TORINO – A un anno dall’inaugurazione del nuovo allestimento, il Museo Egizio continua a registrare un’enorme affluenza di pubblico e presenta per la prima volta nel nuovo spazio espositivo una mostra dal titolo Il Nilo a Pompei. Visioni d’Egitto nel mondo romano in corso dal 5 aprile 2016. L’accurato e impegnativo “restyling” del museo – che non solo ha visto raddoppiare il suo spazio (circa 10.000 mq!) ponendolo all’altezza dei maggiori standard museali, ma che ha permesso la fruizione al pubblico anche durante i lavori – oggi festeggia il primo compleanno !
Nato nel 1824 come Regio Museo delle Antichità Egizie, grazie alle prime collezioni vendute dal Drovetti al re Carlo Felice, il Museo Egizio con i suoi 4 piani di sale espositive oggi ospita più di 3000 oggetti che spaziano dal 4000 a.C al 700 d.C, corredati da foto, documentazioni e ricostruzioni in 3D. Tra questi sono da menzionare la Tomba di Kha, la cappella di Maia e tomba di Nefertari e, fiore all’occhiello, i bellissimi sarcofagi della nuova galleria.
Con questa mostra si è voluto inaugurare il terzo piano del museo, dedicato alle esposizioni temporanee. Promosso da Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, Sovrintendenza Pompei e Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il presente evento fa parte di un vasto progetto, con iniziative in più luoghi , inteso a mettere in luce gli intensi e frequenti rapporti tra la cultura egizia e quella romana dell’antichità.
Come precisa il direttore Christian Greco, il percorso non è stato concepito “come un’esposizione isolata dalle collezioni permanenti”, ma si integra perfettamente con i contenuti del museo, invitando il visitatore ad approfondire alcune tematiche come i culti di Iside e Osiride, molto in voga presso la società romana del periodo repubblicano e imperiale.
Provenienti da vari musei italiani e stranieri, i reperti riguardano principalmente le aree di Pozzuoli, Benevento, Cuma, Pompei ed Ercolano, e sono corredati da esaurienti didascalie, che ci guidano nell’antico mondo romano-campano; ed ecco che sotto apparenti modelli “nostrani” di sculture, statuette votive, suppellettili, pannelli o affreschi, si scorgono motivi orientali, nella fattispecie egizi: dal contesto religioso (statuette acefale di sacerdoti che reggono vasi canopi con figura di Osiride, affreschi dal tempio di Iside di Pompei) a quello ornamentale (scene nilotiche degli affreschi da case romane, statuette con motivi di sfinge etc) tutto testimonia una grande e diffusa influenza della cultura e tradizioni egizie nel mondo romano. Degni di nota in questo senso i reperti provenienti dalle case pompeiane del Bracciale d’Oro a e quella di Octavio Quartio, delle quali sono state realizzate bellissime ricostruzioni in 3D. Non mancano, inoltre, gli accostamenti con la cultura greca, dove modelli di “kouroi” del periodo arcaico sono messi in relazione con la frontalità e rigidità della scultura egizia.
Non c’è che dire: 600 mq inaugurati nel migliore dei modi e, infine , non si poteva non dedicare queste belle sale alla memoria del direttore del sito archeologico di Palmira, Khaled-Al-Asaad.
Curatori della mostra Museo Egizio: Alessia Fassone, Christian Greco, Federico Poole e Eva Mol.
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