Dentro Sendai City

Dentro Sendai City

Testo di Davide da Pieve

Restano ormai pochi giorni per tuffarsi nell’ultimo capitolo della realtà cyberpunk a cui Marco Bolognesi ha dato vita. La mostra, Sendai city. Alla fine del futuro, curata da Valerio Dehò e realizzata negli spazi di ABC, in via Alessandrini a Bologna, resterà aperta solo fino al 15 febbraio.
L’ambizioso progetto di Marco Bolognesi prevede la creazione di un’intera città fantascientifica, presentata in varie mostre che si susseguono da oltre dieci anni. L’artista, che vive tra Londra e Bologna, aggiunge, mostra dopo mostra, un mattoncino per la realizzazione di questo conglomerato urbano. In quest’ultimo capitolo avrete la possibilità di entrare nella città che si manifesta attraverso le opere/documento in mostra: “Sendai è una città che gli umani non possono vedere perché sita sopra di noi”, dice l’autore. Il primo dipinto “Propaganda Sendai: the city is future” (2014) illustra la struttura cittadina: “tutto è costruito partendo da un triangolo equilatero: le strade, le case, tutto rispetta quest’ordine”. L’opera ci aiuta a comprendere questo mondo: “al centro del grande dipinto, il grande triangolo rosso contenente il Big Brain, sovrasta gli edifici ed è circondato dalle tre divinità di Sendai”. Sul lato opposto due fotografie rappresentano due CODEX Blue: robot dall’aspetto umanoide con la pelle totalmente blu che si occupano della salvaguardia della città.
Nella sala successiva sono molti i lavori esposti: installazioni, fotografie, video e sculture. L’Astronave ammiraglia, una grande installazione al centro della sala, mostra al suo interno un video con immagini digitali della città. Tutto è rigorosamente industriale, elettronico, robotico, anche le quattro Geiko, creature a metà tra geishe e robot, che spiega Bolognesi: “si occupano dell’indottrinamento e si dedicando al culto del metallo e della corda, essendo istruite alla conoscenza di Sendai”.
Per dimostrare l’esistenza di questa città, per andare oltre la schermatura attraverso cui il Big Brain ci impedisce di vedere questa realtà, basta utilizzare un tablet che ci permette di vedere, attraverso una fotocamera speciale, la vera Sendai al di sopra di un plastico rappresentante una comune città terrestre (The place, 2014).
La fascinazione e la perfezione di questa città, i colori armoniosi che caratterizzano il dipinto iniziale sono solo una facciata che il Big Brain della Sendai Corporation vuol far vedere ai suoi abitanti. La vera immagine di questa realtà la vediamo attraverso un proiettore meccanico che ci illustra quanto sia buio ed industriale il paesaggio (The project of the life, 2014). Marco Bolognesi realizza dunque un video, in stop motion, in cui dei robot lavorano continuamente per la costruzione inarrestabile di nuovi edifici che nascono uno dopo l’altro, in una sorta di loop meccanico.
Un lavoro studiato nei minimi dettagli sta dunque alla base di questo progetto; l’artista disegna, costruisce ed anima attraverso le sue opere un mondo prettamente fantascientifico, o meglio cyberpunk, attraverso un sapiente uso di differenti tecniche. La grande capacità di Bolognesi sta proprio in questo: oltre alla totale invenzione di questa realtà è in grado di dare forma ai suoi pensieri sfruttando le possibilità della scultura, della fotografia, del fotomontaggio, della pittura, tal volta anche mescolando ed ibridando tra loro queste tecniche.
Inoltre questa sera, 6 febbraio 2015, sarà trasmesso in anteprima nazionale, alle ore 18.00, il film di animazione Blue unnatural che Marco Bolognesi ha realizzato con la collaborazione di Carlo Lucarelli. Dopo la proiezione, che avverrà alla Cineteca di Bologna, ci sarà un incontro con i due autori, che ci guideranno nella scoperta di questa città.

Sendai City

Redazione

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