Festa del Cinema di Roma: bilancio finale della kermesse capitolina

Grande qualità e tante sorprese, spiccano gli "incontri ravvicinati", si registra però un forte calo di pubblico e incassi

Anche la decima edizione della Festa del Cinema di Roma si è conclusa e penso sia importante offrire ai lettori i numeri della manifestazione e qualcosa dell’atmosfera che si è respirata durante l’evento. A livello di dati il bilancio non è dei più esaltanti: rispetto al 2014, la rassegna romana ha registrato -21% sui biglietti venduti, -33% sugli ingressi gratuiti e -20% sull’incasso complessivo (215 mila euro contro i 268 dello scorso anno) per circa 50 mila presenze totali.

Nonostante questo, insomma, nonostante la sensazione di una Festa del Cinema un po’ contratta, forse anche sottotono, molte sono le attenuanti che il direttore artistico  Antonio Monda e il suo staff possono accampare e stanno effettivamente ottenendo dai commentatori. C’è infatti da dire che quest’anno la kermesse ha avuto a disposizione un giorno in meno e una sala in meno per le proiezioni all’Auditorium rispetto alla passata edizione e che non ha programmaticamente puntato all’inserimento di film che strizzavano l’occhio al botteghino. Secondo noi, che abbiamo girato in lungo e in largo per la Festa, non ha neanche aiutato una certa minore mondanità dell’evento, con tappeti rossi meno seducenti per il pubblico popolare e anche l’atmosfera stessa che si è creata nel pubblico, meno incline alla passerella.

Monda ha sentito il bisogno di difendersi e di difendere la formula nella conferenza stampa di chiusura: “quest’edizione era un’altra cosa, con una formula diversa; il nostro obiettivo principale era aumentare il tasso qualitativo medio dei film e degli incontri. La festa non è solo coriandoli e lustrini, ho rifiutato film con star importanti solo perché li trovavo brutti. Ci tengo a precisare che il nostro è un progetto triennale”.

In effetti, la mia impressione è stata che la Festa del Cinema di quest’anno ha offerto molta qualità e una qualità proveniente da ogni parte del mondo, non solo dal suo lato Ovest, come fa anche pensare al positivo il vincitore stesso scelto dal pubblico: il film indiano Angry Indian Goddesses, un buddy movie al femminile realizzato dal cineasta Pan Nalin, una vera e propria sorpresa di cui si sentiva il bisogno dopo i reiterati episodi di violenza vigliacca contro le donne emerse nei mesi scorsi dalle cronache indiane. Il film-documentario sulla nuova femminilità indiana è un ritratto fresco e spigliato dell’India di oggi. Ve lo consigliamo assolutamente! Antonio Monda ha dichiarato “La vittoria di questo film mi rende particolarmente felice; l’industria cinematografica indiana è fra le più avanzate e il film di Pan Nalin è uno dei suoi prodotti più stimolanti, energetici e provocatori. Spero che Angry Indian Goddesses arrivi presto nelle sale italiane e possa godere dello stesso successo ottenuto alla Festa del Cinema”.

La Festa è stata poi l’occasione per fare il punto sul cinema italiano, che in questa kermesse non ne esce benissimo. Nonostante questo, bisogna rimarcare e segnalare l’originale proposta del regista Gabriele Mainetti con “Lo chiamavano Jeeg Robot”, film che ha conquistato sia la critica che il pubblico. Non eccezionale “Alaska” di Cupellini, che però ha il pregio di mostrare un’altra ottima prestazione di Elio Germano, forse il nostro migliore attore attuale.

Ma la sezione che ci ha convinto forse più di tutte è quella dedicata agli “Incontri ravvicinati”: registi, attori e icone del cinema nostrano e internazionale hanno sicuramente arricchito la manifestazione consentendo al pubblico di ascoltare e respirare da vicino le loro atmosfere, le atmosfere di chi il cinema lo costruisce giorno per giorno. Da Wes Anderson a Paolo Sorrentino, da Joel Coen a Carlo Verdone e su tutti Kelsey Mann della Pixar.

Finale: se il progetto triennale di Monda può e deve andare avanti, è necessario portare da New York, un po’ dell’organizzazione americana e fare anche esperienza delle criticità emerse: file lunghissime per gli spettatori e per gli addetti ai lavori, lunghi intervalli di tempo tra una proiezione e l’altra e poche repliche a disposizione degli appassionati sono stati lamentati da più parti. D’altra parte l’immagine della qualità resta: sono stati giorni di scoperta e di ricognizione delle diverse realtà dell’espressione filmica, dal cinema, alla fiction, dal documentario alle nuove proposte del nuovo cinema di genere e indipendente. Una selezione estremamente curata dei film che ha raccolto molte delle migliori proposte 2015.

Paolo Riggio

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