Festa del Cinema di Roma 2021: quando una manifestazione funziona

Festa del Cinema di Roma 2021: quando una manifestazione funziona

ROMA – Ottobre è un mese di grande cinema, l’attesa degli appassionati della pellicola è stata ripagata. Una ottima affluenza sta ricompensando gli sforzi organizzativi di questa macchina perfetta. Roma ancora una volta sfama tribù di cinefili sparsi per tutto lo stivale.

In un periodo come questo, per sconfiggere la paura servono grandi nomi e storie che proprio non riesci a dimenticare. Alla Festa del Cinema di Roma c’è tutto questo: immagini coinvolgenti e attori straordinari hanno iniziato a prendere lo spettatore per mano facendolo sentire al sicuro.

Il primo traguardo raggiunto dalla Festa del Cinema di Roma è stato schiacciare in un angolo i brutti pensieri. Tantissime pellicole di altissima qualità hanno contribuito a distrarre la platea dall’ansia medievale vissuta negli ultimi due anni.

Il direttore artistico Antonio Monda ha il merito di aver costruito un programma vario e interessantissimo. La forza di questa edizione è la vastissima scelta: è stato un maestro nel progettare una kermesse adatta ad ogni palato, a tutte le età, a chi va al cinema due volte a settimana o a chi lo frequenta solo il pomeriggio di Natale.

Festa del Cinema di Roma: intesa appunto come ricorrenza gioiosa d’interesse comune. Questo è: una festa, una celebrazione artistica senza vincitori né vinti. Chi ci guadagna sono gli spettatori, che hanno iniziato a sognare appena le luci si sono abbassate.

L’unico limite sta nel fatto che purtroppo dura solo pochi giorni e, allora, parliamone un po’, tentando di allungarle la vita. Le grandi testate hanno messo in risalto i maestri della regia, gli attori già affermati, quelle pellicole presenti alla Festa del Cinema di Roma che probabilmente fra qualche mese concorreranno agli Oscar: anche noi lo abbiamo fatto alcune settimane fa.

Oggi ci soffermiamo invece su film e artisti che ci stanno semplicemente emozionando, senza badare al nome, alla casa di produzione, al loro passato o palmares.

INCONTRI ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA: MANETTI BROS, UN MARCHIO DI FABBRICA

Festa del Cinema di Roma. foto MyWhere©

 

Prima di parlare di film, voglio dedicare un attimo agli incontri organizzati dalla Festa del Cinema di Roma con grandissimi personaggi di questo meraviglioso mondo: attori, registi, musicisti, sceneggiatori.

Tim Burton, Quentin Tarantino, Jessica Chastain, Luca Guadagnino, Luciano Ligabue, Marco Bellocchio, Zadie Smith, Johnny Depp e tanti altri. In mezzo a tutti questi marinai di lungo corso, i Manetti Bros hanno dimostrato d’essere in grado di stare al timone.

I fratelli romani Marco e Antonio Manetti giocavano in casa e si sono aperti con generosità illustrando il loro cinema proletario, popolare, originale. Hanno iniziato la loro carriera negli anni Novanta, con i videoclip.

Sono partiti da zero ma con l’arroganza giusta: avevano la certezza di essere riconoscibili. Supercafone di Piotta, Che idea dei Flaminio Maphia, sono un manifesto di come lasciare una firma con un budget limitato. Sono passati trent’anni ma quei video tracciano la strada da percorrere per risultare unici.

Nel 2017 con Ammore e Malavita hanno vinto il David di Donatello, ma durante il loro incontro hanno ricordato altre tre pellicole: Zora la vampira, Piano 17 ed il thriller L’arrivo di Wang. Hanno risposto anche a domande su Coliandro, l’ispettore che rappresenta il loro più grande successo televisivo.

Poi, prima dei saluti hanno fatto un regalo ai presenti: hanno mostrato in anteprima cinque minuti del loro ultimo film Diabolik, interpretato da Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea: film assolutamente da non perdere!

IL LEGIONARIO: FILM D’ESORDIO PER IL GIOVANE BIELORUSSO HLEB PAPOU

foto MyWhere©

 

Nel 2016 questo film era soltanto un cortometraggio, poi è arrivata la voglia o forse la necessità di farlo entrare nel mondo dei grandi. Un debutto alla regia che merita di essere citato, un film potente, forte, uno sguardo puntato su un angolo cieco della nostra società.

La storia è girata con grinta e passione, con quelle qualità che servono ad un cameraman nascosto in un campo di battaglia. Il film parla di Roma e di quanto si deve lottare quando si è disperati, quando l’unica via d’uscita per avere un tetto sopra la testa è quella di occupare una stanza in un palazzo.

Le forze dell’ordine hanno il dovere di tutelare la legge e d’impedire disordini ed illegalità. Daniel, nato a Roma da genitori africani, è cresciuto in un palazzo occupato. Oggi indossa una divisa della Polizia di Stato ed il compito che gli è stato assegnato è quello di sgomberare il palazzo dove vivono ancora sua madre e suo fratello.

Daniel è un celerino e deve fare una scelta. Analisi sociale alla Festa del Cinema di Roma 2021 che fa riflettere: l’Italia, il Paese delle contraddizioni e dell’accoglienza, una nazione divisa fra la bella vita e chi non ha mai fatto una vacanza al mare.

Hleb Papou è nato a Minsk nel 1991 ed in età molto giovane si è traferito in Italia con la madre. Ha studiato al Dams di Roma e si è diplomato in regia. Si capisce che è attratto dal nostro Paese e traspare una forte voglia di analizzare tematiche sociali. Promosso a pieni voti, impazienti di poter assistere alla sua seconda prova.

TAKE AWAY: UNA STORIA DI DOPING ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA

Una delle tante anteprime di questo ottobre romano alla Festa del Cinema di Roma, un film che inevitabilmente mette un po’ di tristezza perché uno dei protagonisti è Libero De Rienzo. L’attore napoletano ci ha lasciato il 15 luglio scorso ed una interpretazione come questa forse è il miglior modo per ricordarlo.

Il regista è il bravo Renzo Carbonera che oltre a Libero ha diretto altri ottimi interpreti all’interno di questa storia di sport: Carlotta Antonelli, Primo Reggiani, Paolo Calabresi, Anna Ferruzzo. Il film è stato girato sul Monte Terminillo, nel centro degli appennini Reatini. Maria è una marciatrice, una ragazza piena di ambizioni che vive di sport e sogni.

Suo padre è molto orgoglioso di lei, la immagina alle Olimpiadi, la stima ed è sicuro di vederla vincere qualcosa di importante. Sua madre invece è più scettica, ha i piedi ben piantati per terra, è gelida, non conosce l’ottimismo. Johnny è il compagno di Maria, ha il doppio dei suoi anni e conosce la strada più breve per arrivare al successo: ha il frigo pieno di boccette di sostanze illegali.

Ha una carriera da preparatore atletico alle spalle ed ha rovinato molti atleti, fra cui Tom, che ha voglia di vendetta nei confronti di Johnny. Debiti, fallimenti, un ambiente ristretto, speranze, una vicenda simile a tantissime altre realmente accadute. Un tema delicato di cui spesso non si parla volentieri, rapporti umani e aspettative, uno schema comune che chiude lo stomaco e ci viene presentato alla Festa del Cinema di Roma.

Il regista mette in luce il movente dell’atleta, gli effetti psicologici e fisici che ne conseguono, la pressione di un predestinato.

 

CUSP: UNO DEI VOLTI DEL TEXAS ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA

Un film documentario presentato alla Festa del Cinema di Roma, decisamente energico, reale, aggressivo, sfacciato e come ogni denuncia riempie lo spettatore di verità. Racconta un anno formativo della vita adolescenziale di tre amiche americane. Le riprese si sono svolte in una città militare del Texas, uno di quei luoghi dove scappare alla noia diventa veramente un’impresa.

I due registi Parker Hill ed Isabel Bethencourt illustrano bene quel posto, uno dei tanti buchi sparsi per il mondo dove c’è poco da fare oltre a guardare televendite e mangiare marshmallow. E allora l’alternativa più facile per i giovani è fare festa. Alcol, droga, pistole usate come oggetti ricreativi, spari nel buio giusto per ascoltare il fischio delle pallottole.

Le tre ragazze vengono seguite senza imporre vincoli, hanno la libertà di ubriacarsi o picchiarsi in mezzo alla strada. Giornate di ozio, uscite al fast-food, feste intorno al falò, osservate nei momenti più intimi e durante la loro voglia di evasione. Autumn, Brittney e Aaloni vengono spiate nelle loro case, mentre si procurano droghe, o mentre si scambiano baci dati per stanchezza.

L’approccio crudo alle loro vite è il ritratto di un certo tipo di adolescenza femminile che ci viene mostrato alla Festa del Cinema di Roma 2021. Illustra quanto sia rischioso vivere in una sorta di cattività senza una famiglia presente alle spalle. Questo documentario incarna l’impotenza del singolo, la minaccia di essere liberi, la pericolosità nel sopravvivere in città costruite come dormitori.

Le ragazze sembrano innocenti imprigionate in una gabbia, tre esseri umani all’interno di una prova antropologica. Il documentario presentato alla Festa del Cinema di Roma può ricordare l’esperimento carcerario dello psicologo statunitense Philip Zimbardo, quando chiuse 24 studenti in un contesto ostile e ne studiò i comportamenti.

LAMB: UNA SINGOLARE STORIA ISLANDESE

Altro regista al debutto, altra sorprendente rivelazione mostrataci alla Festa del Cinema di Roma, assolutamente da menzionare. Lamb è un film scritto e diretto da Vladimir Johannsson, giovane coraggioso che per l’esordio ha scelto di non allontanarsi dall’Islanda. La storia è proprio ambientata in quell’angolo di mondo circondato dall’Oceano Atlantico, in quella terra ricca di natura e pascoli.

La visione non si dimentica facilmente perché la vicenda è spiazzante, riporta alla mente la mitologia greca e tutte quelle creature ibride che possono provocare una forte agitazione. Metà umani, metà animali, il Minotauro, le sirene, i centauri. Lamb si apre con il respiro affannoso di una qualche creatura che spaventa cavalli e pecore nelle pianure.

Un’atmosfera di tranquillo terrore non lascia mai la narrazione. Maria, una convincente Noomi Rapace e Ingvar, Himil Snaer Guonason, sono una coppia di pastori, vivono nella loro fattoria, badano al gregge di pecore nel silenzio dell’isola. Senza figli, senza vicini, un matrimonio gelido come la bruma che si posa sui terreni al mattino.

Il destino cambia la loro esistenza: una delle loro pecore partorisce un dono, un agnellino con la testa animale ed il corpo di una bambina. La coppia decide di adottarla e di chiamarla Ada; scoprono una loro felicità. Tutto cambia nuovamente quando arriva Peter, Bjorn Hlynur Haraldsson, il fratello sempre al verde di Ingvar, una ex pop star dedito ormai al vagabondaggio.

Nonostante i pochi dialoghi s’intuisce che l’irruzione di Peter aumenta di colpo le tensioni, sconvolge le dinamiche: è spaventato da Ada ed è sicuro che la coppia starebbe meglio senza quel mostro per casa. Il finale è scioccante, una favola moderna avvolta dalla nebbia, un racconto cupo e deformato che rappresenta qualcosa di nuovo e lo manifesta al mondo alla Festa del Cinema di Roma.

Fra i temi, quello che colpisce più degli altri è l’isolamento, il regista esplora la solitudine all’interno di una terra primitiva, dura e stoica quanto le persone che la abitano.

TUTTA COLPA DEL PARADISO: FRANCESCO NUTI ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA

Il 21 ottobre alle 21.00 presso l’Auditorium Conciliazione, durante la Festa del Cinema di Roma, verrà proiettato uno dei tantissimi capolavori di Francesco Nuti. Roma ha riservato all’artista toscano una serata all’interno di questa Festa ed ha scelto una pellicola del 1985, una storia che fece il pieno al botteghino e che sono sicuro riempirà la sala ancora oggi.

Romeo Casamonica, il carcere, i punk che occupano il suo garage, il mondo delle adozioni, una direttrice senza cuore, la Val D’Aosta, lo stambecco bianco, l’aquilone. Il romanticismo di Nuti è indimenticabile, ha lasciato un vuoto enorme nell’anima di quella legione di giovanotti che amavano ridere riflettendo. Muti, Nuti, bellissimi insieme, hanno fatto sognare una generazione ed hanno contribuito all’incremento del turismo estivo in montagna.

In questo articolo spero di avervi segnalato alcuni film che vale la pena vedere, ho fatto del mio meglio nel consigliare pellicole presentate alla Festa del Cinema di Roma 2021 che probabilmente riceveranno meno pubblicità rispetto ad altre. Alla fine, però sono inciampato nel cuore, ho ceduto al richiamo di Francesco, al suo sorriso da mascalzone, all’imbarazzo quando rientra nella baita ed incontra per la prima volta suo figlio Lorenzo: quegli occhi lucidi mentre lo guarda avrebbero meritato qualche riconoscimento in più.

Un padre che rinuncia al proprio egoismo in favore della felicità del figlio: questi erano i temi del regista pratese. Siamo in tanti a volerti bene Cecco!

 

Articolo di Francesco Danti.

In homepage foto MyWhere©

Autore MyWhere

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