James Woods: com’è possible non abbia mai vinto l’Oscar?

James Woods: com’è possible non abbia mai vinto l’Oscar?

ACCADE OGGI – Oggi, 18 aprile, James Woods compie 75 anni. Parliamo di tre grandissime interpretazioni che avrebbero meritato l’Oscar.

Nasce nello Utah e quando ha solo cinque anni perde il padre a causa di una operazione chirurgica di routine. Cresce con la madre e con il nuovo compagno di lei. Si iscrive all’università ma nel 1969 decide di abbandonarla anzitempo per dedicarsi alla carriera di attore. Ha una lunghissima carriera alle spalle, ha recitato con i più grandi ed è stato diretto da maestri della regia di tutto il mondo. Non ha mai vinto l’Oscar e questo è alquanto strano per un talento come quello di James Woods.

VIDEODROME DI DAVID CRONENBERG

James Woods è Max Renn, il protagonista di questo film fantastico che affronta il tema della mutazione della carne e della fusione fra tecnologia e uomo. È un film innovatore, come lo è stato Cronenberg in quegli anni Ottanta pieni di voglia di stupire. Una televisione violenta, che non chiede il permesso per sventrare le case di chi la ospita.

Woods è fantastico nell’interpretare in modo carismatico il proprietario di una TV via cavo chiamata Civic TV. Spesso trasmette contenuti forti, violenti, pornografici. Il film è dominato da allucinazioni, realtà, percezioni, pistole, minacce. Woods sguazza a suo piacimento in un copione così distorto e surreale. Per chi volesse vedere questo capolavoro del 1983, non svelo quello che capita al protagonista ormai sdoppiato fra lo schermo e la vita reale. Un finale mozzafiato.

James Woods MyWhere

JAMES WOODS E SERGIO LEONE

C’era una volta in America, film strepitoso del 1984 diretto dall’immenso Sergio Leone. James Woods interpreta Maximilian “Max” Bercovicz e recita al fianco di Robert De Niro che ricopre il ruolo di David “Noodles” Aaronson. La storia è ambientata nella New York degli anni Trenta e Woods avrebbe davvero meritato una statuetta per il colore unico che ha dato al suo personaggio. Fra le curiosità che riguardano il co-protagonista c’è quella non da poco che riguarda l’assegnazione della parte. Max Brcovicz doveva essere interpretato da Joe Pesci, grande amico di De Niro. Tuttavia, i suoi provini non convincevano Leone che concesse all’attore italo americano il ruolo minore di Frank Monaldi. Leone convocò Woods che lo aveva colpito proprio in Videodrome. Quando l’attore si presentò davanti al regista italiano era intimidito dalla stazza e dalla fama. Comunque, quel provino durò poco più di cinque minuti. Il regista rimase colpito immediatamente dalla capacità interpretativa di Woods e gli assegnò la parte al volo.

JAMES WOODS: JOHN Q

Avvicinandoci più ai giorni nostri, arriviamo a questa pellicola del 2002 diretta da Nick Cassavetes. Una vicenda vera, cruda, dura, sulla sanità in America. Si parla delle difficoltà di ricevere cure gratuitamente, del rischio di morire senza una buona assicurazione sanitaria. Woods è un chirurgo affermato che lavora in un ospedale dove prima si guardano i conti e poi la salute dei pazienti. Denzel Washington è un operaio che ha un figlio molto malato che ha bisogno di un’operazione al cuore molto costosa.

La sua assicurazione non copre i costi e l’ospedale decide di non curare il bambino. Da qui la rabbia di un genitore sconfitto dal sistema che cerca, tramite la violenza, di avere giustizia. L’animo di Woods muta nel corso del film. Inizialmente è un dottore che ha perso le giuste motivazioni, che si è dimenticato perché ha deciso di fare il medico. È un uomo che va avanti a caffè, auto di lusso, digrigna i denti quando capisce che qualcuno cerca un suo aiuto gratuitamente. Il suo essere crudo cambia nel corso della pellicola e Woods è bravissimo a far vedere come l’uomo non può mai dimenticare da dove viene. Quel dottore, infatti, ricorda i suoi studi giovanili e la sua voglia di aiutare il prossimo.

L’attore americano è bravissimo nel mettere in evidenza questo cambio di rotta, vede paura negli occhi del bambino e del padre e si domanda in che razza di ospedale adesso lavora. Si chiede come un dottore può rifiutarsi di aiutare un malato che non ha la possibilità di pagare. Pietà, amarezza, la condizione inerme di chi ha studiato per salvare tutti e può farlo solo con chi è pieno di soldi. Una visione che fa riflettere a fondo sul giuramento di Ippocrate.

Facciamo i nostri migliori auguri al brillante James Woods!

 

Francesco Danti

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