Festa del Cinema: la lezione di Gabriele Mainetti: “Freaks Out come Jeeg Robot racconta gli ultimi e li fa diventare eroi”

Festa del Cinema: la lezione di Gabriele Mainetti: “Freaks Out come Jeeg Robot racconta gli ultimi e li fa diventare eroi”

ROMA – Il regista di Lo Chiamavano Jeeg Robot torna all’Auditorium per raccontare il suo cinema e ci mostra in anteprima 8 minuti del suo prossimo film, l’attesissimo Freaks Out.

“Tutto quello che ho guadagnato con Jeeg Robot l’ho messo dentro Freaks Out, quindi andate al cinema e salvatemi la vita”. Gabriele Mainetti, dove eravamo rimasti? L’ultima volta che il regista aveva calcato gli spazi dell’Auditorium era un giovane cineasta emergente che presentava timidamente il suo primo lungometraggio, Lo chiamavano Jeeg Robot. Oggi  a 5 anni di distanza Mainetti torna alla Festa del Cinema come una star con qualche David di Donatello e dopo aver rifiutato (c’è chi direbbe arrogantemente) il sequel marvel di Venom  e si permette addirittura di svolgere una lectio magistralis, di fronte a giornalisti e appassionati rigorosamente distanziati. Il risultato è come sempre quando si parla di Gabriele Mainetti, un mix di passione e amore per la Settima Arte.

“AMO SPIELBERG, LEONE E MONICELLI PERCHE’ RACCONTANO GLI ULTIMI FACENDOCI PIANGERE E RIDERE. TARANTINO UN IDOLO MA NON SARA’ MAI COME SERGIO LEONE… VI DICO PERCHE’”

Gabriele Mainetti
Gabriele Mainetti

L’Armata Brancaleone, Per un pugno di dollari, Et – l’extraterrestre. Sono i tre film che Mainetti ha voluto mettere sotto la lente di ingrandimento durante la sua lezione-intervista, tre film diversi ma accomunati da un impercettibile fil rouge: “L’Armata Brancaleone è il film che più di tutti ha influenzato il mio Freaks Out – spiega durante la lezione in compagnia di Antonio MondaÈ una pellicola che racconta di poveracci che cercano il mito e nonostante non riescano a trovarlo continuano ad inseguirlo. Sono queste le storie che mi piacciono. Monicelli? Un idolo, ha rappresentato l’italianità come nessuno, la sua è la vera commedia all’italiana”.

Italianità certo, ma anche romanità, un dono più che un tratto distintivo, un dono che si identifica con Sergio Leone: “Nei suoi western tanto amati in America, l’ingrediente decisivo è proprio la romanità. La romanità si vede nelle sue storie, nei suoi personaggi e nelle sue battute. Quando Tarantino, altro genio assoluto, prova ad imitarlo gli manca proprio questo. Leone raccontava gli ultimi in un cinema, quello americano, che ha sempre preferito gli eroi”.

Foto MyWhere
L’Auditorium messo a Festa. Foto MyWhere

Infine Spielberg. Per Mainetti, un vero animale guida: “I miei lavori sono influenzati dal suo linguaggio, dalle sue riprese inarrivabili e dai suoi personaggi. Ho sempre sognato di fare film che in qualche modo lo omaggiassero, che rendessero onore alla sua magia, sempre però cercando di dare a quella magia una connotazione regionale, come in Jeeg Robot, dove un coatto di periferia a Roma diventa un eroe spero perfettamente credibile”.

ALLA FESTA DEL CINEMA I PRIMI 8 MINUTI DI FREAKS OUT, IL NUOVO FILM DI GABRIELE MAINETTI

Il regista classe 76’ ha presentato in anteprima mondiale il suo nuovo film, dal titolo Freaks Out in uscita al cinema il 16 dicembre. Nel cast ci sarà di nuovo Claudio Santamaria, come in Lo chiamavano Jeeg Robot, e troveremo anche Giorgio Tirabassi e Pietro Castellitto.  Cosa ci aspetta? La guerra sicuramente, il Circo e le sue stranezze e i suoi 4 protagonisti bizzarri che richiamano a Freaks di Browning e a Il Labirinto del Fauno di Guillermo del Toro, il tutto in un’ambientazione che promette spettacolo, soprattutto per il budget e per gli effetti speciali che nulla sembrano invidiare alle produzioni americane.

Le mond est à vous cari mostri del circo, come recitava uno slogan del film L’Odio  che non c’entra nulla con Mainetti e Freaks Out ma che fa sempre figo inserirlo. Staremo a vedere!

Per sosprendere lincredulita servono personaggi credibili, densi di verità e densi di dramma

 

Paolo Riggio

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