ITALIA – I gioielli sostenibili di Elisa Lanna sono realizzati da scarti ed oggetti perduti, elementi poveri, lattine e plastica. Vediamo come diventano gioielli unici e originali.

Scarti ed oggetti perduti, elementi poveri, lattine e plastica di ogni genere e colore sono i materiali preziosi di Elisa Lanna che, attraverso il saper fare artistico, diventano gioielli sostenibili, unici e originali.
L’assemblaggio e l’accostamento di rimanenze differenti vanno a formare eleganti collane, delicati orecchini pendenti ed esuberanti spille. Lanna progetta sculture dalle dimensioni contenute in cui ogni dettaglio acquista significato, inserendosi in un diverso sistema valoriale laddove lo scarto e il periferico sono trasfigurati e riportati a nuova vita diventando fogge e forme impensabili. Lo studio meticoloso e attento dei materiali permette all’autrice di trasformarli in altro senza che questi siano da subito riconoscibili ed individuabili.

La colorata e morbida plastica incontra la struttura lineare dell’alluminio

Sottili e flessuosi filamenti di plastica colorata dialogano con fondi di lattina dalle forme geometriche ed essenziali (Focus, La Terra dei Fuochi), plastiche vetrificate diventano petali delicati di fiori immaginari dalle calde o fredde tonalità (PET di fiori, Double flower, Un mare di fiori, etc..). L’informe e il caos materico della plastica si incontrano con la forma resistente e rigorosa dell’alluminio (collezione Cans to wear).

E ancora, esili tubicini, materiali usati nella micro irrigazione, vanno a comporre strutture regolari dalla conformazione lineare e semplice il cui gioco cromatico è dato da piccoli riccioli di lattina in esso contenuti (collezione Tu bì or not tu bì). Tra le sue creazioni anche una piccola spilla (Irlanda a tutto tondo) in cui racchiude un suggestivo microcosmo, quello del paesaggio irlandese. Un materiale povero, come il fondo di una lattina, diventa una preziosa spilla che ci racconta il panorama di quest’isola attraverso una visione a tutto tondo: dal mare sino ai verdi prati passando per i profili architettonici delle case irlandesi dai mattoncini e dalle porte colorate. L’artista ci regala un monile che è la sintesi finale di un processo estetico preciso e minuzioso.

Fare gioielli per Elisa Lanna significa esplorare la leggerezza della latta mediante l’uso di una piccola fresa a mano che le permette di curare ogni particolare, altresì di sperimentare la consistenza della plastica attraverso il calore di una fiamma che surriscalda e fonde la sua superficie, modellandola in onde armoniose dai contorni indefiniti e sempre differenti.

L’amore verso l’Alta Moda e l’ambiente

Lanna gioca con la fantasia, grazie a trasparenze, riflessi e colori costruisce gioielli immaginari che richiamano e si ispirano agli abiti di Alta Moda con i suoi pattern e i suoi stili. Una pratica artistica che affonda le radici nella sua infanzia passata nell’atelier della madre, luogo in cui è nata la sua passione primigenia per la grammatica visiva della moda; altresì sollecitata da una particolare sensibilità verso l’ambiente che la porta a progettare monili il cui fine è promuovere uno stile di vita eco-sostenibile e una moda prima di tutto etica.

Gli scarti ispirano la sua ricerca, le forme conducono l’artista in un viaggio di sperimentazione la cui meta è la realizzazione di un gioiello capace di comunicare e trasmettere un significato. Ecco che questa esigenza la porta spesso a creare ornamenti che contengono messaggi preziosi e di denuncia come nei progetti: La Terra dei fuochi, Come pesci fuori d’acqua, Riscaldamento globale, Agitare prima dell’uso, Il bello della differenza e LINFA vitale. Questi gioielli, all’apparenza giocosi e ironici nella forma e nei colori, contengono in realtà significati sottesi e diventano pretesto per raccontare problemi attuali e sociali.

Maggiori informazioni nel sito Elisa Lanna 

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Sonia Catena

Viaggiatrice accanita e affamata di moda, arte e design, mi sposto costantemente sulla penisola italiana dal 2004, anno in cui dopo la maturità decisi di trasferirmi a Rimini e poi a Bologna per  l’Università. Con una laurea in moda e una specialistica in arte contemporanea amo creare delle interconnessioni fra queste discipline per organizzare eventi culturali a Milano. La tesi in semiotica mi ha insegnato a guardare il mondo con un’altra prospettiva e da lì è nato il mio progetto Ridefinire il Gioiello.  Affianco all’attività di curatela quella di addetta stampa, comunicazione e docenza (LABA di Rimini, “Fashion Writing”  IED – Firenze). La mia parola d’ordine? Scoprire sempre qualcosa di nuovo, ridefinire un sistema e rivoluzionarlo. Ho un’insaziabile bisogno di libertà d’espressione e di uscire dai tracciati tradizionali per organizzare costantemente nuovi eventi e progetti. Amo viaggiare di paese in paese e spaziare con la mente, chi mi conosce ha quasi paura quando dico “mi è venuta un’idea!”. Chiusa in ufficio o fare un lavoro di routine mi rende una mina vagante, mi sento una libera professionista sino al midollo, una ricchezza che mi permette di avere continuamente stimoli e idee. Il treno è la mia seconda casa, la prima non lo so ancora se a Milano, Bologna, Rimini, Firenze o Roma. La frase che mi rappresenta? “Le mine vaganti servono a portare il disordine, a prendere le cose e a metterle in posti dove nessuno voleva farcele stare, a scombinare tutto, a cambiare piani” dal film Mine Vaganti di Ferzan Özpetek.

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