Tutankhamun: i tesori del faraone d’oro in mostra a Londra

Tutankhamun: i tesori del faraone d’oro in mostra a Londra

LONDRA – Weekend a Londra? Vi segnalo una mostra che ha dell’imperdibile con manufatti straordinari di oltre 3000 anni fa: Tutankhamun: the Golden Pharaoh in mostra alla Saatchi Gallery fino al 3 maggio 2020.

La mostra, ospitata tra le raffinate stanze della Saatchi Gallery in pieno quartiere di Chelsea, raccoglie oltre 150 manufatti provenienti dal tesoro della tomba di Tutankhamun, (noto a noi come TUTANKAMON), forse il più famoso tra i faraoni grazie agli eccezionali ritrovamenti nella sua tomba, ma anche uno tra i meno noti a livello storico tra le genealogie dei faraoni d’Egitto.

Dei preziosi manufatti presenti, tra gioielli (e a proposito di gioielli qui vi raccontiamo la mostra su Cleopatra), vasi canopi, scudi ornamentali, letti funerari e statue del defunto ritratto in molteplici ruoli, 60 pezzi sono in esclusiva assoluta per questa mostra, non avendo mai lasciato l’Egitto prima d’ora.

La mostra si snoda gradualmente attraverso i reperti resi disponibili dal governo egiziano, partendo dal corredo funerario del Faraone Tutankhamon che includeva scatole e bauli di incredibile fattura, perfettamente conservati, proseguendo poi, grazie anche ad utilissime spiegazioni sul culto dei morti in Egitto, Il Libro dei Morti, la relazione tra il Ba e il Ka, attraverso i manufatti destinati ad accompagnare e proteggere il defunto attraverso le 12 porte del Netherworld (Inferi) (12 come le ore della notte) e a salvaguardarlo dai guardiani delle porte contro cui si doveva confrontare, e che avevano di volta in volta le sembianze  di serpenti, coccodrilli, ippopotami ed altre creature soprannaturali.

Di particolare interesse la relazione tra Ba e Ka, rispettivamente l’anima del defunto in forma di uccello (ba), ma con la testa del deceduto, che poteva abbandonare la tomba durante il giorno per unirsi al mondo dei vivi, per poi ritornare a riunirsi alla mummia durante la notte, e la forza vivente (ka) del defunto, il suo spirito e vera essenza, residente all’interno della mummia e strettamente legata al suo interno dagli stretti bendaggi della stessa. Il regale ka di Tutankhamon risiedeva inoltre anche nelle statue, sostenuto ed alimentato dal cibo e dagli incantesimi dei sacerdoti. Tramite la riunione di ba e ka, alla fine del periglioso viaggio, il faraone può quindi passare oltre sconfiggendo la morte e rinascere nella vita ultraterrena.

Da notare, attraversando la mostra, come ogni manufatto fosse calibrato sulle dimensioni di un re-bambino. Infatti Tutankhamun salì al trono a soli 9 anni e morì a 18, senza eredi maschi. Il poter passò quindi al suo gran consigliere Ay che tramò contro di lui al fine di cancellarne la memoria nei secoli e fare in modo che il suo nome non fosse tramandato e ricordato. Impedendo di fatto, secondo i rituali del Libro dei Morti, di far giungere il Faraone nell’Aldilà, in quanto solo se il nome del defunto veniva pronunciato, poteva accedere all’Aldilà e alle sue prove.

Tutankhamun

©Marianne Bargiotti Photography 2020

Senza la scoperta di Howard Carter del 1922, il Faraone-bambino sarebbe rimasto occultato dalla polvere dei secoli, e forse, la sua tomba sarebbe stata esposta alle razzie dei tanti tombaroli che operavano nella Valle dei Re. Una parte della mostra si occupa anche della ricostruzione degli eventi che hanno portato Carter e Lord Carnarvon, dalla difficile e lunga ricerca alla scoperta del sito funerario e alla catalogazione degli oltre 2000 reperti trovati.

La mostra culmina con l’esposizione di alcune parti del sarcofago, riccamente decorate, di numerosi e bellissimi gioielli tra bracciali, collane, pettorali d’oro massiccio intarsiati di lapislazuli ed altre pietre preziose e lo splendido coffinette d’oro contenente il fegato del Faraone, un vaso canopo/riproduzione perfetta in piccolo dello spettacolare feretro di Tutankhamun.

Spoiler/avvertimento: per chi si aspetta la celeberrima maschera funeraria di Tutankhamun, purtroppo devo darvi una delusione. La maschera ha viaggiato in lungo ed in largo fin dagli anni 70, ma ora, anche in previsione dell’apertura del nuovo Grand Egyptian Museum a Giza, il governo Egiziano ha deciso che non si sposterà mai più dalla sua terra natia dove rimarrà per i posteri.

Per tutte le informazioni, incluse le prenotazioni dei biglietti (molto consigliata visto che la mostra è frequentatissima!)

Tutankhamun: Treasures of the Golden Pharaoh at the Saatchi Gallery, London.

 

Marianne Bargiotti

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