ACCADE OGGI – Siamo nel mese dedicato alla festa più attesa di sempre, San Valentino. A febbraio, il 6, 91 anni fa nasceva uno dei registi più originali, geniali, appassionati del XX secolo: François Truffaut. Nella sua biografia è possibile comprendere in quanti modi possiamo declinare la parola Amore.
Amore per i libri
Nato a Parigi nel 1932 da una madre giovanissima appena diciottenne che lo ebbe da un uomo che non lo riconosce e che solamente in seguito Truffaut riuscirà ad identificare. Viene invece riconosciuto legalmente dal nuovo compagno della madre, Roland Truffaut . Il giovane François cresce però con la nonna che gli infonde l’amore per la letteratura. Amore per i libri prima di tutto. I libri lo salvano come lui stesso ricorda
mia madre non sopportava i rumori e m’impediva di muovermi e parlare per ore e ore. Allora io leggevo: era la sola occupazione a cui potessi dedicarmi senza disturbarla. Durante l’occupazione tedesca ho letto moltissimo e poiché stavo spesso solo, mi misi a leggere i libri degli adulti.
Queste letture troveranno eco in molti dei suoi film che trasudano citazioni letterarie e a volte sono tratti da libri.

Amore per il cinema
L’altra sua grande passione è il cinema. Con i soldi della liquidazione del suo primo impiego apre un cineclub, il Cercle Cinemane. Le cose non vanno come sperava e per evitare la chiusura, essendo a corto di soldi, commette un piccolo reato e finisce in riformatorio. Il padre che non ha mai conosciuto (e che non vorrà mai conoscere) assume però altre sembianze, quelle del critico André Bazin. In questa occasione e a più riprese lo salva da una deriva pericolosa. Comincia a collaborare con la rivista Cahiers du cinéma. E’ così che avrà modo di entrare in contatto con tutta una serie di registi che saranno protagonisti, lui compreso, della stagione più straordinaria del cinema francese, la Nouvelle Vague. Scrive la sceneggiatura di A bout de souffle realizzata poi da Jean Luc Godard. il suo esordio nel cinema è con il film L’età difficile, ma è con I 400 colpi che diventa François Truffaut. Nasce il suo alter-ego Antoine Doinel, interpretato dall’attore Jean-Pierre Lèaud. Il cinema e la vita si confondono, anzi il cinema è, come dice, una versione perfezionata della vita
Mi hanno rimproverato, a diverse riprese, di preferire il cinema all’esistenza reale: confesso che, anche da adulto, mi sarebbe difficile cambiare, vedere le cose in un altro modo. Credo che il cinema sia un miglioramento della vita, perché è straordinario
Le donne
Non è un mistero. François Truffaut amava le donne. Nei film raccontava una tipologia di donna che si abbandona totalmente alla passione, distruttiva eppure vitale. Ha amato, spesso ricambiato, tutte le attrici protagoniste dei suoi film. Ad eccezione di Isabelle Adjani protagonista di Adele H che non cedette al suo fascino. L’ultima sua compagna di vita è stata Fanny Ardant, protagonista di film indimenticabili da lui diretti. Anche dell’ultimo, Finalmente Domenica, che riuscì a completare prima della prematura morte avvenuta a soli 52 anni il 21 ottobre del 1984.

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