Cats: let the memory live again!

Cats: let the memory live again!

Anticipazioni sul musical dei musicals che sarà dal 17 al 20 marzo.

Presenziamo alla conferenza stampa organizzata dall’EuropAuditorium di Bologna, dove accanto al Direttore Artistico del Teatro Filippo Vernassa, ci sono anche Lucia Alberghini la Presidente dell’Unipol Arena,  Matteo Mantovanelli della Bags Live e Project Manager di Cats, Greg Castiglioni, Anita Louise Combe e Mark Krzan componenti del cast,  poiché dal 17 al 20 marzo sarà  in scena ospite dell’Unipol Arena il musical dei musicals: Cats, questa volta arricchito di alcuni songs e con alcune varianti rispetto l’impianto originale. Nato dal felice connubio fra tre eccellenze in campi diversi divenuti nel musical stesso giocoforza complementari: il poeta T. S. Eliot, premio Nobel per la letteratura con la sua raccolta di versi The Old Possum Practical Cat, l’intuito musicale del compositore inglese Andrew Lloyd Webber e la superba coreografia di Gillian Lynne hanno reso possibile l’incanto attraverso questa spettacolare creazione. Vincendo premi, riconoscimenti, polverizzando records: con oltre 9000 repliche, 115. 000.000 di sterline di incassi  solo in Gran Bretagna, come sottolinea Filippo Vernassa, “Cats è il musical più longevo, più visto, che ha incassato di più” insomma detta in tre parole è “il musical più” ma soprattutto gode di una riconoscenza più che ambita oltreché meritata: una straordinaria popolarità mai messa in discussione.

Cats andò in scena al New London Theater, nel West End cuore del teatro londinese, nel 1981, la regia allora venne affidata a Trevor Nunn; l’anno seguente invece fece la sua comparsa anche a Broadway presso il Winter Theatre e là su quegli spalti vi rimase ininterrottamente fino al 10 settembre 2000! Un long running che non ha temuto concorrenza per quasi un ventennio. Ma come mai tutto ciò è stato possibile, se è vero che viviamo in un’epoca che ha poca memoria e consuma tutto in fretta? Intanto bisogna dire che è uno spettacolo alquanto vario, divertente, con personaggi così rappresentativi anche del genere umano, ma esigente sotto tutti i profili: si chiede ai protagonisti di saper ballare, cantare, recitare, peculiarità ascritta di norma  al genere musical, non c’è dubbio! In Cats però non basta “saper ballare”, gli attori devono subire una “catification” quasi totale assumendo le sembianze, un’ora di trucco che ogni artista effettua da sé  (anche il trucco si aggiudica qualche primato visti i quantitativi esosi di make up richiesti: non per niente l’otto percento delle entrate dei costi della produzione viene lasciato in profumeria!) le movenze attente e studiatissime imposte dalla coreografa assai esigente, lei stessa, Gillian Lynne, è stata parte attiva all’interno del cast della prima edizione; l’energia spaventosa poiché sono continuamente in movimento, impegnati in danze e acrobazie dopotutto sono gatti!, e il canto, essendo i recitativi quasi inesistenti, ballare e cantare insieme a  quel ritmo incalzante – specie nelle tante scene corali – se aggiungiamo che i protagonisti stanno in scena dall’inizio alla fine, capiamo bene perché l’opera sia davvero molto faticosa e perché le selezioni per prendere parte al cast siano onestamente spietate. All’interno di tutto questo, va notato come anche la musica sia assolutamente trascinante, indelebile come alcune melodie diventate un po’ la bandiera o l’highlight dell’intera opera, fra le quali  Memory, un song che vanta oltre  centocinquanta diversi interpreti a proporla negli anni.

“Nel 2013” è ancora Filippo Vernassa che riferisce “il team originale si è riunito insieme al regista Nunn, la regista associata Gillian Lynn, Sir Andrew Lloyd Webber per rimettere mano al musical” arricchendo così il plot con nuovi testi ed altrettanti elementi ecco perché lui lo definisce “l’evento nell’evento”.

La versione che vedremo di Cats  darà poi il via al tour europeo, consiste questa in un impegnativo allestimento, occorrono oltre i due giorni per montarlo, lo spazio richiesto è imponente al punto da decretare l’Unipol Arena – una fra le cinque arene più grandi in Europa – la sola a tollerare la portata dell’evento.

Riguardo la trama resta  “quasi” invariata, rispetto l’originale. Va per chiarezza ammesso che il testo dal quale è attinto Cats, The Old  Possum Practical Cats, riporta tutte le poesie nei brani musicati, ma Sir Andrew ne ha conferito la struttura narrativa grazie a Grizabella,   figura assente nella raccolta originale. Grizabella è la gatta resa in quest’ultima versione ancora più glamour, lei che ha “un passato” e in quanto tale  è messa da parte dalla comunità dei Jellicle Cats è la figura chiave attorno cui ruota tutta la faccenda, il suo è  un personaggio in cerca di “redemption” come ha detto l’interprete, la cantante Anita Louise Combe che al  personaggio presta voce e immagine, insistendo poi su come si superi il ridicolo di un costume e di un trucco “gattoso” abbracciandone una immedesimazione totale in grado di impegnare l’artista all’interno di questa complessa “metamorfosi” felina. Altri personaggi subiscono ancora un restyling come nel caso di Rum Tum Tiger, un ex cattivo, il gatto dedito al rock and roll nella precedente versione, ora è diventato un rapper;  la danza ancora ha subito ulteriori varianti, una coreografia sempre precisa e ragionatissima al limite del meticoloso, dove nulla è stato lasciato al caso: il minimo movimento, ogni espressione, ogni elemento ha in sé una storia.

Luci, colori, scenari, stupendi costumi fanno tutto il resto rendondo ancor più eclatante lo spettacolo, leggo sul booklet cosa  al riguardo dice  Gillian Lynn “quando vedo il nostro cast cantare e ballare, il mio orgoglio tribale mi fa quasi esplodere: perché mi emoziona tanto che il mio lavoro originale di trentaquattro anni fa resti ancora così fresco e vivace”

Cats uno dei primi musical totalmente danzati, è  piuttosto trasversale a ogni fascia di età: si parte da un testo originariamente dedicato all’infanzia che però viene rimesso in moto e adattato, si può dire, per un pubblico certamente adulto, è un po’ una favola metropolitana e come tale si presta a più letture, noi vediamo dei gatti ma le caratteristiche l’indole e il sentire è totalmente antropomorfico.

Concludiamo ancora con le parole della straordinaria coreografa che pochi giorni fa ha spento le novanta candeline: “vogliamo prenderci cura di questi gatti, questo è il nostro scopo, mentre rinfreschiamo questo spettacolo per una nuova generazione”. Dal canto nostro non possiamo che  unirci anche noi alla speranza di Gillian Lynn certi  che questo sia possibile, dopotutto i gatti hanno nove vite!

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Torino – Teatro Regio – dal 25 al 28 febbraio 2016

Milano – Teatro degli Arcimboldi – dal 2 al 6 marzo 2016

Bari – Teatro Petruzzelli – dal 10 al 13 marzo 2016

Bologna – Unipol Arena – dal 17 al 20 marzo 2016

Daniela Ferro

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