Da La Solitudine a Io Sì: Laura Pausini festeggia il Golden Globe a Sanremo

Da La Solitudine a Io Sì: Laura Pausini festeggia il Golden Globe a Sanremo

SANREMO – Laura Pausini si è esibita mercoledì 3 marzo all’Ariston, regalando al pubblico risate, commozione e soprattutto il brano che è valso Globe che potrebbe portarla addirittura al premio Oscar 2021.

Ha cantato, ci ha fatto ridere e se n’è andata a modo suo, salutando la sua Solarolo. Laura Pausini non poteva non passare per l’Ariston e per Sanremo. Quel palco l’ha lanciata nel lontano 1996 e la ritrova nel 2021 con un Golden Globe in bacheca.

La Pausini, accompagnata dalle gag di Fiorello – bellissimo il mashup de La Solitudine e Bohemian Rapsody dei Queen – ha finito per commuoversi: “Non mi aspettavo il Golden Globes, è strano che una canzone cantata da un italiano venga nominata in un premio così importante in America. Non c’è mai stata nessuna canzone tutta in italiano”.

Laura Pausini di strada ne ha fatta e ora può crederci. È la prima volta che un brano tutto in italiano vince un premio cinematografico negli Stati Uniti, e il 15 marzo potrebbe clamorosamente ripetersi nella vetrina più prestigiosa, gli Oscar.

TORNIAMO AI GOLDEN GLOBE: IL TRIONFO DI NOMADLAND E IL TONFO DI MANK

Laura Pausini tutti i vincitori dei golden globes

A capitanare l’edizione “da remoto” dei Golden Globes è stata l’ormai consolidata coppia di conduttrici Tina Fey e Amy Poehler, direttamente dal Saturday Night Live. La cerimonia è stata ridisegnata per adattarsi alle esigenze sanitarie: nessun vincitore presente, tutti in diretta su zoom, pochi ospiti e niente pubblico, quest’anno va così.

D’accordo, ma chi ha vinto? Come da pronostico, Nomadland continua la sua corsa da dominatore che porta dritti dritti verso gli Oscar. Il film di Chloe Zao, dopo aver trionfato alla Mostra del Cinema di Venezia si prende anche il Globe per il Miglior Film Drammatico e la Miglior Regia.

È una vittoria che non stupisce. Nomadland è un film potentissimo, uno un’opera dannatamente reale che commuove e a cui hanno preso parte, tra gli altri, anche veri nomadi. Figura centrale e splendida è quella di Fern (Frances McDormand, magistrale) donna di mezza età che lascia la città aziendale immersa in uno scenario rurale a causa del collasso economico della stessa. Fern parte a bordo di un furgone, senza una meta. Diventa una moderna nomade, che viaggia attraverso nel profondo west a stelle e strisce, incontra centinaia di persone e ognuna le lascia qualcosa dentro. I paesaggi dell’ovest americano fanno da cornice al racconto di Chloe Zhao e al resto ci pensa lei e ancora una volta lei, la magnetica McDormand.

Esce a mani vuote Mank di David Fincher (disponibile su Netflix). È lui il grande sconfitto. Guidava la classifica delle candidature, 6, ma non ne ha portata a casa nessuna.

DAL TRISTE SALUTO A CHADWING BOSEMAN A MINARI, IL PARASITE 2.0

Meritatissima la vittoria di Minari nella categoria Miglior Film Straniero, pellicola che dimostra come il cinema asiatico resti una delle realtà più solide e innovative del panorama attuale.

Non manca un po’ di commozione al Globe. A vincere nella categoria Miglior Attore Protagonista è Chadwing Boseman per la sua interpretazione nel biopic sulla star Ma Rainey (Viola Davis), attore scomparso quest’anno a soli 34 anni, che veste i panni di Levee, un musicista che durante una sessione di registrazione si ritroverà a sostenere un epico testa a testa con la celebre cantante.

Commozione sì ma anche qualche risata. Nella categoria Miglior Film Comico dell’anno vince Borat Subsequent Movie Film con Sasha Baron Coen che ha ringraziato a modo suo la giuria “tutta bianca”.

LE MIGLIORI SERIE TV DELL’ANNO: IL DOMINIO DI THE CROWN. C’E’ GLORIA ANCHE PER LA REGINA DEGLI SCACCHI

L’ormai iconica Anya Taylor-Joy si aggiudica il premio di Miglior Attrice in una miniserie per La Regina degli Scacchi (premiata anche come miglior miniserie) e non poteva essere altrimenti. Il successo di questo prodotto Netflix è stato spaventoso e ha letteralmente lanciato la giovane attrice (e gli scacchi) nella stratosfera.

Ma il trionfo assoluto porta il nome di The Crown, premiata come miglior serie tv del 2021. La saga sulla famiglia reale si è portata a casa i globi anche per l’interpretazione del principe Carlo e Lady Diana di Josh O’Connor e Emma Corrin ed è valsa la statuetta per Gillian Anderson nei panni di Margareth Tatcher.

Le conclusioni? Per il cinema è stato un anno difficile e il livello dei titoli, rispetto allo scorso anno, si è inevitabilmente abbassato. In un contesto del genere, è stato premiato il miglior prodotto in assoluto, Nomadland, e di sorprese ce ne sono state davvero poche. La giuria del Golden Globe ha confermato l’impegno nei confronti delle donne e degli afroamericani, forse in maniera troppo dogmatica.

Paolo Riggio

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