Effetto David Bowie: il Duca Bianco oggi avrebbe 74 anni e noi ne avremmo ancora tanto bisogno

Effetto David Bowie: il Duca Bianco oggi avrebbe 74 anni e noi ne avremmo ancora tanto bisogno

ACCADDE OGGI – L’8 gennaio di 74 anni fa, nasceva il Duca Bianco, un artista unico di cui ancora oggi non si è trovato l’erede, uno che non si è mai limitato a utilizzare formule, ma che ha sempre cercato di innovare il linguaggio musicale che utilizzava. Riuscendoci sistematicamente. Per celebrare il grande Bowie, è in uscita un lp in vinile contenente una sua inedita e strepitosa cover di due brani leggendari.

Il mondo cambia, le regole cambiano, le mode cambiano, ma lui, essendo un vampiro, è sempre lo stesso. Oggi, 8 gennaio 2020, David Bowie, il più famoso vampiro della storia della musica, avrebbe compiuto 74 anni e chissà cosa avrebbe organizzato. Per celebrarlo esce un vinile a tiratura limitata con all’interno due cover mai pubblicate prima d’ora. Il singolo, disponibile su vinile da 7 pollici, si intitola Mother Tryn’ to get to Heaven e contiene le versioni registrate del Duca Bianco di Mother (John Lennon) e Tryin to get to the heave di Bob Dylan.

Genio, outsider, trasformista, visionario, eccentrico, controverso. Per gli amanti della musica e non solo, Bowie è stato tutte queste cose assieme, oltre ad essere un musicista pieno di idee e estremamente feroce, dove per ferocia non s’intende l’abitudine a seguire le regole della musica in modo ferreo, bensì la perseveranza con cui l’artista ha sempre cercato di realizzare le straordinarie idee che aveva in testa.

L’anniversario della nascita di Bowie ci offre l’occasione di ricordare anche la sua più straordinaria creazione, quell’album Starman che ancora oggi riecheggia nelle orecchie dei suoi fan e non solo. Un disco talmente iconico da regalare al pubblico il personaggio di Ziggy Stardust, una sorta di messia-rockstar in cui il cantante si immedesimò fino all’ossessione.

UN VAMPIRO CHE VIENE DALLA LUNA

Si dice che i vampiri, quando diventano tali, acquistino una vista diversa da quella degli umani. Vista vampirica la chiamano i trattati di vampirologia. Bene, una vista particolare ce l’ha anche il David Bowie, al secolo David Robert Jones. Ma a differenza di quella vampirica vera e propria, perfetta e migliore di quella umana, la vista del vampiro David gli impedisce di rendersi conto della profondità e sfoca tutte le immagini in un alone bluastro, come se fosse un sogno. Il vampiro David non se l’è procurata con un morso di un altro vampiro, bensì con un pugno, rifilatogli dal suo migliore amico George, che gli scaglia un destro in faccia dopo una lite causata da una ragazza contesa tra i due.

Piccolo particolare. George ha un anello al dito , e quando colpisce il vampiro David lo prende in pieno sull’occhio causandogli una dilatazione permanente della pupilla che gli farà sembrare per sempre un occhio di un colore diverso rispetto all’altro. Uno sguardo strano, da vampiro.

Si dice poi che i vampiri non abbiano solo una vista particolare, ma anche un udito super sviluppato, che gli consente addirittura di “sentire l’erba che cresce”. Ecco, David forse, in tutta la sua vita da Starman, Bowie non avrà sentito l’erba che cresce ma a livello di udito non ha mai avuto nulla da invidiare a Dracula e Nosferatu.

PERCHE’ LA MUSICA DI OGGI HA ANCORA BISOGNO DI UNO COME DAVID BOWIE

A gennaio non ricorre solo l’anniversario della nascita di David Bowie ma anche della sua scomparsa, avvenuta nel decimo giorno del primo mese del 2016. Sono passati 5 anni dalla dipartita del Duca Bianco, dalla morte di uno degli artisti più influenti della storia e di cui ancora oggi il mondo della musica è orfano. In tutti i sensi.

Il suo impatto nella musica, nel marketing, nella moda e nella cultura pop, è stato grande quanto quello di Dylan e i Beatles, e la sua influenza come pop star ultraterrena è stata (è) addirittura maggiore.

Bowie ci ha lasciato dei comandamenti. Un esempio? Che tutto passa attraverso l’arte, un’arte da vivere intimamente, individualisticamente, ma mai in modo edonista e ricercando approvazione. Bowie e i comandamenti della musica, Bowie e la rivoluzione nell’espressione del singolo, una rivoluzione che passa inevitabilmente per la parte più intima di noi stessi. Il tutto, senza disdegnare l’ironia e l’autoironia.

E che dire dell’imprevedibilità di Bowie, quel lucido imprevisto che non assicura risposte, ma che nella musica di oggi – così certa, basata su schemi fissi e focalizzata solo sull’accendere facili emozioni – non si riesce più a scorgere.

L’arte certo, non la musica in sé. Il Duca Bianco è riuscito in carriera a mischiare modi espressivi in maniera naturale. Bowie si è perso nella commedia dell’arte, ha fuso musica e teatro, ha mischiato il rock con l’arte onirica e con la moda, ispirando stilisti, artisti e registi. In poche parole Bowie ha creato un nuovo stile e tanti piccoli eredi, mai al suo livello ma che senza di lui non ci sarebbero mai stati.

 

Paolo Riggio

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