ROMA – Ha preso il via il Sofitel Wine Days al Settimo Romane Cuisine & Terrace, splendido rooftop del Sofitel Roma Villa Borghese. Qui avrete l’opportunità di degustare ottimi vini laziali in abbinamento con la cucina del territorio e tradizione dello chef Giuseppe D’Alessio. Ma preparatevi per i prossimi due appuntamenti del 12 ottobre e il 25 ottobre. Ve ne parlo qui.
Io ho avuto modo di fare la degustazione dei vini delle cantine del Lazio in abbinamento ai piatti dello chef Giuseppe D’Alessio.
Del menù degustazione vi parlo del particolare abbinamento tra Maccheroncini cacio e pepe e il Kius Pas Dosé Marco Carpineti.
La Cantina Carpineti è a Cori, cittadina del basso Lazio (in provincia di Latina) che visitiamo spesso per l’alta enogastronomia e per la produzione locale dei vini tipici della regione. Dai vigneti di questa zona provengono i Nero Buono ed il Bellone, caratteristici con la loro densità e profumazione che ben si adatta ad una cucina tradizionale e raffinata.
Tra l’altro Cori è una località che va assolutamente visitata per le sue rovine antico romano oltre che per i suoi vigneti.
Della cantina Carpineti, qui ho incontrato il primogenito di Marco Carpineti, Paolo, che con l’entusiasmo che lo contraddistingue ci ha illustrato la sua visione frizzante sulle due specie autoctone locali: Bellone e Nero Buono. Infatti, sin dai primi tempi in azienda Paolo ha scelto di approfondire lo studio di un Metodo Classico. Sicuramente una scelta azzardata, quasi una provocazione a sfidare le produzioni con vitigni internazionali, ma ora le soddisfazioni gliene stanno dando merito.
Paolo, con spirito coraggioso e tenacia ha perseguito questa visione e innovazione sino che ha preso forma in KIUS, il Metodo Classico biologico nato dalle antiche uve di Bellone e da Nero Buono. KIUS, una parola inventata che identifica un marchio, un’etichetta, un Metodo Classico biologico inedito, sorprendente, nelle sue versioni Brut, Extra Brut e Pas Dosé.
E, a proposito di bollicine, grazie all’incontro con Alfredo e Barbara Silvestri, in abbinamento con gli antipasti tra cui insalata di polpo al limone e selezione di mozzarelle e insalate di stagione, ho degustato il Brut Silvestri.
Della stessa cantina poi, ma questa volta abbinato ai dessert, in particolar modo con mini-tiramisù al cioccolato e mini-panne cotte ai frutti rossi, ecco il Virbio Silvestri. Questa cantina ci porta in un viaggio di gusto e cultura attraverso i Castelli Romani. Ogni etichetta qui racconta la storia di questo territorio portandoci alla scoperta delle bellezze artistiche che gli appartengono.
La storia di questa cantina ha come fiore all’occhiello gli spumanti, orgoglio della tradizione familiare. Infatti la vocazione nasce dopo la guerra dall’intuizione del suo fondatore che, colto lo spirito americano dei festeggiamenti all’insegna di “vino e champagna”, seppe far fronte all’esigenza dell’unico dei due elementi che all’Italia del tempo mancava, segnando così il passaggio dalle “romanelle” alla produzione di spumante con metodo Charmat. Nel Virbio Silvestri s’incontrano mitologia e tradizione con un prodotto ispirato alla primavera e i suoi colori determinati da una fragola sempre in fiore. Il Virbio Silvestri è uno spumante rosso aromatico a base di Moscato e Aleatico.
Gli appuntamenti con gli abbinamenti enogastronomici dei vini laziali e la cucina del territorio del Sofitel Wine Days proseguono per tutto ottobre al Settimo Romane Cuisine & Terrace, lo splendido rooftop del Sofitel Roma Villa Borghese della catena ACCOR, eccellenza dell’ospitalità.
Preparatevi poi alle due date previsti nei due nuovi focus: il 12 ottobre e il 25 ottobre.
Il 12 ottobre per la serata Wine & Music, saranno protagoniste le bollicine del territorio mentre il 25 ottobre, per la cena degustazione di chiusura, i vini in abbinamento ai piatti dello chef Giuseppe D’Alessio saranno sia italiani (sempre del territorio) che francesi, per celebrare i due grandi paesi del vino del mondo.
Approfittate anche per godervi questa vista spettacolare sulla Capitale, da Ville Medici al cupolone di San Pietro. Io l’ho fatto ed ho vissuto l’equilibrio perfetto tra la bellezza del paesaggio e la piacevolezza gourmet.
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