“Mamma, si può sapere che cos’è il piatto che mangiamo sempre in questa casa ma che nessuno dei miei compagni di classe conosce?” La mamma si scambia un sorriso con la nonna e poi mi spiega che nel paese dove lei è nata, la Tunisia, quel piatto, il cous cous, è il più diffuso e il più apprezzato. Al che io dico: “Ascolta, mamma, dato che ora viviamo in italia, io penso che dovresti imparare a fare la cucina italiana…”
ROMA – Vi segnalo un romanzo divertente e commovente che rievoca, nella Roma dei primi anni Sessanta, la crescita e la maturazione di una giovane figlia di una coppia arrivata da Tunisi quando da quella nazione araba i residenti italiani vennero scacciati.
Ognuno di noi spera, un giorno, di poter scrivere la storia della nostra vita. Maria Letizia Sercia ci è riuscita, scrivendo Profumo di cous cous, edito da Profondo Rosso per la collana Orizzonti del fantastico, un romanzo divertente e commovente che rievoca, nella Roma dei primi anni Sessanta, la crescita e la maturazione della giovane figlia di una coppia arrivata da Tunisi quando da quella nazione araba i residenti italiani vennero scacciati.
Nel libro, l’autrice racconta con semplicità e delicatezza i bei ricordi di famiglia attraverso un diario di viaggio fatto di appunti e date di momenti vissuti, da un’infanzia trascorsa tra il paese nativo, l’Italia, e quello straniero dove la famiglia di origine era vissuta e cresciuta, lasciando dietro sé legami e nostalgie.
Quella della Sercia è una storia che ci accomuna tutti. La voglia di crescere, il momento in cui capisci cosa vuoi, la forza di perseguire i sogni. L’autrice ci porta nel suo diario per condividere emozioni dove ognuno di noi, in modo diverso, si può ritrovare. Non c’è rimpianto, non c’è tristezza, ma c’è sempre l’allegria, la gioia e la spensieratezza di una bambina vivace anche quando quest’ultima diventa una donna matura.
Colpita dal libro di Letizia (qui trovate la mia recensione), sono andata a conoscerla e ad intervistarla.
PROFUMO DI COUS COUS: INTERVISTA A MARIA LETIZIA SERCIA
Letizia quando hai deciso di scrivere un libro?
Non voglio scadere nei cliché, ma ho concepito Profumo di Cous Cous in quelle ore in cui il mondo intorno a me dormiva. Iniziò tutto alle 3 del mattino. Sarà perché ho sentito davvero il profumo di cous cous che raggiungeva casa mia, non lo so. Quello che so però è che non mi fermai più, andai avanti per 2 anni e mezzo a scrivere e a scrivere e a scrivere. Non sono mancati i momenti strani o difficili: una notte, ricordo, volevo cancellare tutto quello che avevo scritto perché tra me e me pensavo: “ma a chi interesserà questo libro?”. Alla fine continuai, spesso cancellando e riscrivendo quello che avevo tolto, ma riuscii a concludere il tutto. E’ stato un periodo che ricorderò sempre con affetto.
Per scrivere Profumo di Cous Cous sei andata alla ricerca dei tuoi ricordi o hai raccolto il materiale prendendo appunti prima e durante la stesura del libro?
No, non ricordo di aver preso appunti. Tutti i ricordi o gli avvenimenti presenti nel mio libro erano registrati da qualche parte nella mia mente. Per scrivere, ho dovuto semplicemente aprire dei cassetti dentro di me. E’ stato un libro importante per me, sotto alcuni aspetti, anche terapeutico: vivevo direttamente quelle situazioni, e ho effettuato una sorta di transfert su carta. Trasporre su carta quelle situazioni è stato bellissimo.
Quando sei uscita dalla tipografia e hai tenuto per la prima volta il tuo libro tra le mani che emozioni hai provato?
Stringere il proprio libro tra le mani per la prima volta è una sensazione che auguro a tutti. E’ stato come stringere tra le mani una creatura. E’ un qualcosa che ho creato io e nessuno me lo porterà via.
Vuoi che passi un messaggio specifico attraverso questo libro? C’è un lettore ideale al quale ti indirizzi?
Assolutamente no. Non era tra i miei obiettivi. Volevo solo scrivere un romanzo carino, divertente e leggero che potesse riguardare, in qualche modo, ognuno di noi. Volevo che tutti potessero ritrovarcisi. Nel libro, racconto la Roma dei primi anni ’60, le sue trasformazioni, il contesto è molto chiaro e fa da cornice alla storia della protagonista.
Per quanto riguarda il lettore ideale, mi dispiace, ma non ci credo. Non esiste un lettore ideale, ognuno può conoscere, imparare e migliorare grazie a un libro, l’importante è che sia un appassionato di questo straordinario mondo!
Siamo sotto Natale, secondo me il tuo libro potrebbe tranquillamente essere regalato a un adolescente di questi tempi che attraverso i tuoi ricordi e il tuo racconto può far capire quanto fosse diversa l’infanzia trent’anni fa. Sei d’accordo?
Penso che chiunque regali questo libro per Natale, regali un’emozione. Profumo di Cous Cous è una storia di emozioni prima di tutto. Sul fatto che fossero tempi diversi sono ovviamente d’accordo. Erano i miei tempi, i nostri tempi, ma anche in quel periodo c’erano molti problemi, diversi da quelli di oggi certo, ma neanche troppo. Spesso i problemi cambiano forma o aspetto ma sono sempre i medesimi per tutti.
Mi piace molto la copertina. Ce ne parli un po’?
L’ha ideata mia sorella, Angela Sercia, che da sempre disegna e dipinge. Ho pensato, chi meglio di lei poteva interpretare graficamente Profumo di Cous Cous? Ha usato colori tenui, dolci, che annunciano il contenuto del libro. Mi piace molto e spero possa piacere anche ai lettori.
Infatti, sembra di sentirlo questo profumo di Cous Cous….
Le foto di Marianne Bargiotti sono state scattate nel vari reportage del Cous Cous Fest che potete trovare qui
PROFUMO DI COUS COUS INFO:
Titolo Libro: Profumo di cous cous
Autrice: Maria Letizia Sercia
Editore: Profondo Rosso
Collana: Orizzonti del fantastico
Per acquistare libro cliccate qui
Profumo di cous cous: la scrittrice Maria Letizia Sercia si racconta added by Fabiola Cinque on
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