NAPOLI – Natale di tradizione, musica e concerti, l’antica arte dei maestri artigiani e dei presepi, la bellezza, le luci, la storia.
Quest’anno voglio scrivere del Natale da una prospettiva diversa, o perlomeno diversa dal modo in cui lo faccio generalmente. Voglio scrivere del Natale e della gratitudine, un sentimento immenso, che ci rende immensi, che ci fa giganti, una lente di ingrandimento per mezzo della quale vediamo meglio, e più dettagliatamente, le cose che abbiamo, le persone che amiamo, ringraziando per il fatto stesso che esistano nella nostra vita, e perciò smettendola di proiettarci sempre più in là, troppo in avanti, volgendo l’attenzione a quello che ancora non abbiamo, a quello che ci ha lasciati e che vorremmo ritornasse.
L’otto dicembre ho tirato giù una scatolone di due metri con dentro l’albero di Natale. Seduta a terra, circondata dai rami, ho cominciato a stringere i chiavistelli della base assemblando, via via, tutti i pezzi e facendomi aiutare da mio fratello per quelli più alti, sulla cima. Arrivati al momento delle luci, mi sono avvoltolata come una ballerina di danza classica al centro di un carillon in movimento, mentre mio padre dava indicazioni sui punti “vuoti” da riempire con gli addobbi e mia madre suggeriva di comprare un fiocco nuovo per la punta. A lavoro ultimato, quando i piccoli lumi blu cobalto hanno preso ad effondere, lungo le pareti, la loro luce intermittente, ho pensato che anche per cose come queste bisogna essere grati: quei particolari apparentemente minuscoli che rendono più calda una stanza, più confortevole un ricordo, e per quel generale clima di condivisione che fa di una famiglia una famiglia.
Ho espressamente richiesto che, la mattina del 24, non manchino il casatiello – dal napoletano cas’, cacio, l’ingrediente principale di questa torta salata – la pizza con le olive nere e la scarola, e la più classica marinara che mi piace un sacco: quella col bordo alto e la base sempre un poco bruciacchiata. Ho comprato un pigiama di Natale con sopra la scritta “All i need is a Christmas and cookies”: la parte superiore è rossa, brillante, il pantalone è invece ricamato a minuscoli alberelli, una lunga sfilata di piccoli abeti dall’anca alle caviglie. Per il cenone della vigilia di Natale, mio padre preparerà gli spaghetti a vongole con la scorzetta di limone, mia madre la frittura di paranza, il polipo con le patate – che insieme stanno sempre tanto bene – l’insalata di rinforzo – o burdiglione – a base di cavolfiore, olive verdi, cetrioli, cipolline, giardiniera, peperoni dolci o piccanti – le papaccelle – e qualche acciuga sotto sale. Io mi occuperò del dolce: la crema pasticciera da spalmare sul Pandoro, le arance caramellate nei sacchetti, e quattro o cinque teglie di biscotti alla cannella da pucciare dentro il latte. La casa si riempirà di un profumo buonissimo e la bilancia resterà debitamente nascosta in un posto in cui nessuno possa trovarla fino al 6 gennaio.
Per le sere in cui deciderò di uscire, Napoli mi riserva un calendario fittissimo di eventi. L’ex Base Nato di Bagnoli, ad esempio, ospita la prima edizione del Mercatino dell’Incredibile, con le bancarelle natalizie e lo spazio dedicato allo street food della tradizione.
Dal 7 dicembre al 6 gennaio 2019 avranno luogo 10 concerti gratuiti in 7 chiese, con artisti del calibro di Vinicio Capossela, Alice, Enzo Avitabile, nell’ambito di Sacro Sud – Anime Salve, un festival gratuito organizzato da Enzo Avitabile e Black Tarantella. Ricordiamo, a tal proposito, le date di giovedì 20 dicembre, alle ore 20.00, con ALICE in Viaggio in Italia presso la Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova; sabato 22 dicembre, alle ore 20.00, con MOHAMMAD REZA MORTAZAVI nella Chiesa di Santa Maria Donnaregina Vecchia; venerdì 28 dicembre, alle ore 20.00, con ALIREZA GHORBANI nella Chiesa di Santa Maria Donnaregina Vecchia; e domenica 6 gennaio, alle ore 21.00, con ENZO AVITABILE in Sacro Sud presso la Chiesa di S. Maria di Costantinopoli (Cappella Cangiani).
Imperdibile il Concerto di Natale dei Cantori di Posillipo, che suonerà la sera del 25 dicembre, nel Duomo di Napoli, mentre a Borgo Marinari, ogni sabato, si terrà il Concerto Gospel di Francesco De Simone. Dal 25 al 30 dicembre, alla Domus Ars di Santa Chiara, non mancherà il tradizionale appuntamento con la Cantata dei Pastori a cura del Maestro Carlo Faiello. Al Teatro di San Carlo di Napoli, dal 29 dicembre 2018 al 5 gennaio 2019, andrà in scena la magia de Lo Schiaccianoci di Čajkovskij, dal celebre racconto di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, del 1816.
Una menzione speciale merita il centro storico di Napoli che, nel periodo di Natale, si veste del suo abito migliore: piazza San Domenico, i Decumani, San Biagio dei Librai, via dei Tribunali, San Gregorio Armeno e la sua carrellata di presepi e di pastori, vere e proprie perle, capolavori realizzati a mano dai maestri artigiani che hanno fatto la storia e che continuano, di anno in anno, ad attrarre persone da tutto il mondo. Per chi, tra un cappuccino caldo e una sfogliatella da Scaturchio, la più antica pasticceria napoletana, volesse visitare qualche mostra, ricordiamo quella di Escher al PAN di Napoli: http://www.mywhere.it/genio-visionario-escher-al-pan-napoli-unavventura-interattiva/; Bruno Munari al PLART: http://www.mywhere.it/bruno-munari-al-plart-lartista-dipinge-la-luce/; e la rassegna Rubens, Van Dyck, Ribera. La collezione di un principe a Palazzo Zevallos Stigliano: http://www.mywhere.it/napoli-rubens-van-dyck-ribera-la-collezione-un-principe/
Napoli torna a confermarsi una delle mete preferite dai turisti, per l’indiscutibile bellezza che da sempre la caratterizza e per l’offerta culturale vivacissima che offre ai visitatori. Cittadini ed avventori possono vivere un’esperienza artistica già a partire dalle Stazioni dell’Arte – di cui Fabiola Cinque ha profusamente raccontato in questo articolo http://www.mywhere.it/dalle-stazioni-dellarte-a-passeggio-per-una-napoli-pop-dautore/ – per spostarsi da un punto all’altro della città. Per chi volesse passare il Capodanno qui, ricordiamo il concerto a Piazza del Plebiscito, anch’esso facente parte dell’immancabile tradizione del veglione cittadino, e lo spettacolo di fuochi d’artificio sul lungomare Caracciolo, con una sosta al Caffè del Professore o al Gran Caffè Gambrinus, con la storica tradizione del caffè sospeso. È usanza, a Napoli, che si possa lasciare un “sospeso” pagando, alla cassa, due caffè: uno per sé e l’altro per l’avventore, successivo e sconosciuto, che non può permetterselo. Tenuta Astroni, Palazzo Petrucci, Umberto 1916, Trattoria Nannì, Pastamore e Chiatamone sono, infine, alcuni dei ristoranti napoletani nei quali sarà possibile trascorrere l’ultima notte di questo 2018, con un menù ricco di pietanze prelibate, in un clima di accoglienza, calore e ricercatezza per abbracciare la prima alba del nuovo anno che si appresta.
Testo di Antonia Storace
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