Queen at the Opera, lo show

Un grandissimo tributo ai Queen e alla loro meravigliosa musica  nello spettacolo Queen at the Opera, offerto ieri sera agli spettatori dellEuropAuditorium di Bologna.
Oltre due ore di ottima musica magistralmente eseguita dai quaranta elementi dell’orchestra diretta dal M.° Aldo Perris e la partecipazione del chitarrista Federico Poggipollini.
La partitura è stata ritoccata con abilità,  allargata  e resa idonea visto il considerevole organico, secondo gli arrangiamenti di Giacomo Vitullo.
La collaborazione di artisti quali Thomas James, Mark Clayton, e il M.° Giampaolo Ghiani  ha saputo restituire un’ottima confezione per una struttura musicale davvero robusta.
Sì, Queen at the Opera ci è piaciuto davvero  tanto, ma non eravamo i soli a pensarla così, visto il tripudio del teatro pieno poiché Queen at the Opera raccorda un insieme di elementi acustici e visivi, regalando un grande show.
Un tributo alla grande band inglese che davvero mancava. Queen at the Opera è in grado di gratificare l’occhio e l’orecchio insieme, per via di spettacolari proiezioni video  in un dispiego di visual art davvero consistente, creato ad hoc a commento dei brani presentati.
Due ore tutte di filata dove con energia e generosità Federica Buda, Luca Marconi, Roberta Orrù e Jordan Trey si sono spesi su quel palco o “altrove”, data la propensione al movimento da parte di questi quattro energici e bravissimi cantanti.
Il loro celere spostarsi in lungo e in largo per le navate di Sala Cagli ha animato e coinvolto ancora di più un pubblico già propenso a lasciarsi andare. I cantanti hanno saputo regalare con intelligenza -poiché hanno cantato secondo “loro stessi” evitando di emulare gli “originali”- ma al tempo stesso sfoderando  grinta e spiegando le loro belle voci, con l’abilità dovuta per omaggiare come meritava il repertorio.
Giochi di luci, frequenti i cambi d’abito, dove il rosso e il nero costituivano le cromie prevalenti, hanno tenuto desto lo sguardo che in nessun modo avrebbe potuto sopirsi dato il sound poderoso dei musicisti.
Una lunga carrellata che ha toccato tutti i brani più celebri e acclamati eseguiti con grande bravura:   da We are the Champions, Bohemian Rhapsody solo per citarne alcuni, fino a Barcelona magistralmente presentata da Jordan Trey e Roberta Orrù impegnata nella parte che era già stata del soprano spagnolo Montserrat Caballé.
Quattro bravi solisti – perché è ciò che sono – uniti per l’occasione per offrire un tributo alla musica più esaltante scritta da Freddy Mercury, Brian May, Roger Taylor e John Deacon.

Bravi!

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Daniela Ferro

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