NAPOLI – L‘8 e il 9 giugno, il celebre musicista polistrumentale Aluei allo Strit Festival di Napoli. La rassegna artistica che invade le vie del centro storico con musica e silenzio.
Strit, come “stretto” in napoletano. Oppure strit come il suono fonetico di street, che è strada in inglese. Strada stretta, quindi. Vicoli. Meglio ancora, vicarielli, per dirla in dialetto. Lo Strit Festival è il festival della strada, è la musica che scende in strada e si mischia tra la gente, con la gente.
Dal 1999 al 2007, ha contato oltre duemila artisti di calibro internazionale e un milione di spettatori, creando un ponte tra l’arte, in ogni sua espressione, e la città, in una interazione fisica, culturale ed emotiva di grande spettacolarità.
Quest’anno, la decima edizione dello Strit Festival sarà dedicata al silenzio. Una scelta originale, coraggiosa, giacché tanto Napoli quanto la rassegna musicale sono note per i suoni festosi, certe volte chiassosi. Lo dice pure Erri De Luca ne “La doppia vita dei numeri”: “Vengo da una città che suona a orecchio. Napoli è ammuìna. Non è voce solo dialettale, esiste in italiano «ammoinare», fare moine. Napoli è ammuìna di voci e di conversazioni che si svolgono contemporaneamente e il cittadino sa di partecipare a tutte quelle intorno”.
L’idea è quella di celebrare il Funerale delle parole. Può sembrare un paradosso, una illogicità, ma non lo è se si pensa che, in tempi recenti, il loro utilizzo inflazionato, spesso sconsiderato, le ha svuotate di senso, privandole del potere d’impatto e della forza che generalmente le accompagna.
Sono perciò previsti mimi e compagnie mute, privilegiando artisti del gesto e non della parola, fatta eccezione per la poesia e la favola, che ancora preservano la sacralità del lemma, e la musica naturalmente, che non ha bisogno di parole. La cerimonia funebre sarà rappresentata attraverso installazioni urbane per mezzo delle quali i cittadini inciamperanno, metaforicamente, nelle parole tradite, lese, spezzate.
La rassegna prevede circa 20 spettacoli al giorno, in diverse fasce orarie, che si ripeteranno più volte durante il Festival, lungo tutto il percorso che va da piazza Dante a Piazza Bellini, passando per Port’alba e allungandosi fino al Cortile dell’Accademia di Belle Arti.
Tra gli artisti presenti, il Napoli Strit Festival ospiterà la musica di Louis Siciliano, noto anche con lo pseudonimo di Aluei, compositore e polistrumentista italiano, autore di colonne sonore e di canzoni.
“Quando Ettore De Lorenzo mi ha chiamato mesi fa per chiedermi, dopo 18 anni, di ritornare al Napoli Strit Festival, per me è stata una gioia incontenibile. Dovete sapere che, alla prima edizione di questo meraviglioso evento culturale ed umano – perché è in primis l’Umanità a farla da padrona da queste parti – il sottoscritto sonificò in Surround 5.1 – con un lavoro sospeso tra suoni di terra, di aria, di fuoco e di acqua unito a un gioco di luci pioneristico per l’epoca – l’intero chiostro di Santa Maria la Nova, nel cuore di Napoli, vicino alla casa delle zie di Pino.
La mia carriera non era nemmeno partita a quel tempo ed Ettore mi diede piena fiducia. Anzi, fu totalmente entusiasta. Si dice che Beethoven, Bruckner perpetrassero lo stesso paradigma di base nelle loro Sinfonie. Ebbene, da sempre cerco di sintetizzare, nei miei quadri sonori, l’Oriente con l’Occidente, i suoni della Natura con i canti delle varie tradizioni spirituali del mondo, l’elettronica e la sperimentazione sonora con un’idea di performance che viene da Joe Coltrane e Wayne Shorter e le musiche delle civiltà primitive, Pigmei in primis, ma anche tecniche di canto armoniche tuvane e della tradizione tantrica che vengono diluite nelle sonorità dei Synth modulari e tratteggiati dal suono della mia tromba” dice Aluei.
E poi continua: “Oggi viviamo un grande momento di trasformazione e, dal mio punto di vista, di grandi opportunità, di crescita e di evoluzione e questo evento vuole catalizzare le energie più belle e propulsive della realtà che ci circonda. Ricordiamoci che sono i pensieri a costruire la realtà e che il buio chiama buio.
La bellezza, come l’amicizia, come il rispetto, l’apertura del cuore per gli artisti, e non solo per il sottoscritto, sono valori fondamentali. Il mondo ha bisogno di Arte vera. Siamo stufi di strategie di marketing e di fregature mediatiche. Credo che Napoli sia una capitale culturale di livello mondiale. L’ARTE e la BELLEZZA sono la sua vera vocazione, unita a quella proverbiale ironia e profonda intelligenza. Nel mondo, ancora oggi, Napoli rappresenta l’Italia. Quando dico alla gente che sono napoletano, s’illuminano. Davanti al Gange, in India, stavamo suonando con i più grandi musicisti di Varanasi. A un certo punto, iniziai a cantare un mio brano in napoletano. In quel momento, vidi la faccia di tutti i musicisti estasiata. A fine performance mi chiesero che cosa avessi cantato, io risposi che era la Lingua (non il dialetto) della mia Terra: la Terra del Vesuvio”.
“L’8 e il 9 Giugno, alle 17.30, al Napoli Strit Festival, ci saranno due anteprime di due mie nuove opere: MANTRA OF PEACE AND LIGHT e SHHH!. La prima, preceduta da un workshop gratuito il 7 Giugno alle 15:00, è aperta a tutti. Non solo musicisti, cantanti, performers, danzatori, mimi, attori ma a tutte le persone che sono consapevoli che la musica ed il suono sono cibo per l’anima e che vogliono vivere un’esperienza di rigenerazione e armonia. SHHH!, invece, nasce dal sibilo del nostro respiro. Il respiro diventa suono, il suono di un bosco meta-spaziale che risuonerà nell’intera Port’Alba, sconvolgendone la natura, protesa al rumore e al caos. Riporteremo quest’angolo della città alla dimensione del Silenzio, un silenzio iconoclasticamente sacro. Il suono elettronico disegnerà nuove dimensioni e percorsi della mente e del cuore” conclude Aluei con l’invito a partecipare al Napoli Strit Festival e alla “silenziosa” magia che saprà invadere le strade della città.
Testo di Antonia Storace
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