L’Erbana, intervista ad una selvatica in cucina

L’Erbana, intervista ad una selvatica in cucina

Livia Elena Laurentino intervista Beatrice Calia l’Erbana che presenta il suo nuovo libro

Livia- innanzitutto un grazie a tutti coloro che sono presenti, che sono venuti qui perché sapevano di questo appuntamento e a quelli che sono capitati qui per caso. Siamo qui a presentare l’ultima fatica editoriale, perché Beatrice Calia non è al suo primo libro..

Beatrice è qui al Food&Pastry non solo per presentare il suo libro, ma in questi giorni terrà anche dei laboratori didattici per i bambini.

Beatrice Calia e Livia Elena Laurentino
Beatrice Calia e Livia Elena Laurentino

L’Erbana

La prima cosa che vogliamo introdurre, intanto è presentare Beatrice, alla quale diamo il buon giorno, e le chiediamo perché lei è l’Erbana? Perchè il nome ERBANA? Cosa centra con la cucina?

Beatrice – buongiorno a tutti, benvenuti e ben trovati. L’Erbana è il nome che mi è stato dato e che porto con grande onore e fierezza. Nasco come chef, ma ho anche una grande passione per il “mondo verde”, per le erbe, per la Natura. Conosco le erbe nella loro completezza, sia nel loro utilizzo in cucina che nelle loro qualità medicamentose, e per di più le conosco in vivo, ovvero nel loro habitat naturale, soprattutto nei prati e nei boschi. Delle piante conosco le segnature celesti e terrestri, e i vari modi di utilizzarle, le sento, le percepisco, le amo, le uso.. il nome ERBANA mi è stato dato come segno di riconoscimento da una anziana donna di potere e di guarigione, una vecchia Signora che ora non c’è più, grande conoscitrice della Natura e dei suoi segreti. Son fiera e anche un po’ gelosa di questo nome che sento tanto mio.. ecco perchè ho chiamato il mio modo di cucinare “Cucina Natural Green” perché nel mio far cucina vengo aiutata dall’uso delle erbe spontanee e dei fiori, la mia cucina senza di loro è insulsa…

Livia- Tu hai già scritto dei libri e non solo di cucina, perché hai tantissimi interessi, oltre alla Natura che forse è quella che più ti affascina e più è in te anche, però questo libro che si chiama L’Erbana una Selvatica in Cucina”, è quello a cui tieni di più. Perché?

Beatrice – Ci tengo in particolar modo perché mi rappresenta, sono io, sono io con le mie amiche erbe, e quindi in questo libro, non ci sono solo ricette, non ci sono solo erbe, c’è un modo di vivere e c’è tutto l’amore che ho nei confronti di Madre Terra, e c’è soprattutto il fatto che c’è quasi un voler stimolare le persone a ricominciare a cercare il contatto con la Terra. Quindi in questo libro, attraverso ciò che ho imparato e che mi è stato insegnato nei miei 46 anni di Vita, ho messo tutto quello che so, una parte di quello che so, ciò che credo sia importante trasmettere, ciò che mi è stato insegnsto dalla mia nascita ad oggi legato alla Terra e al nostro benEssere.

Tratto dal libro: “Questo libro è il mio grazie a Madre Natura per le meravigliose esperienze che mi sa donare ogni volta che mi trovo avvolta nei suoi elementi. Ho messo per iscritto ciò che ho imparato dal momento in cui ho saputo ascoltare le erbe e i gli splendidi fiori. Quando vado per prati col mio cestino sottobraccio mi sento libera, felice, ricca ed appagata. Vi invito a farlo, solo così comprenderete ciò che scrivo. Avrei potuto far carriera in qualche cucina rinomata, ma aimè, le cucine son prive di alberi e hanno le pareti! Passeggiando nel Verde mi sento come le erbette che incontro, inutili agli occhi dei molti, ma preziose e uniche. Mio padre mi chiamava “Selvatica”, difatti immersa in Natura so di essere a casa. Venite con me, vi porto nel mio viaggio tra Cucina e passeggiate alla scoperta delle amiche  erbe, vi mostrerò i colori, i sapori e i profumi della Cucina Natural Green impreziosita dall’uso di erbe, spezie e fiori. Ci divertiremo!”

INTERVISTA A L’ERBANA

Livia- come accade nei libri, nelle prime pagine ci sono i ringraziamenti alle persone care e agli amici, tu nomini Libereso Guglielmi come maestro e amico, quindi è una parte importante in questo libro, vorrei che t ci spiegassi chi è.

Beatrice- Libereso è un caro amico e maestro, poterlo conoscere è un grande privilegio, i suoi occhi esprimono tutta la sua grandezza e bellezza, è un uomo di grande cuore e conoscenza. Viene chiamato “il giardiniere di Calvino” perché in giovanissima età è stato allievo di Mario Calvino, il padre di Italo, e lui è il più grande botanico che in questo momento abbiamo in Italia, ma possiamo dire anche a livello europeo, perché ha lavorato tanti anni a Londra e ha una grandissima conoscenza diretta della Natura e delle sue preziosissime piante e erbe.

Lui vive a Sanremo, è una creatura meravigliosa, figlio di un esperantista, uomo luminoso, vegetariano da 3 generazioni, ci tiene a dirlo, difatti proprio lui dice: “non possiamo interessarci alla Terra e al mondo delle erbe e dimenticare che gli animali sono i nostri fratelli!”. Quindi lui ci tiene tantissimo! Grande Libereso!!! Capita che lavoriamo insieme, facciamo delle cose insieme, quando accade io mi sento una bimba e so di essere fortunata perché è come stare sotto le fronde di un albero antico, non me ne voglia Libereso, non gli sto dando del matusalemme, è solo che lui è veramente un pozzo di conoscenza e di grandissima umanità, e la sua vicinanza nutre.. lui ama lavorare con i bambini ed è più selvatico di me, è un grandissimo conoscitore di erbe, di piante, di giardini, di semi, e quello che so, quello che mi ha insegnato, e che sto cercando di mettere in pratica sempre, e di diffondere, è che non importa quanto sappiamo, basta fare dei piccoli passi, lui dice:”Non conosci le erbe? Cerca di conoscerne almeno una alla settimana, l’anno è fatto di 52 settimane, a fine anno ne conoscerai 52!”, semplice, ma non fa una piega! Matematico Watson.. e quindi dice “partite piano piano..”, e tratta tutti noi come se fossimo dei bambini, e quindi per me è un maestro meraviglioso! Di una grande semplicità, cuore e conoscenza, ecco perché per me è un vero maestro: “ sa, fa, è” . Ha scritto diversi libri sull’uso in cucina delle amiche erbette, dicasi alimurgia, uno fra tutti è “Mangiare il giardino” e a Sanremo insieme abbiamo orchestrato “Il prato nel piatto”, una serie di incontri mangerecci erbivori e floreali. Lui dice che le erbe le possiamo mangiare tutte, Carlotta di ReMida sorride quando Libereso dice “le assaggi, se non ti piacciono non le mangi..”, io sono un po’ più cauta, i tempi son diversi e ho meno anni ed esperienza di lui, lui le ha veramente mangiate tutte e ne conosceva pregi, pericoli e antidoti, e malgrado le sperimentazioni anche a volte spericolate, lui c’è, è vivo e vegeto. Io sono quella che dice “mangiate solo quelle di cui siete sicuri, non si mettono in bocca fiori, erbe e frutti così, con le erbette non si scherza, non è un gioco, e Madre Natura sa il fatto suo!”.

Quando vado in scampagnata coi bimbi gli insegno la pericolosità di alcune bellissime piante e gli svelo i segreti per riconoscere quelle pericolose, i segnali che emanano sono inequivocabili! Per prati e boschi tengo ben a mente ciò che il maestro mi ha insegnato, lo stimo e lo amo molto!

Beatrice Calia con Libereso Guglielmi
Beatrice Calia con Libereso Guglielmi

Livia- io il libro l’ho letto velocemente, però l’ho letto tutto, e ho pensato di definirlo come “una piccola enciclopedia emozionale” perché raccoglie tante cose, quindi soprattutto in maniera molto semplice e accessibile spiega l’uso delle erbe, quindi perché forse la tua esperienza con i bambini ti ha portato a questo linguaggio molto immediato.

Beatrice- sì, secondo me l’uso delle erbe e del buon cibo in cucina deve essere alla portata di tutti, perché mangiamo tutti e tutti i giorni, per di più più volte al giorno! Quindi io faccio degli ABCDari, nel senso che non insegno mai qualcosa che non ho sperimentato su di me, non do mai una conoscenza vuota, ciò che io trasmetto è perché l’ho vissuto, quindi emozionale perché il cibo mi ha salvato la Vita più di una volta, le amiche erbe sono state un grande sostegno che mi hanno permesso di essere qui oggi e qui tutto deve essere semplice, tutto è così emozionale perché io racconto quello che ho vissuto, quello che vivo, ciò che sono. Quando io cucino, faccio dono di ciò che sono, di ciò che so, quindi emozionale perché ho sempre questa predisposizione, per me la trasmissione è proprio un qualcosa che parte dal cuore, è per questo che è emozionale.

Livia- Torniamo un attimo all’argomento dei bambini che so che a te è molto caro, e io faccio un piccolo appunto: i bambini oggi sono molto tecnologici, crescono con l’Iphone però spesso non hanno mai visto una mucca dal vero o non conoscono il nome del fiore che calpestano mentre camminano o mentre giocano a pallone.. quanto è importante per te coltivare i bambini?

Beatrice- bella l’espressione “coltivare i bambini”!! Per me è importantissimo perché i bambini sono immediati, veri, spontanei, curiosi. Imparano subito e hanno voglia di imparare! Mi fanno una grande tenerezza, spesso mi ritrovo in Natura con i bambini delle scuole, insieme andiamo in passeggiata, cucino con loro, insieme facciamo la cucina senza fuochi, e molte volte loro portano a casa quello che abbiamo cucinato. Io vado nelle scuole a insegnare ai bambini e mangiare la frutta e la verdura, sono la signora delle verdure, arrivo con i cesti con la frutta e le verdure, e loro, quando cuciniamo insieme a volte portano a casa le cose che prepariamo dicendo :” secondo me il mio papà questo cibo non lo conosce..” e mi si stringe il cuore perché magari si tratta di una rapa rossa, di una mela renetta, di un lupino.. e penso al peccato che ce ne siamo dimenticati!
I bambini sono meravigliosi, e sono loro poi che insegnano ai loro genitori!

Quindi: evviva i bambini!!! Loro hanno voglia di imparare.

Durante FoodyShow, il laboratorio di Food&Pastry gestito da Beatrice Calia e ReMida
Durante FoodyShow, il laboratorio di Food&Pastry gestito da Beatrice Calia e ReMida

Livia- nella tua cucina tu fai grande uso non solo di erbe, ma anche di fiori, fiori di cui tu utilizzi non solo i petali a livello ornamentale. Qual è l’uso, l’utilizzo che tu ne fai? I piatti spesso sono abbelliti con i petali, sono edibili e si possono mangiare, ma tu vai oltre..

Beatrice- se io raccolgo un fiore o un erba lo faccio sempre con cognizione di causa, molto spesso li raccolgo per mangiarli, per nutrirmi della loro bellezza e vibrazione armoniosa. Non raccolgo mai un fiore o un erba per poi gettarlo.. la loro bellezza è sacralità, è Vita, è armonia e dono, dono d’amore di Madre Terra. La Natura è vestita a festa con i suoi fiori e con le sue innumerevoli e meravigliose erbe. Loro portano nella nostra vita la bellezza, il profumo, la vitalità, e il nostro mangiarli, il nostro cibarcene, il farli diventare noi serve proprio per portare in noi le vibrazioni alte che hanno le Selvatiche. Quindi le erbe e i fiori, soprattutto i fiori, sono carichi di vitalità. Io li prediligo spontanei, perché nel mondo della floricoltura purtroppo sui fiori vengono usati tantissimi veleni, e se noi ce ne cibiamo, li mangiamo attraverso i fiori coltivati, quindi, o conosciamo veramente chi li coltiva, o è meglio andare a erbette o farli crescere sui nostri davanzali di casa. Se qualcuno di voi ha voglia di andare a erbette, io sono disposta ad accompagnarlo, mi diverte molto  e possiamo imparare insieme i fiori che si mangiano! Quindi per me mangiare il fiore è portare dentro di noi una memoria ancestrale, e si raccolgono sempre con una grande gentilezza, senza strapparli, la Natura si dona, ma quando noi raccogliamo è da fare con gratitudine, solo così inizia uno scambio, è un bel linguaggio!

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Livia- molti come noi che vivono in città, in una città come Bologna, una città grande e abbastanza trafficata, stavamo pensando “..e, sì, bello quello che ci racconta Bea,però dove? Come possiamo insegnare ai bambini? Come possiamo imparare noi ad andare a raccogliere le erbe?”. A parte quello che hai accennato tu che puoi fare delle passeggiate guidate e possiamo quindi venire e farlo con te, uno che vuole cominciare a fare, a dedicarsi un po’ alla Natura, cosa fa?

 

Beatrice Calia
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