Buoni propositi per il 2021: la speranza rivolta a L’Anno che verrà

Buoni propositi per il 2021: la speranza rivolta a L’Anno che verrà

ITALIA – L’anno nuovo sta per arrivare e in questo periodo è tempo di buoni propositi e progetti per il futuro. Ma soprattutto, è il momento di riflettere, di capire che il tempo è un dono prezioso che va condiviso.

L’anno che verrà è anche il titolo di una canzone eterna di Lucio Dalla, in cui l’artista sembra avere premunizione dell’odierna realtà.

Lucio il cabarettista,  il poeta, preciso sornione di origine Bolognese e precursore di stili black, funk, Jazz , pop. Lucio Dalla si divertiva a mescolare suoni e parole. I suoi esordi non sono stati tra i migliori, ma con il tempo e il suo fare scostante si è fatto largo tra la folla, mettendo su carta alcuni dei capolavori più belli degli anni ’70. Tra questi, L’anno che verrà. Riporto qualche strofa;

Caro amico ti scrivo

così mi distraggo un po’

 e siccome sei molto lontano

più forte ti scriverò

da quando sei partito

c’è una grossa novità

l’anno vecchio è finito ormai

ma qualcosa ancora qui non va

l'anno che verrà

Vi invito ad ascoltarla per intero, quanta verità nelle sue parole, sui fatti attuali. Vorrei potervi accompagnare verso l’anno nuovo, con questa mie elucubrazioni, che scriverò per tutti, così mi distraggo un po’ anch’io, dai pensieri negativi, da questa vita inflazionata.

Tra tutte le cose che ho visto e sentito, non mi era mai passato per la testa che potesse ad un certo punto arrivare un blackout totale di nome coronavirus o Covid 19 capace di oscurare la vita di tutti. Ci ha resi soli, tristi e imbavagliati, lontani dai nostri affetti più cari e dal quotidiano, con la tv che ci bombarda di notizie scoraggianti, atte a scoraggiare i più piccoli e timidi movimenti.

Tra pochi giorni è Natale ma l’atmosfera è funesta, dallo scintillio delle luci al silenzio assoluto delle piazze. Volete consigli utili per sopravvivere a queste “feste diverse”? Siete soli, non abbandonatevi nè a voi ne al divano. Curatevi della vostra persona, mangiate bene, premiatevi, scrivete una lettera a vostra mamma a vostro padre ai nonni, al vostro miglior amico/a, fate finta di avere gente a cena. Diventate i vostri masterchef, bevete un buon bicchiere di vino rosso o bianco a vostro piacere, leggete non c’è passatempo più bello, ascoltate della buona musica.

Dobbiamo imparare a difenderci caricandoci di immunità con la positività, che contraddistingue gli Italiani,  non ci si può aspettare nulla dagli altri; paghiamo la deflagrazione di una guerra batteriologica diffusa per errore o per volontà, contrastata dai potenti, combattuta dal popolo che ne paga le conseguenze.  Ne abbiamo offerte fin troppe di anime a Caronte, anime belle innocenti rubateci e strappate alla vista. Mi rendo conto, che la tristezza e l’incertezza può far da padrone, ma non possiamo stavolta chinare il capo. Cosa può fare un bicchiere di vino un piatto succulento o una canzone cantata a squarcia gola? Niente di più che qualche minuto di spensieratezza, ne abbiamo tutti bisogno.

Prendo ancora spunto dal testo de L’Anno che verrà di Dalla che cita testuali parole:

Ma la televisione ha detto che il nuovo anno

 porterà una trasformazione

 e tutti quanti stiamo già aspettando.

Sarà tre volte Natale e festa tutto l’anno.

Non si pretende la festa tutto l’anno, siamo uomini e donne responsabili noi Italiani.  Profumiamo di creatività. Le nostre eccellenze sono sulla bocca del mondo, perciò coraggio, usciremo fuori da questo tunnel e verremo irradiati dal sole, un nuovo sole, ma bisogna crederci, tanto più scuro che a mezzanotte non può venire.

Penso che questo stop così violento, improvviso e inaspettato in parte ci faccia bene, diciamocela tutta. Questo continuo voler andare di corsa, bruciare le tappe… Insomma, riflettete un po’ sulla vostra vita, analizzatela, pensate a quello che facevate prima dell’era virusoide. Quante attività riuscivate a concludere in una giornata, genitori? Sveglia alle 7, colazione tipo gran prix cronometrata, vestizione trucco e parrucco, spray ascellare per gli uomini, portare i figli a scuola, palestra, parrucchiere/barbiere, estetista, riprendere i figli, portare i figli a calcio a danza, fare la spesa, recuperare i figli, e la sera a casa, tutti zitti incollati ai cellulari. Teen – o pseudo tali, scuola, università, palestra, ape e poi …poi ve lo dico io, nulla.

UN NATALE DIVERSO DA TUTTI GLI ALTRI

E i nonni? Li ho sentiti al telefono, “stanno bene”. E’ venuta l’ora di assaporare i momenti, time for reflection. Da uno a 10 quanto vorremmo trascorrere una domenica con i nonni ora, per chi li ha ancora,? “VENTI” , forse tutto questo ci sta dando la possibilità di dare la giusta priorità alle cose, c’è un  tempo per tutto.  Io ad esempio, vorrei tanto rivedere mia nonna ai fornelli, con il grembiule blu intenta a preparare il sugo della Domenica. Vorrei riascoltare il suono della risata di mio padre e perdermi nei suoi bellissimi occhi scuri, perché non l’ho fatto prima, mi domando e tormento, perché, stavo correndo anch’io.

Considerazioni ultime, ma non ultime. L’anno che verrà è ormai alle porte, e porterà questo fantomatico vaccino, finalmente, e il ricordo di quegli amari giorni targati 2020. Mi attribuisco la licenza di dire a chi ci governa, che oggi, io come tanti, non mi sento nè difesa nè tutelata, ma più disorientata dai vostri mille discorsi, dai litigi le scaramucce tra partiti.  Abbiamo perso il capitale umano più prezioso, i nostri nonni, vero lume di saggezza, umanità e calore, senza di loro, per tanti Natale sarà un numero, 25 e basta.

Non fatevi la guerra, non si è ancora arrivati alla fine della conta delle nostre vittime. Chi scorderà mai i camion militari con sopra le salme dei nostri cari? Uniti e coesi così come stiamo facendo noi, ai quali ne avrete coscienza e chiesto il sacrificio più grande, insieme è la parola chiave.

pronostici per l'anno nuovo 2021 Foto MyWhere
pronostici per l’anno nuovo 2021 Foto MyWhere

È  difficile augurare Buon Natale, perché di cose buone oggettivamente in questo periodo ce ne sono poche, ma che quelle poche di cuore, con il cuore, stile B.D’Urso siano indimenticabili. Da qualche parte ho letto, ma come si può pensare al Natale quest’anno? La gente muore, i negozi chiudono. E nel frattempo c’è chi pensa a come andare sciare, ai regali, alla superficialità. Come si possono dimenticare così rapidamente le cose?

In questa situazione io so giustificare, abbiamo tutti necessità di tornare al più presto alla normalità, dove abbracciarsi baciarsi non deve essere un lusso tra congiunti. Ma che con la “normalità” non torni il menefreghismo. Il tempo è prezioso, e non va sprecato e l’unica cosa che non si può rallentare a nostro piacimento, spendetelo bene.  In questo periodo mi sono messa ad osservare con più attenzione cose e persone, e quando mi sono trovata di fronte a mia mamma, mi è sobbalzato il cuore, all’improvviso l’ho vista grande, ho notato il suo passo che è diventato più lento e affaticato, gli occhi lucenti i capelli bianchi, gli occhiali per cucire, di colpo mi sono sentita di essere più grande di lei, come se i ruoli si fossero invertiti. Adesso è lei la mia bambina, riconoscendo come uno scossone l’inesorabile avanzata del tempo, di cui vi accennavo pocanzi. Il Natale ritornerà anche l’anno prossimo, altri “NO”!

Testo di Carmela Abbiento

Autore MyWhere

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