Bohemian Rapsody e la vita da spettacolo di Freddie Mercury

Bohemian Rapsody e la vita da spettacolo di Freddie Mercury

RIO DE JANEIRO – In Italia uscirà il 29 novembre, io in esclusiva per MyWhere, voglio darvi in anticipo una recensione senza spoiler del film biografia sulla vita del più grande cantante di sempre.

Aspettavo questo l’uscita di questo film da alcuni mesi, sono una fan dei Queen sfegatata, sono un amante del rock e la musica, come quasi tutti, è una delle mie passioni principali. Sì perché la musica, oltre a riempire le nostre vite di bellezza, è in grado di raggiungere gli strati più nascosti e profondi della nostra anima. Di tutte le manifestazioni artistiche, forse la musica è la più democratica perché è l’unica che riesce a coprire e ad appassionare un infinito numero di varietà di esseri umani, ognuno diverso dall’altro. Il suo linguaggio è universale, la sua energia potente come poche altre cose. Freddie Mercury questo, lo sapeva benissimo, proprio perché lui in certo senso era la musica, tutta. Era il direttore d’orchestra, la melodia, la voce e l’intero spettacolo.

Credevo che Bohemian Rapsody (regista Bryan Singer) avrebbe svolto il compitino: raccontare la traiettoria dei Queen, di  Freddie Mercury (Rami Malek) e dei suoi compagni Brian May (Gwilyn Lee), Roger Taylor (Ben Hardy) e John Deacon (Joseph Mazzello), artisti unici capaci di cambiare il mondo e la storia della musica per sempre negli anni ’70. Il film però è qualcosa di più di questo, perché offre la sfera più intima e personale del leggendario cantante, ci regala la sua visione del mondo, il suo modo di relazionarsi con la vita, con la musica e con le persone che lo circondano.

Qui da me in Brasile, le critiche non sono state benevole (anche se io alle critiche non ho mai dato attenzione, preferisco raggiungere le mie conclusioni da sola) ma, opinione personale, per me Bohemian Rapsody convince e non poco. Mi ha commosso molto e ha provocato la stessa sensazione a tutte le persone che conosco e che l’hanno visto al cinema. Bravissimo Rami Malek nell’interpretare Mercury, e anche se a prima vista non ricorda il sublime cantante, con il passare del tempo riesce a entrare dentro alla persona e alla sua figura e riesce soprattutto a provocare tutte le reazioni fondamentali che deve provocare un grande attore: incantare, commuovere, far ridere, piangere e, in questo caso, cantare.

E dire che la pressione era di quelle pesanti. Qualsiasi opera con protagonista Freddie Mercury non sarà mai superflua e “normale”, il leader dei Queen è un personaggio troppo catalizzante, mai banale e difficile da interpretare.

freddie mercury

In Bohemian Rapsody c’è tutto quello che volete sapere sulla vita di Mercury. Nasce  nella colonia britannica di “Città di Pietra” a Zanzibar (ora parte della Tanzania). I suoi genitori Bomi e Jer Bulsara, erano parsis zoroastriani del Guzerate in India. Il suo vero nome era Farrokh Bulsara e suo padre e sua madre erano estremamente religiosi e fedeli al libro sacro Vesta, che si basa su tre pratiche principali: Humata – buoni pensieri, Hukhta – buone parole e Hvarshta –  buone azioni. Questi tre comandamenti risulteranno decisivi nella vita di Freddie Mercury e vedendo il film ho capito quanto abbiano influenzato la personalità del cantante.

Il suo aspetto unico, i costumi completamente innovativi per il tempo, il comportamento encomiabile, la libertà da ogni tipo di pregiudizio, la voce perfetta, il suo incredibile genio e il suo amore incondizionato per la musica lo hanno reso una star. Ecco, è questo che il film riesce a raccontarci.

Pochi sono nati con doni così preziosi e pochissimi imparano a usarli correttamente nel corso della vita. Bohemian Rapsody ci mostra il sacrificio e la tenacia del lavoro di Freddie, sempre focalizzato sulla ricerca della qualità perfetta. Mercury era il più feroce critico di se stesso, sapeva l’importanza del lavoro che stava facendo, sapeva quanto avrebbe influenzato la storia della musica e sapeva quella voleva: fare la differenza in qualsiasi momento! Anzi, lui voleva essere la differenza.

Era un uomo gentile, dalle buone maniere, certo, con la grinta di un vincente ma con una visione di insieme, grazie a lui i Queen erano come una famiglia, anche se ognuno brillava La sua creatività  e la sua dedizione al lavoro avevano creato la band perfetta. Sapeva che far parte di quella band era importante, anche per lui che avrebbe potuto risplendere da solo. Da parte sua, riuscire a riconoscere ed apprezzare il valore dei suoi compagni, nonostante il successo personale è stato un comportamento esemplare.

Ecco la nostra recensione per Bohemian Rapsody, il film di Bryan Singer sulla vita di Freddie Mercury con Rami Malek.

Un altro esempio della sua grandezza di cuore è sicuramente il rapporto con Mary Austin L’amore per lei era genuino  e immenso. Il loro rispetto reciproco e l’ammirazione che provavano a vicenda commuovono perché sono le basi che un amore puro dovrebbe avere. Quando Freddie le dichiara il suo amore cantando Love of my life a Rock Rio nel 1985, viene osannato dal pubblico brasiliano.

2h e 15’ di film che vanno via di fretta, forse anche troppo, un difetto è quello di lasciare il pubblico ancora famelico di retroscena della vita di Freddie Mercury. Nulla però è nascosto: la sua dipendenza da alcol e droghe, il suo rapporto controverso con i membri della band fatto di alti e bassi, la sua battaglia con l’AIDS, insomma, tutto è detto, con molta eleganza. Sembra che Netflix stia per creare una serie dedicata al grande Mercury, e sicuramente sarà un grande successo. Nel frattempo se siete usciti entusiasti da Bohemian Rapsody e dalle storie del leader dei Queen, vi suggerisco il libro “Freddie Mercury”, biografia scritta da scritta da Lesley-Ann Jones molto illuminante su alcuni curiosi dettagli della vita di questa leggenda!

Barbara Tavora

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