ITALIA – “Concediamo Contributi Culturali solo a coloro che investono nel Turismo, generando nuove opportunità di sviluppo e nuova occupazione giovanile!” Secondo Galimberti c’è solo un modo per risollevare il settore più colpito dal Covid. Ecco la nostra intervista con lui.
Non è un segreto che il turismo rappresenti uno dei settori con maggiori danni economici per effetto della pandemia Covid-19. È stato colpito tutto il settore, senza eccezioni, dalla ricettività alla ristorazione, dai tour operator alle agenzie di viaggio e nonostante un’inevitabile risalita nei prossimi mesi, la situazione appare tutt’altro che rosea. Per affrontare questo problema, ci siamo rivolti ad una nostra vecchia conoscenza, vale a dire Doriam Galimberti, di professione Direttore Artistico e Organizzatore di eventi, con il quale facciamo un focus su un settore che si trova letteralmente in ginocchio.
Sicuramente la sua attività artistica le ha permesso di viaggiare costantemente e di entrare in contatto con altre culture.
Grazie alla mia esperienza professionale a livello internazionale mi ha portato a conoscere nuova gente, confrontandomi con nuove culture ed entrare in contatto con punti di vista diversi, aiutandomi ad avere una visione più ampia, stimoli e curiosità per scoprire il mondo da diverse angolazioni.
La cultura è l’unico bene dell’umanità che, diviso fra tutti, anziché diminuire diventa più grande, conoscere il mondo arricchisce tantissimo ed è necessario per la vita.
Direttore, ci risulta che lei è amante del dettaglio, capace di ideare, creare e anticipare processi di cambiamenti con significativi risvolti.
Probabilmente possiedo una mentalità aperta, capacita’ di innovazione, sviluppo e spirito critico costantemente proiettato al futuro, in grado di interpretare i cambiamenti in una prospettiva di crescita e di immaginare nuovi scenari futuri, positivi e ambiziosi.
Fare cultura significa lanciare forti messaggi, un crescendo di emozioni e di stupori come essere usciti da un sogno in un’atmosfera misteriosa, in cui si intende valorizzare e incentivare il rilancio “socio-economico” del territorio cittadino, introducendo nuove tecnologie ma anche risolvendo le problematiche più “tradizionali”.
Sono le persone più infelici, senza visione né capacita’ di innovazione quelle che più temono il cambiamento!
Sulla base della sua esperienza professionale, ma anche come spettatore, come mai l’Italia non si evolve nelle località di provincia a livello turistico?
In Italia abbiamo ancora molta strada da percorrere nella promozione e nella gestione del Turismo, siamo fortemente danneggiati da molte località di provincia che sono rimaste a livello di terzo mondo culturale, di quella mentalità nociva, chiusa e arretrata di gusto che ancora le impedisce di diventare adulte.
E questo non ci fa sicuramente onore.
Lei sostiene di concedere contributi culturali solo a quelle località che investono nel futuro, nella direzione e gestione di progetti turistici.
Chi non è culturalmente in grado di far crescere annualmente la propria Località a livello economico, occupazionale, commerciale, artigianale, sociale e turistico dimostrando una reale capacita’ attrattiva territoriale, credo non abbia alcun diritto di continuare a percepire di contributi economici e agevolazioni comunali, provinciali e regionali a fondo perduto.
Culturalmente la più forte specie è quella più reattiva ai cambiamenti, essendo favorevole a rafforzare la crescita del tessuto imprenditoriale Locale con progetti innovativi per contrastare soprattutto la disoccupazione giovanile.
In Italia non c’è inventiva e non sappiamo fare sistema, troppa gente si occupa dei sensi unici e dei sensi vietati, senza mai mettersi in cammino.
Quindi, l’obiettivo principale è quello di puntare su un pubblico di qualità e multietnico?
Per crescere si deve puntare assolutamente sulla qualità, il Turismo ragiona esattamente cosi’:
Care Località, se rinunciate al Vostro potere di attrarmi elegantemente io rinuncerò alla mia volontà di seguirvi.
Sono sempre i Turisti che, per scappare alla folla, sono in cerca di un’alternativa nei paesi di provincia, alla base di tutto sara’ fondamentale puntare sulla qualità del pubblico che si accoglie, quale vantaggio competitivo sostenibile nel tempo, poiché l’eleganza di una Località che dispone di personale giovane, qualificato, multilingue, gentile, cortese, professionale è una risorsa .
In Italia, molti organizzatori culturali non hanno capito che sono Loro a doversi adattare ai clienti e non viceversa, purtroppo le menti mediocri non sono mai intuitive, condannando e ignorando abitualmente tutto cio’ che oltrepassa la Loro portata.
Cosa ne pensa delle Sagre Paesane e Feste Popolari prive di autenticità?
Come ho già descritto in una mia precedente intervista del 2020, sono del parere di autorizzare solo le Sagre e/o Fiere che mirano a valorizzare l’autenticità, salvaguardando quei prodotti o piatti che sono esclusivamente del luogo ! Inoltre le manifestazioni popolari dovrebbero divulgarsi fuori dal perimetro urbano, in periferia, favorendo il centro storico di avvicinare e trattenere elegantemente il Turismo.
Purtroppo le Sagre sono spesso inventate da imprenditori locali che mirano solo al personale profitto economico, e i Comuni sono compiacenti autorizzando fondi e utilizzo del suolo, pensando a un possibile ritorno in termini di visibilità.
Su internet (vedi qui sotto) notiamo il business delle false Sagre “inventate”, un giro che vale 600 milioni di euro esentasse. Insomma, si puo’ tranquillamente affermare che due Sagre su tre non sono assolutamente legate alla tradizione enogastronomica locale, allontanandosi sostanzialmente dal concetto di prodotto turistico:
-Le 27 mila false sagre che rubano 700 milioni di PIL;
-La concorrenza sleale delle Sagre estive;
-False Sagre: sono 32 mila quelle prive di requisiti;
-Umbria, i ristoratori dichiarano guerra alle “Sagre”;
-Valorizziamo le Sagre autentiche;
-Confcommercio contro le false Sagre, False Fiere, False Feste, elusione fiscale;
-Sagra del pesce in montagna e Sagra dei funghi sul mare;
-Basta Sagre, è concorrenza sleale;
-Guerra alle false Sagre;
-Si è persa l’autenticità delle Sagre;
-Basta con le Sagre Tarocche;
-Abolire il 75% delle Sagre Gastronomiche è battaglia di Civiltà;
-Sagre e Feste paesane: pochi controlli e molte proteste, etc. etc.
Apprezzo una Località che per spezzare eventuali interferenze e condizionamenti di interessi personali, la concessione inerente alla presidenza e vicepresidenza culturale venga concessa esclusivamente a incaricati che non detengono attività commerciali e artigianali in loco, né intestati al coniuge e/o ai parenti fino al 4° grado, ispirandosi ai principi di trasparenza, di sana e prudente gestione.
P.S. Mi trovavo in Tour con Mia Martini in una cittadina, il presidente Pro Loco mi obbligo’ a svolgere il concerto davanti al Suo esercizio commerciale pur avendo nella stessa Localita’ un’arena spettacoli agibile.
Come considera le notti Rosa, Bianche etc.?
Le considero serate composte solo di apparenza dove si vuole evidenziare la propria Località affollata, una movida arrogante e sbruffona che spesso porta assembramenti incontrollabili e pericolosi, con disagi troppo forti rispetto ai benefici .
Notti alcoliche senza limiti che spesso degenerano in atti di vandalismo, strafottenza e risse tra giovani, scazzottate, spaccio, pipi’ in strada, furti, molestie, aggressioni, gesti compiuti da persone ignobili che non hanno idea cosa significhi avere un minimo di educazione.
Personalmente preferisco la qualità alla quantità, nell’ambiente culturale lo Stile è fondamentale, è il sigillo della personalità stampigliato sulla ceralacca della vita. Dimmi chi attrai e ti diro’ chi sei!
Praticamente Lei elogia e sostiene gli eventi caratterizzati da eleganza, qualita’ e raffinatezza…
In una Località ritengo sia importante dare priorità ai ristoratori, commercianti, artigiani e produttori i quali pagano regolarmente le tasse, garantendo personale altamente qualificato, giovane, elegante, preparato, di bell’aspetto, con conoscenza lingue e dai modi gentili ed educati, rendendo l’ambiente ospitale e originale, dove il relax e la raffinatezza sono veramente allo stato puro.
L’arte dell’ospitalità per una località significa non mettere i propri egoismi davanti, presentando eventi di elevatissimo spessore culturale ed artistico tra mostre, concerti, teatro, letteratura e cinema in un clima piacevole, rilassante e non confusionario per serate divertenti, tranquille, rilassanti e rigeneranti.
Il Turismo (se ben gestito) sarà sempre la nostra salvezza culturale, in quanto uno dei settori trainanti della nostra economia.
Come fare, allora, per contrastare il fenomeno popolare “anti-turistico”?
Forse basterebbe maggiore responsabilità e serietà da parte di Associazioni, Comuni, Comitati e imprenditori cittadini, poiché chi vuole realmente bene alla propria località non inganna, ma nel caso non fosse sufficiente (si sa che il denaro acceca chiunque), proporrei una legge che obblighi le Sagre a valorizzare esclusivamente il contesto enogastronomico locale.
In Italia non ci impegniamo a promuovere il territorio come meriterebbe, e credo che manca una visione manageriale completa, il cambiamento è una porta che si apre solo dall’interno, bisogna innovare per non scomparire.
La mentalità organizzativa quanto influisce?
Bisogna fare sempre quello che si ha paura di fare, abbandonando la provincialità, rozzezza e ignoranza, bensì rafforzando la capacita’ attrattiva del proprio territorio e l’immagine della Localita’a livello nazionale e internazionale.
Agire sempre con un tocco di classe e di raffinatezza nel favorire chi consente di portare al successo i locali della propria città, al fine di incentivare l’occupazione giovanile stabile, il commercio, l’artigianato e il tessuto produttivo del territorio.
Cosa pensa della tragica piaga musicale del playback su molti “palcoscenici” italiani?
Purtroppo si tratta di una realtà amara che prende sempre più campo. E’ il caso, di porre un freno a questa deriva, significherebbe rispetto per chi ascolta la musica.
Esibirsi in playback è una vera e propria truffa, pertanto ai concerti, eventi e spettacoli solo artisti senza basi “pre–registrate”, suonare LIVE è la forma più primordiale possibile di scambio di energia con il pubblico, è il compendio di un percorso artistico puro e onesto.
Cosa si aspetta dalla Sua prossima Località in qualità di direttore artistico?
Sinceramente ho varie richieste, ma non so ancora quale sarà la mia prossima meta lavorativa che mi scritturerà in qualità di “direttore artistico” per i prossimi cinque anni , spero incontrare una cittadinanza con una mentalità aperta e accogliente volta al futuro, ben predisposta a soluzioni nuove, perché idee e pensieri possono diventare i prossimi successi, raggiungendo obiettivi dello sviluppo locale e della valorizzazione delle risorse ambientali e culturali.
Bisogna attrarre e rendere l’ospite un “Ambasciatore”, fargli venire voglia di ricordarti positivamente e di ritornare, questo sarebbe un immenso aiuto per l’economia locale e soprattutto per i giovani che, per mancanza di lavoro, sono costretti ad allontanarsi.
Praticamente Lei crede che si possa vivere di Turismo pure in provincia?
Ho l’idea che il Turismo, se ben intercettato, attratto e gestito, potrebbe essere una vera risorsa per l’Italia, il nostro Paese è molto apprezzato anche da popolazioni lontane.
Sono certo che l’Italia può vivere di Turismo pure nelle località di provincia, ma dobbiamo crederci di più in quanto chi viene in Italia vuole una esperienza, un ricordo, profumi che serberà con se per sempre.
Questa per me è l’Italia da scoprire che va valorizzata!
Un Suo pregio personale?
Non mi fermo mai davanti alle difficolta’, anzi le ritengo sfide!
In homepage la città di Sora in Ciociaria. Foto MyWhere
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