Piero Pelù: il cantante fiorentino compie 60 anni ma continua a camminare controvento

Piero Pelù: il cantante fiorentino compie 60 anni ma continua a camminare controvento

ACCADDE OGGI – Il 10 Febbraio di 60 anni fa nasceva Piero Pelù. La sua benzina è sempre la stessa: una folla danzante che salta all’unisono davanti a lui. Sfioriamo la sua vita soffermandoci soprattutto sulle influenze artistiche ed umane che hanno fatto di lui un’icona rock.

Nato e cresciuto nella culla del rinascimento, Piero Pelù ha iniziato a strimpellare la prima chitarra – una Eko Eldorado – a soli otto anni. Il primo disco comprato è stato Revolver dei Beatles, il primo gruppo da cui è rimasto folgorato sono stati i Black Sabbath. Mentre frequenta il liceo classico forma un gruppo: I Mugnions, dal nome del fiume Mugnone che da Fiesole scende verso Firenze. Il primo viaggio dopo il diploma è stato a Londra alla ricerca del punk. Ha preso quella trasferta come fosse una ricerca antropologica: è stato il primo sfogo per tentare di saziare la sua curiosità e la voglia di apprendere.

PIERO PELU’: IDENTITA’

Molti ragazzi vivono l’adolescenza come una prigione, fatta di comportamenti utili a piacere agli altri: allenatori, insegnanti, amici, genitori. Convivere con un corpo, un abbigliamento ed un ambiente che non rispecchiano la nostra natura è una violenza sociale che spegne la luce negli occhi. Piero Pelù ha da subito fatto una scelta diversa, più coraggiosa. Si è infischiato di tutte le dita puntate su di lui, fregandosene di chi lo riteneva più simile ad un ladro che a uno studente. Questo però gli ha regalato pace: la forza di non cambiare mai identità.

Cultura punk rock, trucco, rifiuto dell’appartenenza a qualsiasi ideologia, dogma o religione. Si è sempre dichiarato ateo agnostico ma ha detto di essere devoto a Santa Sarah, la patrona del popolo Rom. Una Santa ovviamente non riconosciuta dalla chiesa, una Santa di pelle nera, una Santa gitana che fa capire quanto Piero Pelù non sia interessato a rotte già tracciate. Ha scelto una vita nomade, aperta, per continuare a respirare l’odore del mare a pieni polmoni.

È un uomo che non si tormenta con il passato perché non ha mai rinunciato al suo mondo parallelo. Piero ha sviluppato un forte interesse per il simbolismo, l’esoterismo, i teschi. Fra gli aspetti che lo accomunano all’uomo medio c’è la sua grande passione per il calcio, in particolar modo per la Fiorentina, per quegli undici gigliati che gli fanno battere il cuore. Fiero di appartenere al Granducato, negli ultimi anni è persino diventato produttore di un ottimo vino Chianti.

LE INFLUENZE

Dal video “Il mio corpo che cambia”

Dopo averne presentato la smania di vertigine e sortilegi, leggiamo adesso nel suo pensiero. Siamo più o meno nel 1977 e Piero non s’identifica nella realtà giovanile che lo circonda. Si sente tanto distante dai figli che accompagnano i padri a lavare l’auto il sabato mattina. Non capisce perché tengono il braccio fuori dal finestrino e come fanno a trovare orecchiabile L’Angelo Azzurro di Umberto Balsamo. A lui viene da piangere!

A lui piacciono i Sex Pistols, gli Stooges, gli Stranglers, i Clash, a lui piace il punk e i baffi di Balsamo gli fanno venire l’orticaria. Adora la musica folkloristica, etnica, il Medio Oriente, il Nord Africa, i monumenti dedicati a Davide quale piccolo carnefice di un gigante. In quegli anni, mentre i suoi compagni di classe sono all’autolavaggio intontiti dalle spazzole che girano, lui è chiuso in camera con una vecchia radio a valvole grazie alla quale riesce ad ascoltare Radio Tirana. Cioè, di cosa stiamo parlando? Quanto eri avanti Piero!

Si appassiona anche alla lettura, in particolare alle storie esotiche di Emilio Salgari come Le tigri di Monpracem, ma anche Pian della Tortilla di John Steinbeck. Libri, musica, capelli lunghi, uno studio approfondito di un mondo così distante dal quotidiano. Nel 1977 gli Homo Sapiens vinsero Sanremo con Bella da Morire e Piero capisce che è arrivato il momento di scendere in campo. Quando inizia ad utilizzare la sua voce lo fa in modo personale, ma anche in quel caso si è fatto influenzare dall’emisfero a lui più vicino: David Bowie e Iggy Pop.

Piero sognava di tuffarsi sul pubblico, di spaccare una chitarra, di stare nel mezzo ai guai, giurava di non comprare mai un disco per la copertina. Lui sperava di diventare bravo come Demetrio Stratos, carismatico come Ozzy Osbourne. Capite quanto potesse sentirsi distante dai cantanti italiani di quel periodo: Franco Simone, Salvatore Adamo, I Collage. Il ragazzo di ieri è esattamente l’uomo maturo di oggi: tutto questo insieme d’influenze, i suoi studi, le sue passioni, hanno modellato il suo modo d’essere interprete, di usare voce e corpo sul palco.

SPACCA L’INFINITO

Foto da profilo Instagram @pieropelufficiale

Spacca l’infinito è il titolo del romanzo autobiografico scritto dal cantante toscano, ma non è una banale lista di sbornie, pettegolezzi e scazzottate fuori dal palco. Il libro è un’esperienza intima e atipica, una storia che parte da prima della nascita dell’autore, dalle guerre, al fascismo, alla drammatica alluvione di Firenze del 1966. Poi si arriva agli anni Ottanta, al periodo vissuto col sole in fronte.

Concerti, dischi, amori, strada, compagni di viaggio, mantenendo però sempre un profilo basso. Traspira semplicemente la gioia di avercela fatta, di poter campare grazie alla musica, alla voce, ad una passione. Un frontman che vive costantemente sulle montagne russe, uno che non si tira indietro quando c’è da affrontare una battaglia o prendere una posizione netta. Ammette di aver scritto pezzi bellissimi ed altri più deboli, d’aver collaborato con amici preziosi ed in altri casi di aver perso la bussola.

Ne esce fuori un operaio del rock, un essere umano genuino che non si ferma agli studi di Lombroso: non giudica le persone dal volto, dall’atteggiamento. Un lungo viaggio sempre in piedi, costantemente pronto a conoscere qualcosa di nuovo, di stimolante e non banale. Parla del nonno che ha combattuto la grande guerra e che, per questo, gli ha insegnato ad essere pacifista. Traccia un interessante parallelismo fra La Spagnola, che mise in ginocchio l’Europa subito dopo la fine della Prima guerra mondiale e quello che stiamo vivendo. La paura che c’era allora e quella che abbiamo oggi.

PIERO PELU’ E BADOLATO

Foto da profilo instagram @pieropelufficiale

A Piero Pelù piace viaggiare e scoprire luoghi nuovi, possibilmente incontaminati. La scorsa estate ha scelto la Calabria per trascorrere le vacanze estive e dimenticare l’ennesimo inverno pandemico. Si è recato a Badolato, un borgo medievale in provincia di Catanzaro e poco distante da Soverato. Qui il cantante ha comprato casa anni fa e, ora che vi descriviamo il luogo, intuirete il perché. La rockstar a Ferragosto ha postato una frase sui social molto significativa:

Oggi è il 15 Agosto. Quello dell’anno strano e storto, quello che si festeggia con accortezza e intelligenza. Pensando al futuro nel mio paradiso.

Badolato è un borgo magico, fuori dal clamore e dai paparazzi, una meta riservata adatta a chi, come Piero, ama suonare la chitarra con pochi amici e sperimentare vecchie ricette culinarie. Ha trovato in quel luogo dimenticato dal tempo il feudo adatto dove trovare relax, pace, poter leggere o ascoltare musica senza il chiasso delle grandi mele sparse per il mondo. In quel piccolo pezzo di terra, le abitazioni accolgono culture e dialetti diversi perché nel 1970 l’amministrazione lo presentò come un paese in vendita.

Lo stato delle strutture era fatiscente e le soluzioni potevano essere solo due: morire per sempre o cercare di risorgere. Il paesaggio è fantastico, così alcuni singoli investitori hanno iniziato a recuperare vecchi edifici ed oggi se ne apprezzano i risultati. Piero Pelù si sente come il formaggio con le pere: in mezzo a tante influenze artistiche si rianima e prende fiato per la stagione successiva. Vicoli particolari, caratteristiche bizantine, chiese disposte a croce latina, sul Mar Ionio.

Nel mio intento c’era quello d’inserire una serie di puntini da congiungere, come nel famoso giochino che si trova sulla Settimana Enigmistica. Spero di avervi segnalato le coordinate giuste di quest’uomo che, sia con i Litfiba, che da solo, è un pezzo importante della nostra musica italiana. Un uomo tosto, deciso, che non teme gli anni che passano ed orgogliosamente veste ancora con pantaloni attillati e gilet di pelle lucida.

Buon compleanno coerente, resiliente e coraggioso Piero!

Francesco Danti

Leave a Reply

Your email address will not be published.