Leonard Cohen, tributo a un grande cantautore

Con lui ci lasciano cinquant'anni di storia della canzone d'autore. Il figlio Adam dice del padre Leonard e di "You wanted it darker" il suo ultimo album "mio padre ci ha lasciati serenamente nella sua casa di Los Angeles con la consapevolezza di avere completato quella che lui recepiva come una delle sue più grandi incisioni"

Leonard Cohen, tributo a un grande cantautore

MONDO – L’ultimo dei grandi poeti della sua generazione ci ha lasciati la notte scorsa. Leonard Cohen, canadese di nascita ma capace di farsi apprezzare dal mondo intero in merito a un’ampia e notevole produzione artistica, ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della canzone contemporanea. Una carriera che avrebbe potuto spendere nel mondo letterario, dato il talento dimostrato sin dai promettenti esordi, Leonard Cohen ha trascorso la sua esistenza fra la poesia, la canzone e la pittura. E’ stato uno dei cantautori fra i più influenti nella storia della canzone d’autore, apprezzato in tutto il mondo, in Italia i suoi testi erano stati tradotti nei primi ani ’70 da Fabrizio de Andrè, celebre fra tutte Suzanne,  una delle prime canzoni scritte da un Cohen appena  trentatreenne e che gli aveva dato subito notorietà nel 1967. Il brano autobiografico si ispira al suo amore platonico per la ballerina Suzanne Verdal. Altri testi come  Giovanna d’Arco (Joan of Arc), Via della povertà (Desolation row) e tante altre sono ormai entrate nel nostro patrimonio. Per non parlare di altri testi entrati di diritto nella storia della canzone, come Chelsea Hotel, in omaggio a Janis Joplin, o Hallelujah per lui che ebreo di tradizione famigliare – sebbene non troppo praticante – è il testo più ispirato ricco com’è di riferimenti biblici in bilico fra la spiritualità e la materia ed è anche  il suo song più noto, al quale oltre da oltre 200 artisti hanno reso omaggio  interpretandolo.
Cinquant’anni di musica e testi soprattutto fanno di Leonard Cohen l’artista unico che ha saputo e voluto lasciare in disparte il “personaggio”, non avendo avuto lui bisogno di giocare con il suo doppio per entrare in sintonia col pubblico. Un understatement piuttosto evidente il suo, Leonard Cohen ha saputo nel tempo conservare un profilo schivo che ha fatto di lui un anti divo, definito “the master of erotic despair.”
Personalità schiva e riservata Leonard Cohen ha lasciato che fossero i suoi testi a parlare per lui e attraverso di essi dimostrare la sua statura di grande artista. Mezzo secolo di canzoni che seguendo un linguaggio trasversale semplice e in apparenza rassicurante –  accessibile da subito – creano un’immediata empatia fra lui e il fruitore. Tante le tematiche affrontate espresse da quella sua voce che era divenuta sempre più bassa e ruvida ma tutt’ora in grado di trasmettere grande calore.  Tanti i temi affrontati quali la morte, la disperazione, la fede, la speranza, l’amore, la depressione, la paura, la guerra, la politica, insomma tutto ciò che è riconducibile all’uomo. Tantissime inoltre sono le cover realizzate da un eminente novero di artisti che ha reinterpretato le sue canzoni partendo dagli U2 ad Aretha Franklin, ai R.E.M., a Elton John solo per citare alcuni fra i più noti.
Parecchie delle sue canzoni  sono state molto spesso utilizzate nei film. Autore prolifico il mese scorso era uscito la sua ultima fatica per la Sony, un addio espresso con “You want it darker” questo è il titolo del suo ultimo album, raccolta emblematica, bella, elegante e forse la più oscura fra le tante da lui pubblicate; una raccolta in grado di lasciare presagire il commiato esplicitato anche nel testo di “I’m leaving the table”  attraverso le parole
“I’m leaving the table/I’m out of the game” ci risuonano oggi, più che mai, come un ultimo saluto confermato dal messaggio odierno apparso su Facebook:

“It is with profound sorrow we report that legendary poet, songwriter and artist, Leonard Cohen has passed away.
We have lost one of music’s most revered and prolific visionaries. A memorial will take place in Los Angeles at a later date. The family requests privacy during their time of grief.”

La stessa “privacy” chiesta ora dalla famiglia è la stessa che Leonard Cohen aveva mantenuto durante tutta la sua vita.

Rip Mr Cohen.

Daniela Ferro

Leave a Reply

Your email address will not be published.