Dal 12 gennaio con “Il Senso” si completa il viaggio di “Sono qui ancora”, l’album del cantautore napoletano per la bolognese SanLucaSound.
IL PERCORSO
Benny Moschini, trentenne napoletano, si definisce un’eccezione che “trasgredisce” la regola. In realtà, DJ con vasta esperienza internazionale e cantautore. Studi di canto e pianoforte, ha viaggiato molto e con curiosità in tutti i continenti e di ogni luogo ha assorbito culture e influenze musicali: bossa nova, funky, tanto pop, moltissimo rock. Così, nel primo album (2005), complice l’incontro con Carmerita Esposito della C.E. Production, ha trasfuso atmosfere soul e funky mescolate con le contaminazioni afroamericane. “Rabbia” (2009, IRMA Records) è rock tutto italiano, così come le produzioni del 2012 e 2013 nate anche dall’incontro con Renato Droghetti e Luca Longhini e che portano agli ultimi progetti rock e all’album “Sono qui ancora”. Un percorso con un bilancio lusinghiero: 5 singoli, due album, altrettanti DVD e una compilation. C’è poi l’attività di DJ (col nome d’arte Benny Càmaro) che, dal 2001, lo portai nei locali più alla moda della Costa Smeralda e della Versilia, ma anche Barcellona e oltre Atlantico (Los Angeles). Gioca per solidarietà con la Nazionale DJ.
L’INTERVISTA
“Sono qui ancora”, cos’è una minaccia, una speranza…
Magari un’attesa. Un’attesa che non si risolve. Questo album è un concept, racconta una storia con le normali difficoltà della vita. Ogni canzone è un’avventura, un attimo, un momento, un dolore o una gioia. La speranza di inciampare in qualcuno che riesca a vederti per quello che sei. Che riesca a credere in te. Siamo sempre in attesa.
Napoletano, vivi a Milano, ti aggiri per Bologna…
Viaggio. Viaggio molto. In Italia e all’estero. E raccolgo pezzi di musica qua e la. Napoli è musica calda, quella che ho nel cuore. Milano è lavoro, faccio anche il DJ. Bologna è un crogiuolo di esperienze musicali. “Sono qui ancora” è prodotto dalla bolognese San Luca Sound. A Bologna amici e collaboratori come Manuel Auteri, Renato Droghetti, Luca Longhini.
Come nascono le tue canzoni. Le tue ispirazioni, i tuoi modelli.
Amo tutta la musica. La studio tutta, con avidità. Difficile parlare di influenze. Ho scoperto Jamiroquai che mi ha introdotto dal funk, jazz e latin fino al rock dei Deep Purple, l’elettronica dei Muse ed una passione per il pop italiano. Adoro gli anni settanta/ottanta. Sarebbe stato emozionante vivere quegli anni.
Un amore a 360°, dunque.
“Canto principalmente rock, soul e funky, ma mi piace viaggiare attraverso tutti i generi e studiarli a fondo, come i paesi che visito”.
Cinque singoli, due album, due dvd, l’attività di dj che ti porta nei locali più alla moda della Costa Smeralda, della Versilia, ma anche di Barcellona e Los Angeles. Quali esperienze ti intrigano di più?
Sono un cantante, un pianista. Adoro il live. E’fondamentale, l’unica verità senza trucchi o artifici digitali. La vera ragione di fare musica. Musica e parole.
Progetti futuri?
Oh si! Nuove produzioni e nuove collaborazioni all’orizzonte, ma per scaramanzia… Non aggiungo altro. Intanto sono in giro per l’Italia a promuovere questo mio lavoro e non è poco.
Ufficio Stampa / Musica e Parole Srl
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