Carpineti Terrae, il sogno di una cantina del Lazio diventata realtà

Carpineti Terrae, il sogno di una cantina del Lazio diventata realtà

ITALIA – Visita all’azienda vitivinicola Marco Carpineti. A Cori, in provincia di Latina e alle pendici dei Monti Lepini, sorge Carpineti Terrae. Ho intervistato Paolo Carpineti per conoscere, oltre alla storia di famiglia, la filosofia aziendale e scoprire così qual è il segreto che rende questa etichetta così unica.

Carpineti Terrae, una realtà unica. Vi racconto la mia esperienza a Cori, cittadina a pochi passi da Roma, (solo 50 chilometri dalla Capitale), dove ho visitato l’azienda vitivinicola Marco Carpineti. Non solo per conoscere il territorio e i suoi vitigni autoctoni, ma anche per scoprire la filosofia aziendale attraverso una storia di famiglia.

Io, Andrea Rastelli e Paolo Carpineti, in visita nelle loro Tenute

Quello che mi ha spinto a Carpineti Terrae è il desiderio di scoprire come valorizzare ciò che offre il territorio, portandolo a dimensioni nuove e profondamente contemporanee alla ricerca della sostenibilità. La cultura del vino è sempre il riflesso della passione verso un modus vivendi e l’amore per la propria terra.

All’azienda vitivinicola ho incontrato Paolo e Isabella, i due figli di Marco Carpineti.

Nel trascorrere il tempo insieme a Paolo Carpineti, che mi ha reso partecipe della filosofia aziendale, ho avuto modo di fargli delle domande per conoscerne il progetto.

Paolo e Isabella Carpineti

Paolo, iniziamo dal ruolo che ricopri in azienda e da quando te ne occupi.

Io sono entrato in azienda nel 2011, e attualmente dirigo il reparto commerciale e finanziario, oltre che aver ideato il progetto Kius, ma di questo voglio parlarne più tardi…

L’azienda Carpineti è una vera e propria realtà di famiglia, insieme a mio padre Marco Carpineti, proprietario e direttore del comparto agronomico, ci sono io e mia sorella Isabella.

Ritratto di famiglia in Tenuta: Marco, Paolo e Isabella Carpineti

Ci parli della storia della tua famiglia?

Mio padre Marco Carpineti inizia la propria avventura nel vino nel 1986, da una piccola casa di campagna con un pergolato di uve lungo la via Francigena, a sud di Roma, eredità dei propri antenati. Da qui, dalla Tenuta Capolemole di Cori dove ti trovi tu oggi, ha dato vita, attraverso la valorizzazione delle uve autoctone, ai primi vini aziendali. La specificità, ma soprattutto l’intuizione, è stata la scelta di lavorare sin da subito secondo una virtuosa salvaguardia della natura che lo porta già nel 1994 a ottenere la certificazione biologica, tra i primi in Italia.

KIUS Carpineti MyWhere

Qual è la visione della famiglia Carpineti?

Sostenibilità, rispetto per la natura, ricerca nella tradizione. Questo è rappresentato nelle tre stelle sullo stemma dell’azienda, che si traducono in una cultura autentica del vino, nella conduzione biologica dei vigneti e nella riscoperta e salvaguardia dei vitigni autoctoni di queste antiche terre.

Io, Andrea Rastelli, con Paolo e Isabella Carpineti

E la filosofia dell’universo Carpineti?

La nostra parola chiave è Terra, che rappresenta l’ossatura dei sogni dell’universo Carpineti. Terra come materia prima che dà continuità, che è leit motiv della filosofia aziendale. Terra è l’anima del progetto di Marco Carpineti. Tutto qui si traduce in vigne allevate all’insegna dell’agricoltura sostenibile e della biodinamica, con un profondo spirito di valorizzazione delle uve antiche e di un passato prezioso, ma anche attraverso una costante innovazione.

Paolo Carpineti a passeggio tra le vigne Carpineti Terrae

Cosa intendi per passato prezioso?

La nostra è un’eredità importante che parte dalla ricerca storica delle varietà arcaiche, ponendo il suo focus nell’agricoltura lenta e naturale, che riteniamo sia il futuro del vino.

Infatti, Carpineti Terrae significa scoprire e valorizzare ciò che offre il territorio, portandolo a dimensioni nuove e profondamente contemporanee con una visione chiara e una scelta anticipatrice dei tempi: sostenibilità, produzione biologica del vino, bellezza dei paesaggi, lavoro integro per un’autentica cultura del vino.

La particolarissima anfora di terracotta come si usava già dall’antichità, nella Bottaia Carpineti Terrae

Qui tuo padre Marco Carpineti è il pioniere di questa visione.

Si, lui interpreta il sogno vivo di un’azienda che deve essere, al tempo stesso, visione, territorio e innovazione. Ed io, che sono figlio di agricoltori, porto in dono il rispetto per la terra e per i nostri antichi luoghi. Per questo ho creduto nel biologico fin dal 1994 e nelle varietà autoctone di quest’area. Siamo stati per tanti ambiti dei precursori e degli apripista, volevamo dare una nostra lettura alle varietà antiche, partendo dal lavoro in vigna, fondamentale punto di partenza.

Mentre la mia vista è catturata da un susseguirsi di colline ordinate, con panorami e terrazzamenti antichissimi, proseguo con le mie domande.

MyWhere Andrea Rastelli CARPINETI Tenuta 2

Puoi illustrarci i vari step che vi hanno portato qui, a Carpineti Terrae, oggi?

Partiamo da dove ci troviamo. La Tenuta Capolemole l’abbiamo realizzata intorno al duemila con la nuova cantina.

Dalla Tenuta Capolemole in poi, negli anni, continua la nostra sperimentazione e la cura dei vitigni autoctoni e così anche l’espansione dell’azienda che nel 2006, grazie alla nuova Tenuta Pezze di Ninfa, rafforza la volontà di mio padre Marco Carpineti di cercare nuovi scorci storici, valorizzare terreni e climi nascosti che possono dare sentori e sfumature nuove alle varietà autoctone del luogo.

Marco, Paolo e Isabella Carpineti

Poi nel 2009 è la volta della Tenuta San Pietro, un ulteriore passo alla scoperta e allo sviluppo di un territorio unico e variegato. E infine, nel 2015, avviene l’ultima acquisizione, la Tenuta Antoniana, una summa di territori diversi che dal livello del mare arrivano fino ai 600 metri.

Quindi le Tenute di Carpineti Terrae sono quattro, giusto?

Si, ognuna caratterizzata da un particolare microclima e sottosuolo, ognuna in grado di esprimere al meglio le particolarità dei suoi vitigni e dei terreni insieme al racconto della cultura del vino.

MyWhere Andrea Rastelli CARPINETI vigne

Quali sono i vini che derivano da questi luoghi e interpretano l’anima del territorio?

Tutto il segreto è riposto proprio nelle vigne, nella solidità con cui sono allevate e l’integrità naturale che le accompagna. L’aderenza intima in ogni passaggio alla sostenibilità ambientale e alla biodinamica è l’anima del vino che produciamo. Bellone, Greco Moro, Nero Buono sono le uve autoctone recuperate e valorizzate in una cornice nuova e antica, in una continua sfida e un continuo atto d’amore, che si rinnovano ogni giorno alla costante ricerca dell’armonia tra terra e storia. I vini che ne derivano hanno il sapore di questi luoghi e un’anima profondamente territoriale.

Paolo Carpineti tra le anfore di terracotta in Bottaia Carpineti Terrae

Riassumendo, la linea Marco Carpineti quanti vini comprende?

La linea, che prende il nome dal fondatore dell’azienda Marco Carpineti, racchiude in sé i vini tradizionali, i premium e i due affinati in anfora.

L’intera produzione è biologica certificata e la raccolta delle uve avviene manualmente e separatamente per ogni vitigno, così da scegliere il momento migliore e selezionare i grappoli.

Io, Andrea Rastelli, che mi verso dall’originale anfora di terracotta il vino NZU CARPINETI

Tra i vini tradizionali ci sono il Capolemole bianco e il Collesanti, da uve Bellone, e il Capolemole rosso e il Tufaliccio, blend di Montepulciano e Cesanese. Tra i premium invece compare l’Apolide, Nero Buono in purezza, e il Dithyrambus, che al Nero Buono aggiunge nel blend anche il Montepulciano.

Nei bianchi il Moro, prodotto da un vitigno raro, il Greco Moro, e il Ludum, il passito aziendale, che nasce dai migliori grappoli di Arciprete, variante rara del Bellone.

MyWhere NZU CARPINETI

Infine, il recupero delle tradizioni più arcaiche e l’omaggio all’antica Roma hanno portato alla produzione di due vini affinati in anfora, Nzù, dal dialetto romanzo di Cori, “dell’andare insieme, dell’essere una sola cosa”. Prodotto in due versioni, lo Nzù Bellone e lo Nzù Nero Buono, vuole valorizzare, ancora una volta, i due importanti autoctoni del territorio.

Paolo Carpineti in una delle sue Tenute Carpineti tra i suoi cavalli

Bene, allora ora vogliamo sapere tutto del tuo progetto, diventato realtà. Raccontaci della bollicina che rappresenta il Lazio e la città di Roma.

Sì, sono particolarmente orgoglioso di parlare del Metodo Classico Kius. Una parola nata nel sogno, che non esiste, ma che riproduce perfettamente ciò che ho fortemente voluto. Un Metodo Classico biologico da aromi inediti e originali, prodotto da vitigni che da dimenticati diventano oggi virtuosi protagonisti di una bollicina unica che rappresenta il Lazio e la città di Roma. Il Metodo Classico Kius nasce nella Tenuta San Pietro.

Per questo la Tenuta è oggi anche il palcoscenico di un innovativo Parco delle bollicine. Un luogo che si fa racconto della spumantizzazione e di tutte le sue fasi. E qui, nella Casetta Kius, alla fine del percorso, è possibile assaggiare la produzione spumantistica dell’azienda e non solo, il tutto immersi tra i vigneti in un luogo silenzioso e senza tempo.

Con Kius voi siete la prima azienda del Lazio a produrre bollicine metodo classico dai vitigni autoctoni del territorio. Perché hai creduto nelle potenzialità della spumantistica?

Sì siamo stati la prima azienda del Lazio a produrre bollicine metodo classico dai vitigni autoctoni del territorio. Abbiamo creduto profondamente nelle potenzialità della spumantistica. Il progetto Kius nasce grazie alla mia volontà e convinzione di (sin da quando sono entrato in azienda), di puntare sul metodo classico con l’idea di creare un brand di respiro internazionale ma fortemente legato al territorio. Uno strumento capace di trasportare le persone più lontane nella dimensione local. Il cosiddetto Glocal.

Paolo Carpineti e Andrea Rastelli

Il progetto Kius è quasi decennale se non sbaglio…

Infatti! L’anno prossimo saranno dieci anni esatti da quando è venuto alla luce il Kius brut da uve Bellone (era il 2014). Attualmente al Kius brut oggi si affiancano il Kius extra brut e il Kius pas dosé. Entrambi da Nero Buono e con affinamenti più lunghi che arrivano fino ai 60 mesi sui lieviti.

KIUS Carpineti MyWhere
KIUS Carpineti

Volevo fare il metodo classico con varietà di uve e in luoghi mai visti prima. Questa è stata la nostra grande sfida. Una apparente follia, ma scaturita da una visione ben nitida! Kius non ha nessun rimando oggettivo di significato, ma è un contenitore in cui ognuno può inserire il proprio attraverso ciò che vive. Attraverso le intime emozioni che respira e che a volte rimangono nel cuore o nella mente, a sugellare un momento, un ricordo.

In base alle aspettative che avevate che obiettivi vi ponete per Carpineti Terrae?

Gli obiettivi sono sempre più ambiziosi. Ad ogni modo è un grande piacere poter vedere oggi le nostre bottiglie sulle tavole di mezzo mondo. Vedere come il nostro lavoro è riconosciuto e apprezzato e le nostre aspettative e i nostri sogni sono stati addirittura superati!

Io con Paolo e Isabella Carpineti

Poter visitare le vostre tenute, attraversare le vigne, assaporare e godere dei profumi e sapori del luogo è stata un’esperienza coinvolgente. Poter conoscere a fondo, dalle radici storiche al prodotto finale l’essenza dei vini Carpineti, mi ha reso partecipe di un grande progetto rendendo questa visita anche un’esperienza formativa.

Ti ringrazio di aver condiviso con me la realtà e la storia di questo progetto. Attraverso i tuoi racconti hai pienamente trasmesso la grande passione che spinge tutti voi a rendere questa cantina così unica.

MyWhere Andrea Rastelli CARPINETI Olio

MARCO CARPINETI AGRICOLA BIOLOGICA

S.p. Velletri – Anzio, 3 – 04010 Cori, Roma. Tel. +39 06 9679860

Per saperne di più su Carpineti Terrae è possibile inviare una mail a info@marcocarpineti.com oppure consultare il sito ufficiale cliccando qui.

Tutte le foto MyWhere©

L'Editore

Leave a Reply

Your email address will not be published.