objets trouvés e frammenti di un tempo passato si incontrano nelle sue opere grazie alla tecnica dell’assemblaggio caratterizzata soprattutto dall’impiego di contenitori di ogni tipo: scatole, cassetti, contenitori rotondi o quadrati.
Tutti in scatola con il progetto Janas
Significativa a tal proposito la serie Janas composta da scatolette di pesce rettangolari e in alluminio il cui compito è raccontare veri e propri tableaux vivants mettendo in scena storie di ogni giorno. Le novanta opere del ciclo Janas nascono negli anni del covid e dei ripetuti lockdown (2020 – 2021) e sono – come afferma l’artista – “un’immensa Casa cosmica contenuta in potenza in ogni sogno di Casa, una Casa di case leggere aperte al vento di un altro tempo in cui si dispiegano in maniera fenomenologica sogni e ricordi. Una macro Casa per abitare l’universo, cura contro la claustrofobia e strumento di topo-analisi collettiva dalla geometria della realtà al sogno della rêverie di abitazioni.“
Veri e propri interstizi in cui si creano alternative di vita possibili.
Utilizzare oggetti quotidiani, riconoscibili ma decontestualizzati, è dunque per La Chigi una forma di linguaggio, un terapia, un respiro. Ogni materiale ha una trama da raccontare e lei ne esalta le potenzialità grazie a un processo creativo che sfida i limiti fisici degli oggetti ed il loro significato. Scompone e raffigura la realtà a partire da combinazioni inusuali e inaspettate dando forma ad un sistema di associazioni incontrollate senza censure fra immagini, cose, stili e materie.
L’avvicinamento al mondo dei gioielli
Il suo avvicinamento al mondo del gioiello è recente. Il desiderio di tradurre la sua poetica in opere d’arte indossabili è nato partecipando a bandi e concorsi dedicati, altresì grazie ad una curiosità verso le forme e i volumi dei monili. Non è raro infatti che gli artisti guardino al mondo del gioiello e che ci sia un incontro e una contaminazione costante fra le arti e una libera scelta del medium.
Ogni pezzo che La Chigi realizza non è solo un ornamento, ma una narrazione di emozioni e interazioni in cui l’aspetto tattile e materico diventa fondamentale.
Per lei l’arte è relazione e scambio con gli altri ed è questo il motore della sua ricerca artistica che si esprime attraverso la realizzazione di pezzi unici da indossare o facenti parte di una serie più ampia. Utilizza la grammatica del gioiello per esprimere concetti profondi, legami complessi e nuove visioni del mondo in cui invita a toccare, a conoscere e a entrare in contatto con gli altri attraverso le opere che indossiamo.
Riannodare il mondo al Museo del Bijou di Casalmaggiore
Emblematica la spilla Riannodare il mondo, esposta fino al 22 settembre 2024 al Museo del Bijou di Casalmaggiore per la collettiva Ridefinire il Gioiello, un oggetto che unisce e che diventa simbolo di relazioni: legami familiari, amicizie, rapporti romantici o tossici, professionali o di comunità. È importante costruire e mantenere relazioni sane per il benessere delle persone, come ci ha dimostrato il periodo del COVID-19 durante il quale i ripetuti lockdown hanno interrotto e messo a dura prova molti rapporti sociali.
Riannodare le relazioni è il desiderio celato nella spilla pop di La Chigi, la resina epossidica avviluppa dentro di sé piccoli esseri umani per invitarli a ritrovarsi, il nodo però non si stringe completamente, rimane a loro la decisione di incontrarsi o meno. Una resina che unisce esistenze e le cristallizza, le contiene all’interno di una miscela lucida e opaca, così come avviene in quei fossili fatti di resina, noti comunemente come “Ambra”, creando un’istantanea di vita. Il tempo si ferma, il nodo non è chiuso del tutto, ritorneremo a legarci?
Una spilla versatile, da indossare su diversi capi e posizionare in punti strategici, la cui dimensione ridotta suscita curiosità e invita chi la osserva a toccarla, creando così un’opportunità per interagire e comunicare.
Just a Heart: un cuore fra le mani
Materiali poveri anche nel gioiello ironico e dal tocco surrealista della collana Just a heart (1/3 di The Island is here) che condensa molteplici significati culturali e sentimentali ricreando la simbologia del claddagh ring, il famoso anello di fidanzamento irlandese. Uno strumento “prezioso” di “ecologia sentimentale” e di possibile incontro con l’altro laddove il cuore sembra essere offerto dalle mani che sono idealmente quelle di chi lo indossa.
La collana di La Chigi non deve per forza essere indossata, non si affatica a ricercare l’armonia e la bellezza che ostenta una collana del Rinascimento o del Barocco, bensì la rifugge mettendo insieme tanti elementi eterogenei. In fondo la nostra vita contemporanea non è un insieme di frammenti?
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