Welcome to the Psychiatric Circus, il manicomio del terrore

Un evento terrificante e divertentissimo con un cast internazionale di alto livello

Ci addentriamo nello Psychiatric Circus, uno spettacolo teatrale terrorizzante  e divertentissimo con un cast internazionale di alto livello

Tutti noi siamo pazzi e dietro coloro che sono giudicati pazzi, spesso si celano le persone più geniali. Sottile è il confine tra sani e malati e spesso non è neanche così netto. Il manicomio del terrore dopo aver intrattenuto per più di 20 giorni il pubblico bolognese ha chiuso i suoi battenti e si è trasferito con la sua folla di pazzi a Rovigo dove rimarrà fino al 17 Aprile.

Noi di MyWhere non potevamo perderci questo spettacolo geniale e dissacrante e così ci siamo avventurati tra le attrazioni dello Psychiatric Circus. Un tendone gigantesco, bianco striato di rosso e con il simbolo della croce rossa, campeggiava imponente al Parco Nord. Già durante la fila alla biglietteria noi spettatori siamo stati “importunati”da alcuni artisti che correvano e urlavano preparandoci a quello che sarebbe successo all’interno. Una volta varcato l’ingresso eccoci all’interno del manicomio: un’ ambientazione scioccante tra celle chiuse da sbarre dietro le quali si intravedono lettini d’ospedale e volti contorti dal dolore. Scene forti ma che anticipano il senso di questa originale spettacolo circense a metà tra teatro e circo che vuole abbattere la distanza tra pubblico e pista. Camminando all’interno ci imbattiamo negli abitanti della clinica che cercano di stabilire un contatto con noi mentre ci invitano a prendere posto nel tendone successivo.

La storia e ambientata negli anni cinquanta nel manicomio cattolico di Bergen gestito da Padre Josef dottore e direttore della struttura e dalle fedeli suore. Un personaggio dall’aria inquietante, un dittatore incastrato nelle storie e nella follia dei suoi pazienti. L’intento, è quello di mostrare un luogo in cui il senso delle cose è totalmente capovolto e dove la pazzia si trasforma in genialità.

Il pubblico è coinvolto minuto dopo minuto mentre Padre Josef, li sollecita, con toni perentori, alla ferrea obbedienza delle regole del luogo, gioca con le menti degli spettatori e conduce lo spettacolo con severità ma lasciando anche qualche attimo di respiro per stemperare la tensione opprimente. La mente vaga e ci domandiamo come sia possibile che tutto ciò che viene rappresentato fosse in passato la dura realtà per le persone affette da problemi psichici. Vicino a lui ci sono Maurizio, torinese doc e grande improvvisatore, suoi la maggioranza dei momenti comici dello spettacolo e di interazione con il pubblico, insieme al suo amico invisibile Giovanni e tanti altri personaggi,  ognuno con una storia diversa che impariamo a conoscere durante lo show.

Da questo momento in poi un folto gruppo di artisti dalle doti eccezionali si muove sulla scena . Dal domatore di leoni pazzo che si crede esso stesso un leone e s’inerpica su una piramide di sedie, al malato dallo sguardo perso che trasforma la sua follia in un vorticoso girare di biglie creando uno spettacolare numero di giocoleria, alla malata che danza con le sue bambole. Qua e là alcuni spettatori vengono scelti tra il pubblico e trasformati in nuovi internati, tra le risate di sollievo di chi è rimasto tranquillamente al proprio posto. Il primo tempo si chiude con un numero acrobatico in aria che si trasforma in contorsionismo acquatico con un finale tragico.

Uno spettacolo a tinte forti (è vietato ai minori di 14 anni) con numeri tecnicamente complessi, ma costruiti sempre con una doppia valenza cioè rappresentare la realtà in chiave ironica ma creando anche diversi spunti di riflessione. Giochi di incastri tra acrobatica aerea e al suolo, contorsionismo e comicità per regalare agli spettatori risate e divertimento dove il batticuore è assicurato. Solo il finale vale il costo del biglietto, un numero originale e terrificante realizzato da una suora posseduta dal demonio ma che non sveleremo per lasciarvi il gusto della sorpresa. Colonna sonora principale dello show è Dominique» il brano che accompagna l’ ingresso e l’ uscita degli spettatori, sigla di «American horror story», la serie televisiva a cui «Psychiatric Circus» s’ispira. Al temine dello spettacolo ritorniamo nel primo tendone dove ci attendono tutti gli artisti pronti a farsi fotografare con noi e a scattare loro stessi selfie divertenti e allo stesso tempo spaventosi.

Per saperne di più cliccate sul sito dello Psychiatric Circus:  http://www.psychiatricircus.com/

Psychiatric Circus

Sara Di Paola

Leave a Reply

Your email address will not be published.