Il 5 Dicembre 1901 nasceva Walt Disney: una favola che ebbe inizio con un biglietto da visita

Il 5 Dicembre 1901 nasceva Walt Disney: una favola che ebbe inizio con un biglietto da visita

ACCADDE OGGI – Il 5 Dicembre di 120 anni fa nasceva l’uomo che avrebbe stregato grandi e piccini per l’eternità. Animatore, imprenditore, produttore cinematografico. Per tutti è il padre dei film d’animazione, il papà di Topolino e di tanti altri cartoni animati da lui ideati. Senza dubbio, una delle figure più importanti e influenti del Novecento.

Le origini di Walt Disney sono francesi, il suo vero cognome, infatti, è D’Isigny e arriva da un villaggio della Normandia dal nome Isigny Sur Mer. La sua famiglia si spostò dalla Francia all’Inghilterra, al Canada dove l’anglicizzazione trasformò la loro casata in Disney. Dopo alcuni anni a Toronto, si trasferirono ancora una volta giungendo negli States. Walter Elias Disney Jr nacque quarto di cinque figli a Chicago.

WALT DISNEY: UN SIGNOR NESSUNO CHE HA CREDUTO NEI PROPRI SOGNI

Walt Disney, foto da: disney.fandom.com

L’immagine patinata che molti hanno di lui è frutto delle fotografie che ne riportano eleganza e compostezza. Prima di arrivare a poter pettinare i capelli con la brillantina però ha dovuto fare molta strada e arricciarsi più volte le maniche.

Ha distribuito giornali porta a porta per contribuire alle spese della famiglia, che era in affitto. Riuscì a diplomarsi nel 1917 ed è singolare che in quegli anni venne scartato dal giornale Kansas City Star come fumettista perché considerato senza fantasia.

Avvilito, iniziò a frequentare dei corsi all’Istituto d’Arte di Chicago che si pagava lavorando sui treni: vendeva bibite, giornali e dolciumi ai passeggeri. In Europa, in quel periodo, imperversava la Prima guerra mondiale e lui sentiva di non essere utile camminando fra una carrozza e l’altra.

Si offrì volontario come conducente di ambulanze nella Croce Rossa e fu spedito in Francia, al fronte. Anche in quel periodo, nel tempo libero, pensava ai suoi sogni e disegnava fumetti. Dentro di sé aveva la convinzione che una volta finita la guerra sarebbe riuscito a realizzare il suo desiderio più grande.

Era ambizioso, ma a lui sarebbe stato sufficiente essere apprezzato, letto, commentato. In quegli anni di bombardamenti certo non poteva nemmeno immaginare quello che il futuro aveva in serbo per lui. Tornato in patria, infatti, ancora per qualche anno ha accettato qualsiasi tipo di lavoro pur di campare: ha lavorato in una fattoria, in un magazzino e per un’azienda di traslochi.

 WALT DISNEY: UNA CARRIERA COSTRUITA PASSO DOPO PASSO

Walt Disney. Foto da: disneyplus.com

La prima occupazione inerente al disegno gli venne offerta dall’agenzia pubblicitaria Pesmen-Rubin Commercial Art Studio, agli inizi degli anni Venti. Qui conobbe un talentuoso animatore, Ub Iwerks, che come lui sognava di mettersi in proprio. Insieme fondarono la Iwerks-Disney ed all’inizio non fu affatto facile perché avevano pochissime entrate.

Walt decise di prodursi un proprio biglietto da visita e di farlo girare ovunque avessero bisogno di un fumettista. Lo aveva illustrato lui, era un suo autoritratto e leggeva così: Walt Disney: Cartoonist, Comic Cartoons, Advertising Cartoons, Animated Motion Picture Cartoons.

Per fortuna, una grande agenzia pubblicitaria americana – Kansas City Film and Company -, incuriosita dall’originalità inventiva del biglietto da visita, gli commissionò molte animazioni volte a rendere noti vari generi di prodotti. Walt sentì in quel momento che non sarebbe mai più dovuto tornare su un treno a vendere pasticcini.

Quello è stato l’inizio e la sua infinita carriera è stata piena d’incontri e di occasioni, ma tutto è nato da un’idea originale. Nessuno, fino a quel momento, si era mai fatto un autoritratto su un biglietto da visita. Nessuno probabilmente prima di lui aveva considerato l’animazione come un lavoro.

Ha avuto talento, fortuna, perseveranza, ma la qualità che lo ha fatto diventare fondatore di un vero e proprio impero è stata la consapevolezza nei propri mezzi. Sapeva di avere grandi qualità e fantasia e non si è fatto buttare giù dai primi rifiuti o dai lavori umili che ha affrontato prima di diventare una star.

L’IMPERO DEI DIVERTIMENTI

Walt Disney, foto da disney.plus.com

La Walt Disney Company è un colosso di dimensioni planetarie nato dalla passione di un solo uomo e che oggi offre occupazione e centinaia di migliaia di persone. Ha avuto una storia incredibile, a cui hanno preso parte personalità del calibro di Mary Blair, che abbiamo ricordato tempo fa. Coloro che, con la loro acutezza d’ingegno, hanno cambiato il mondo dell’animazione e sono divenute un simbolo per il design di tutto il mondo.

Spazia dal campo della televisione, al cinema, ai parchi a tema, ad infiniti altri micro-settori. La società possiede tra le altre cose quattro complessi vacanzieri, trentadue hotel, sei etichette discografiche, undici reti televisive via cavo e molte altre strutture sparse in tutto il mondo.

Gli eredi di Walt hanno cercato di rispettare la filosofia di base. Il fatto che in ogni parco Disney vi sia un treno itinerante è una dedica all’uomo che ha fondato tutto e alle sue ore trascorse da venditore.

Chiunque abbia avuto l’occasione di visitarne uno ha portato con sé la voglia di tornare bambino, la certezza di essersi dedicato un giorno lontano dalla monotonia. Disney ha affermato più di una volta che i suoi parchi servono per staccare la spina, hanno lo scopo di distrarre la mente dai problemi della quotidianità e pensare ai propri sogni.

Dal 1932 al 1969 Walt Disney è stato premiato con 26 Premi Oscar su 59 candidature, un primato assoluto per una sola persona. In una delle sue ultime interviste ha detto però che il premio più bello è il sorriso dei bambini che ogni giorno varcano le soglie di Disneyland.

WALT DISNEY COME HITCHCOCK

Walt Disney, foto da culturacolori.com

Alfred Hitchcock firmava ogni sua pellicola con una sua breve apparizione da comparsa. In ogni suo film c’è un attimo nel quale il regista compare come a controllare sia tutto a posto. Quel fare capolino egocentrico come a ribadire d’essere l’artefice di così tanta suspence.

Walt Disney non ha avuto la pretesa d’apparire all’interno di ogni sua animazione, ma anche lui in alcuni casi subentra di nascosto a completare una serie o semplicemente per lasciare la curiosità allo spettatore.

Macchia Nera è uno dei nemici storici di Topolino. Ha spesso il volto coperto da un mantello nero, quando però si mostra in viso sembra che abbia le fattezze di Walt. Altri invece sostengono che somiglia all’attore degli anni Trenta Adolphe Menjou. Questo è uno dei segreti che Disney ha portato con sé nella tomba.

Nel 1967 a Disneyland in Florida è stata aperta l’attrazione Pirates of the Caribbean e uno degli animatronic ha il volto di Walt Disney. Hanno usato lo stesso stampo per creare anche la statua di Disney che adorna la piazza centrale.

Nella serie animata House of Mouse – il Topoclub compare in alcuni episodi Walt Disney come ospite del club gestito da Topolino e i suoi amici. Appare divertito e felice d’essere vicino a colui che cambiato la sua vita e quella di milioni di appassionati.

 MARY POPPINS

Mary Poppins. Foto da: desertmoonmedia.com

È impossibile scegliere una pellicola da lui prodotta perché il panorama è così vasto da mettere in difficoltà chiunque. Abbiamo deciso di concludere quest’articolo parlando di Mary Poppins soltanto per aggiungere una nota al carattere perseverante di Walt Disney. Era un uomo abituato a centrare i propri obiettivi e difficilmente sventolava bandiera bianca.

Questo suo aspetto lo si riscontra in Mary Poppins perché Disney ha impiegato più di venti anni prima di ottenere i diritti del libro di Pamela Lyndon Travers. Era certo sarebbe stato un successo e non mollò la presa sino a quando, dopo centinaia di tentativi, riuscì a poter girare la prima scena.

Quel film a tecnica mista dove spiccano i colori pastello è uno degli innumerevoli successi Disney, una storia adatta ad ogni millennio, una fiaba che continuerà ad incantare i bambini anche fra cento anni. Alla fine delle riprese chiesero a Disney quale fosse stata la mossa decisiva per avere i diritti del libro e lui rispose sorridendo:

“Basta un poco di zucchero e la pillola va giù”.

Walt Disney ha ricordato quel film anche pochi giorni prima della sua morte, avvenuta il 15 dicembre del 1966 a causa di un collasso cardiocircolatorio. Gli chiesero quale fosse stata una delle sue vittorie più belle e lui rispose:

“Veder ballare un uomo all’interno di un quadro insieme a dei pinguini”.

Grazie Walt, per averci dimostrato che, a volte, le favole diventano realtà!

Francesco Danti

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