Mary Blair, l’illustratrice immortale della Disney, nasceva 110 anni fa

Mary Blair, l’illustratrice immortale della Disney, nasceva 110 anni fa

ACCADDE OGGI – Sono trascorsi 110 anni dalla nascita dell’indimenticabile talento del design Disney (21 ottobre 1911). Il suo piglio, la sua determinazione e la consapevolezza di voler andare oltre gli standard prestabiliti, l’hanno resa insostituibile agli occhi di Walt Disney e la rendono ancora oggi, una precorritrice del disegno per bambini. Ripercorriamo insieme la sua straordinaria figura.

Mary Blair nasce il 21 ottobre 1911 a McAlester, negli Usa, con il nome di Mary Browne Robinson. L’artista statunitense ha lasciato una traccia indelebile nel celebre colosso dell’animazione cinematografica Walt Disney.

Chi avrebbe mai immaginato, in un’epoca senza dubbio molto più incentrata sulla figura maschile come fonte di energia vitale, che dietro la storica azienda Disney si celasse la mano di una donna?

MARY BLAIR: LA SUA VITA E LE SUE TRACCE

disney

Le creazioni di Mary Blair hanno raggiunto vette importanti: come dimenticare, ad esempio, Alice in Wonderland, Peter Pan e Cenerentola?

Il suo tratto e il suo stile non muoiono mai, sopravvivono al tempo grazie all’immortalità dei personaggi Disney. A rendere omaggio e risalto alle sue opere ci pensano svariate architetture sparse per il mondo Disney, che riprendono quelle storie e quei personaggi tanto cari ai bambini.

Si pensi, ad esempio, all’enorme mosaico presente all’interno del Contemporary Resort Disney nel Walt Disney World, in Florida. Le sue illustrazioni non hanno percepito il trascorrere del tempo, lo hanno attraversato: incluse nei libri per bambini già negli anni Cinquanta, non sono mai andate fuori stampa né fuori moda.

Mary Blair nel 1991 riceve persino il premio che la identifica come “leggenda del mondo Disney”, una delle prime donne a ricevere tale riconoscimento.

Muore nel 1978 all’età di sessantasei anni, per un’emorragia cerebrale, ma l’apporto al mondo del disegno e la sua eccezionalità nell’uso del colore sono a tutt’oggi fonte d’ispirazione per molti disegnatori.

Eppure, non tutti sono oggi a conoscenza del fatto che dietro gli intramontabili classici Disney vi sia la mano di una donna, intramontabile anch’essa: Mary Blair.

MARY BLAIR, L’INIZIO DELLA SUA CARRIERA

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Si laurea presso l’Istituto d’Arte Chouinard nel 1933, con la testa piena di sogni e speranze, per lo più orientati all’intenzione di aprire una galleria d’arte assieme al marito. Progetto che, sfortunatamente, non va in porto, a causa della Depressione che in quel periodo colpiva duramente gli Stati Uniti d’America.

Mary Blair non rimane certamente con le mani in mano, ma inizia a lavorare come grafica presso i Walt Disney Studios, alla creazione dei tableaux delle produzioni Disney, eseguiti a mano.

Come spesso accadeva e accade quando si parla di grandi donne, la sua personalità forte e il suo talento avevano la meglio sui precetti a lei impartiti: invece di eseguire meramente il lavoro come le veniva assegnato di fare, Mary Blair apportava delle variazioni alla produzione con delle aggiunte di stile che, a suo parere, erano più adeguate.

UNA VITA INDIPENDENTE E ANTICONFORMISTA

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Ormai è chiaro, Mary Blair è stata una donna dal carattere anticonformista e sempre controcorrente, una donna di talento che a fatica rispettava le scadenze di consegna e non poteva, quindi, venire amata dai colleghi.

I molteplici e ripetuti diverbi tra Mary Blair e il resto dello staff di produzione la portano a una decisione: lasciare il suo lavoro presso i Walt Disney Studios.

Non avrebbe certamente avuto altro da dire, se non fosse stato per Walt Disney stesso, il quale, notando il suo talento, decide di reintegrarla nella squadra.

Walt Disney, da imprenditore lungimirante qual era, aveva probabilmente compreso la bravura di Mary Blair, tanto da chiederle di accompagnarlo, assieme a pochi altri artisti, durante un viaggio di beneficienza in Sud America.

Questo sarà il viaggio che le aprirà gli occhi su un panorama sconfinato di colori: le meravigliose sfumature del Sud America lasceranno il segno sulla sua produzione e diventeranno, a loro volta, il suo segno distintivo.

MARY BLAIR E IL SUO MONDO DI COLORI

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Il viaggio in Sud America si identifica come un vero e proprio spartiacque per Mary Blair: prima di quel momento, le sue creazioni erano caratterizzate prevalentemente da colori leggeri e acquarelli, mentre ora evolvono molto più sulla plasticità.

I tableaux di Mary Blair ora hanno i colori dei pastelli e dell’acrilico, i suoi nuovi compagni di lavoro, che le permettono di dare vita a forme e contrasti in grado di far parlare e raccontare le storie Disney come nessuno prima di quel momento aveva mai pensato a fare.

A testimonianza di quanto la visione di Walt Disney potesse essere, in questo caso, ampia, vi è il fatto che l’imprenditore diede piena fiducia a Mary Blair e le affidò importanti produzioni come Peter Pan, Cenerentola e Alice nel paese delle meraviglie. Questo, nonostante lo staff non la amasse, a causa del suo carattere tempestoso e dei suoi standard elevati di riuscita delle esecuzioni.

I contrasti e i colori accesi, che in Alice nel paese delle meraviglie contribuiscono a dare risalto, emozionalità e senso di mistero, diventano il carattere distintivo firmato Mary Blair.

Walt Disney decide a questo punto di coinvolgerla anche nel progetto di alcune attrazioni del parco Disney, tra cui It’s a small world, in cui si possono vedere chiaramente i suoi indimenticabili colori e le sue forme astratte ma a contrasto.

Intorno agli anni Cinquanta, Mary Blair prende tuttavia la sua decisione definitiva: quella di lasciare gli Studios, per dedicarsi a nuove idee, nuove vette da scalare. Si concentra così sull’illustrazione di libri per bambini.

La sua più grande vittoria, ad ogni modo, è quella di non aver mai lasciato davvero la Disney, almeno non idealmente: ancora oggi le sue tecniche sono fonte d’ispirazione per numerosi film Disney e Pixar, come si può notare ad esempio nella sigla di Monsters en Co., un omaggio alle invenzioni di Mary Blair.

Michela Ludovici

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