ROMA – Ve ne avevo parlato in anteprima a Febbraio dell’arrivo in tutte le sale cinematografiche Belfast di Kenneth Branagh. Ora sappiamo che il film ha vinto l’Oscar per la Migliore sceneggiatura originale! Un film che alterna momenti da fiato sospeso a risate intelligenti, equilibrato e realistico proprio come le emozioni che albergano nei personaggi e nelle storie di un’Irlanda del Nord del passato. E che diventano un pò anche nostre. Vi racconto cosa mi ha trasmesso la proiezione in anteprima a cui ho assistito alla Casa del Cinema di Roma.
L’anteprima del film Belfast, presentato alla scorsa edizione di Alice nella citta in coproduzione è stata realizzata da Alice nella città, Fondazione Cinema per Roma e Casa del Cinema con Universal Pictures che distribuirà la pellicola nelle sale italiane a partire da giovedì 24 febbraio.
Ci si siede con molte aspettative e ci si alza consapevoli che siano state pienamente superate. Un film né drammatico, né tragico, né amaro, né romantico, né comico. O forse, è tutto questo insieme. Girato interamente in bianco e nero, questo film è come una giornata trascorsa in compagnia di una famiglia qualunque di Belfast sul finire degli anni Sessanta. E’ come entrare in casa loro e sentire le loro ansie, percepire le preoccupazioni di un mondo che cambia e della paura di abbandonare il vecchio per il nuovo e di sentirsi come ci si sente in un paio di scarpe della taglia sbagliata. Una pellicola che fa riflettere sul passato di un paese che forse conosciamo troppo poco, ma anche sul futuro di ognuno di noi.
WELCOME BACK ’60: RICORDANDO UN’IRLANDA DEL NORD DILANIATA
Belfast ha vinto il Golden Globe per la Miglior sceneggiatura e ha ricevuto sette candidature agli Oscar 2022, fra cui Miglior film e Miglior regista e si è aggiudicato lo scorso ottobre il Premio per la Migliore Regia ad Alice nella città perché è riuscito a raccontare attraverso lo sguardo di un bambino, protagonista principale, una storia che mette al primo posto i sentimenti, a parimerito con i problemi sociali e i conflitti religiosi della sua comunità.
Nei giorni scorsi, i ragazzi della giovane giuria Alice sono stati inoltre protagonisti di un incontro con il regista che rientra tra le attività di Aspettando Alice in collaborazione con Regione Lazio, a cui ha partecipato anche il sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, per portare un saluto della città.
“Ringrazio Fondazione Cinema per Roma per aver sinceramente creduto in Belfast e per tutto il suo supporto. Grazie ad Alice nella città per questo riconoscimento e per il Premio, ne sono davvero grato”.
Kenneth Branagh, ambienta il suo nuovo film durante gli scontri avvenuti a Belfast, in Irlanda del Nord, alla fine degli anni Sessanta. Le lotte vengono riportate con un realismo d’immagine crudo, violento e che s’imprime nella nostra mente e nel nostro cuore passando rapidamente per il nostro sguardo di spettatori. Protagonista è il giovane Buddy, un bambino di nove anni che, circondato da una famiglia che lo ama, sogna un futuro di riscatto e successi mentre la sua città è sconvolta da scontri e violenza, nei quali – anche non volendo – si ritrova direttamente coinvolto. Nel Cast: Jude Hill, Jamie Dornan, Caitriona Balfe, Ciarán Hinds, Judi Dench, Lara McDonnell.
BELFAST: LA STORIA
Irlanda del Nord, tardi anni ’60. Buddy, nove anni, vive in un mondo fatto di lotta di classe e stravolgimenti culturali. Mentre esplodono i Troubles, ovvero il conflitto tra i cattolici repubblicani e i protestanti unionisti, Buddy sogna un futuro lontano dalla violenza, e trova conforto in una gioiosa famiglia. Ma intanto i tumulti si acuiscono, e la famiglia di Buddy dovrà scegliere se attendere che gli scontri finiscano o iniziare una nuova vita.
Il regista ha diffuso chiaramente il suo forte legame col film:
Nei tardi Anni ’60, Belfast visse un periodo turbolento della sua Storia, drammatico e violento, in cui io e la mia famiglia ci trovammo coinvolti. Ci ho messo 50 anni a trovare il modo giusto per scriverne, il tono che volevo. La storia della mia infanzia, che ha ispirato il film, è divenuta la storia del momento della vita di tutti, in cui il bambino passa all’età adulta e perde l’innocenza. Quel punto di svolta, a Belfast nel 1969, fu accelerato dai tumulti che scoppiavano intorno a noi.
BELFAST E’ OVUNQUE
Ripensando alle parole del regista durante i titoli di coda, ci appaiono quasi come un monito. D’altra parte, Belfast è la storia di coloro che sono rimasti e di coloro che sono partiti. Ma anche di coloro che si sono persi. E’ la storia di ogni città e di ognuno di noi, o meglio, di molti di noi. E’ la storia di chi, purtroppo, crede ancora nella religione che divide e non nella fede che unisce.
Coloro con i quali la vita non è stata generosa ma a cui ha sempre offerto una seconda opportunità. Coloro ai quali, ancora bambini o ragazzi, si è chiesto di crescere in fretta e di confrontarsi con la morte, l’abbandono, i sacrifici, l’ingiustizia. Ma soprattutto, ai quali si è chiesto di scegliere e decidere, senza sapere mai a cosa si stava rinunciando o a cosa si sarebbe rinunciato. E’ la storia di chi non finisce mai di lottare per una vita migliore ed è quindi, sicuramente, la mia storia. E’ la Belfast che risiede sempre nelle nostre radici.
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