L’archeologia è adesso, e sempre. Damien Hirst alla Galleria Borghese

L’archeologia è adesso, e sempre. Damien Hirst alla Galleria Borghese

ROMA – È come immergersi in un fantasy l’esposizione delle sculture di Damien Hirst alla Galleria Borghese. Approfittate della calda estate per andare a visitare DAMIEN HIRST ARCHAEOLOGY NOW. Dall’8 giugno al 7 novembre 2021.

Passeggiando tra i saloni della Galleria Borghese, dove regnano sovrani i busti dell’antico regno Egizio così come le pitture del rinascimento italiano, emergono come in un mare in tempesta le sculture del visionario Damien Hirst.

Fabiola Cinque e Damien Hirst
Io alla Galleria Borghese per vedere la mostra di Damien Hirst

È come immergersi nel fantasy di Cameron l’esposizione delle sculture di Damien Hirst alla Galleria Borghese. Vivrete un’esperienza in una realtà virtuale, proprio com’era guardando Avatar in tre dimensioni.

Ma non stiamo parlando di cinema, ma di un’esperienza più completa che attraversa dall’archeologia al futuro dell’arte.

MyWhere Damien Hirst

Questa calda estate è il periodo migliore per passeggiare nella meravigliosa Villa Borghese nel centro di Roma, tra la Casa del Cinema ed un pranzo nei bar riparati dai grandi ombrelloni, per proseguire poi nei giardini e rilassarsi leggendo un bel libro sulle panchine mentre i bambini vanno in bicicletta. Poi, nelle ore più calde, rifugiarsi nella Galleria Borghese per ristorare lo spirito.

Dovete assolutamente prenotare, e le liste sono spesso full, ma non scoraggiatevi, vedrete che ne vale la pena! Ha aperto  martedì 8 giugno la mostra di Damien Hirst a cura di Anna Coliva e Mario Codognato: oltre 80 opere dalla serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable sono esposte in tutte le sale del museo affiancando i capolavori antichi e comprendono sculture sia monumentali che di piccole dimensioni, realizzate in materiali come bronzo, marmo di Carrara e malachite.

DAMIEN HIRST Colour Space
Spot Paintings, Colour Space

Anche i dipinti di Hirst Colour Space, in Italia per la prima volta, sono allestiti all’interno della collezione permanente, mentre la sua scultura colossale, Hydra and Kali, è nello spazio esterno del Giardino Segreto dell’Uccelliera.

MyWhere Damien Hirst - Unknown Pharaoh
Damien Hirst – Unknown Pharaoh (Faraone non identificato), 2015. Granito blu, oro e agata bianca I ritratti del faraone regnante presentavano un insieme ricorrente di caratteristiche, consentendo alla popolazione di identificare facilmente il soggetto della loro lealtà. Il volto di questo re presenta una mascella squadrata, naso aquilino, prolabio pronunciato e bocca leggermente inclinata. Malgrado ci siano alcune somiglianze con l’iconografia di Amenemhat III, la figura deve essere ancora identificata.

Il progetto DAMIEN HIRST ARCHAEOLOGY NOW è stato reso possibile grazie al generoso supporto di Prada, che indaga gli ambiti di ricerca come l’arte, l’architettura, la filosofia, la letteratura con l’obiettivo di elaborare linguaggi e progetti innovativi, in un continuo dialogo con gli scenari più ampi della contemporaneità.

Le opere di Damien Hirst sono presentate nella Galleria Borghese, un museo con una superba collezione di capolavori della statuaria romana classica, della pittura italiana del Rinascimento e di quella del Seicento, e le più importanti sculture di Bernini e Canova.

DAMIEN HIRST e CANOVA

Nello stesso tempo, e questa è la sua unicità, è un luogo che possiede una ricca e originale decorazione fatta da una varietà di materiali e colori: marmi, stucchi, mosaici.

I lavori di Damien Hirst completano la molteplicità di invenzioni e tecniche presenti nella collezione museale, mostrando l’incredibile abilità dell’artista di unire concetti e narrazioni con l’eccezionale capacità necessaria a creare queste complesse opere, che è stata una costante di questa istituzione.

Damien Hirst – Children of a Dead King (Figli di un re deceduto). 2010, bronzo

Questo progetto nasce da una delle ricerche più originali di Damien Hirst negli ultimi vent’anni: Treasures from the Wreck of the Unbelievable esposta per la prima volta a Venezia nel 2017 a Palazzo Grassi e a Punta della Dogana.

DAMIEN HIRST Foto MyWhere
A confronto DAMIEN HIRST Children Dead King del 2010 in granito nero.
L’esibizione allegorica dei corpi dei prigionieri è ricorrente nella storia dell’arte. E’ impiegata principalmente come medium per esplicitare il tema contemporaneo della lotta, per illustrare l’oppressione e la schiavitù. Si pensa che questa coppia idealizzata rappresenti i figli incarcerati del famoso nemico di Roma, Mitridate VI del Ponto (135-63 a.C.)

Qui aveva lavorato con materiali diversi – naturali, tecnologici e preziosi – con eccezionale tecnica e abilità. Realizzate in marmo, bronzo, corallo, cristallo di rocca, pietre dure e inserite tra i capolavori della collezione della Galleria, queste opere esaltano il desiderio di multiformità del suo fondatore, il Cardinale Scipione Borghese. La sua fantasia era stata di superare le categorie, non solo tra le arti, ma anche tra realtà e finzione.

Damien Hirst alla Galleria Borghese

La mostra ARCHAEOLOGY NOW presenta anche un gruppo di dipinti dalla serie di Damien Hirst del 2016 intitolata Colour Space, che costituisce sia uno sviluppo degli Spot Paintings sia una rivisitazione della prima opera di quella serie in cui le macchie erano dipinte liberamente. Colour Space vede l’infiltrazione, nelle parole di Hirst, di “elementi umani”. Queste opere sono come “cellule al microscopio”. Rompono l’idea di una immagine unificata, fluttuano nello spazio, scontrandosi e fondendosi l’una nell’altra, con un senso di movimento che contraddice la stasi della tela.

MyWhere DAMIEN HIRST Medusa
The Severed Head of Medusa (La Testa Mozzata di Medusa) 2013 Oro e argento
Dall’antichità romana in poi la grande bellezza di Medusa divenne il suo più importante attributo. La poetessa tardo medievale Christine de Pizan la descrisse come figura “di una bellezza così sorprendente che non solo superava tutte le altre donne ma era attraente per ogni creatura mortale su cui posava lo sguardo”. Con una allusione metaforica ai poteri fatali della Gorgone Pizan concluse che la sua bellezza “sembrava rendere le persone immobili”.

Non saranno solo le enormi statue, al cospetto di quelle di Bernini o del Canova, a sconvolgere i vostri sensi. Ne l’utilizzo di materiali inediti come bronzo fuso al marmo di Carrara o al Granito blu, costellato di  malachite e agata bianca, così come i ritratti in oro, ma è la convivenza di tutto ciò in forme nuove.

MyWhere Tuffatrice
La tuffatrice in bilico in punta di piedi, questa figura in bronzo di dimensioni doppie del reale sarebbe stata esposta in un ninfeo: un santuario costruito sul sito di una grotta naturale. Le grotte erano estremamente diffuse in Grecia e a Roma e le loro versioni artificiali di grandi dimensioni furono scolpite replicandone le formazioni rocciose naturali.

Stupefacente l’allestimento ed il percorso espositivo, quindi non perdete l’occasione di assistere ad una messinscena del mondo che verrà, dall’antica archeologia al futuro  dell’arte.

Lasciate a casa i pregiudizi sull’arte contemporanea e immergetevi in questo sogno, sarà un viaggio che conserverete nella vostra memoria.

Fabiola Cinque e Tuffatrice
Io dinanzi l’incredibile scultura gigante La Tuffatrice di Damien Hirst

 

Chi è Damien Hirst?
Damien Hirst nasce nel 1965 a Bristol, cresce a Leeds e dal 1986 al 1989 studia belle arti al Goldsmiths College di Londra. Nel 1988 progetta e cura Freeze, una mostra collettiva divenuta il trampolino di lancio non solo per Hirst, ma per un’intera generazione di giovani artisti britannici. Dalla fine degli anni ‘80, realizza una vasta serie di installazioni, sculture, dipinti e disegni per esplorare le complesse relazioni tra arte, bellezza, religione, scienza, vita e morte. Con i suoi lavori – tra cui l’iconico squalo in formaldeide The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (1991) e For the Love of God (2007), calco in platino di un teschio tempestato di 8.601 purissimi diamanti – investiga e sfida le certezze del mondo contemporaneo, ed esamina tutte le incertezze insite nella natura dell’uomo.
Dal 1987 sono state organizzate in tutto il mondo oltre 90 mostre personali e ha partecipato a più di 300 mostre collettive. Nel 2012 la Tate Modern di Londra ha presentato una grande retrospettiva sul suo lavoro in concomitanza con le Olimpiadi Culturali. Le mostre personali di Hirst includono, tra le altre, il Qatar Museums Authority, ALRIWAQ Doha (2013-2014); Palazzo Vecchio, Firenze (2010); l’Oceanographic Museum, Monaco (2010); il Rijksmuseum, Amsterdam (2008); l’Astrup Fearnley Museet fur Moderne Kunst, Oslo (2005); il Museo Archeologico Nazionale, Napoli (2004); Palazzo Grassi e Punta della Dogana a Venezia (2017). Nel 1995 vince il Turner Prize. Vive e lavora tra Londra, Devon e Gloucestershire.

Il catalogo della mostra, pubblicato da Marsilio in versione italiana e inglese, presenta testi critici di Anna Coliva, Mario Codognato, Geraldine Leardi e contiene le immagini dell’allestimento nel museo.

 

Tutte le foto MyWhere©

Fabiola Cinque

One Response to "L’archeologia è adesso, e sempre. Damien Hirst alla Galleria Borghese"

  1. Melissa Turchi
    Melissa Turchi   24 Agosto 2021 at 08:11

    Mi avete dato un ottimo suggerimento per la mia visita romana a settembre!! Grazie!

    Rispondi

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