Notte degli Oscar: tra body shaming e pugni in faccia

Notte degli Oscar: tra body shaming e pugni in faccia

MONDO – Vi dico che ne penso dello schiaffo di Will Smith a Chris Rock. Per gli appassionati di cinema, e non solo, si è svolto uno degli eventi più attesi e glamour dell’anno: la notte degli Oscar. Peccato che la notte targata 2022 verrà ricordata come quella in cui, nell’arco di una manciata di secondi, si è consumata la scena più imbarazzante di sempre. 

Si è svolta l’altro ieri, il 27 marzo 2022, la 94esima edizione degli Academy Awards, presso il Dolby Theatre di Los Angeles. Hollywood, come al solito, era tutta in ghingheri per assistere alla cerimonia di premiazione e vedere chi si sarebbe aggiudicata l’ambita statuetta dorata.

Ma a qualche ora dall’evento, più che dei vincitori, non si parla d’altro che del siparietto di dubbio gusto, vero o meno poco importa, messo in scena da Will Smith, candidato all’Oscar come miglior attore protagonista in Una famiglia vincente, King Richard, e Chris Rock, attore e comico, presentatore della cerimonia.

Ma andiamo per ordine: succede che Will Smith è in platea seduto accanto alla moglie Jada Pinkett Smith; dal palco l’attore Chris Rock allieta gli spettatori facendo una battuta, inopportuna – in mondovisione, durante la cerimonia più attesa dell’anno – proprio sulla capigliatura della signora Smith che, pensa un po’, soffre di alopecia.

Lei alza gli occhi al cielo; il pubblico ride ai danni della malcapitata di turno; il marito si alza, raggiunge il palco e dà un cazzotto in pieno viso a Chris Rock – seguendo forse le orme del collega Antonio Zequila, che per difendere la madre urlò in faccia ad Adriano Pappalardo il mai più dimenticato “Non nominare mia madre. Mai più! Mai più!”. Scene da brividi. Di orrore.

Tutto questo sempre in mondovisione. Sempre durante la cerimonia più attesa dell’anno.

Poco dopo Will Smith viene chiamato sul palco per ricevere il suo primo Oscar e, nel momento più alto della sua carriera, in lacrime, tra le altre cose dice:

Mi sto comportando come un papà pazzo come Richard, ma l’amore fa fare cose folli. Richard Williams – ha continuato l’attore – è stato un fiero difensore della famiglia.

No, non funziona così amico mio. Diciamo che se fosse stato il mio di padre a difendere in questo modo me in una situazione simile, una testata (nel senso figurato del termine) non gliel’avrebbe negata nessuno. Ma questa è un’altra storia.

Il gesto di Will Smith è da condannare in ogni modo. La violenza non va mai giustificata, per nessuna ragione.

Sei Will Smith, hai gli occhi del mondo puntati addosso; puoi esercitare la tua popolarità per veicolare qualsiasi messaggio tu voglia dare. Sai già che molto probabilmente quel premio per cui sei candidato, alla fine lo riceverai davvero. Avresti potuto aspettare qualche minuto e, una volta salito sul palco, restituire al mittente l’uscita infelice e zittire colui che ha offeso tua moglie con eleganza. E allora sì che avresti difeso davvero la tua famiglia. Sì che avresti potuto andarne fiero. Hai scelto un’altra strada, peccato.

Ma poi, proprio tu? Quell’Hitch che capiva le donne? Chissà se l’hai capito che forse, dico forse, tua moglie in quel momento lì sarà morta di imbarazzo…!

Detto questo, due parole le direi anche all’altro. Perché, Chris, io condanno pure te (senza che questo giustifichi il gesto che ne è seguito, sia chiaro). Perché, ripetiamo insieme: “RIDICOLIZZARE UN DIFETTO FISICO NON FA RIDERE”. Mai. Tra l’altro quella di Jada è una malattia. Tanto più se davanti a milioni di persone, tra presenti in sala e spettatori in tutto il mondo.

Prendere in giro qualcuno per il suo aspetto fisico non è divertente. Pensa se un qualsiasi presentatore, vedendo in platea Marlon Brando, che negli ultimi anni aveva raggiunto i 160 kg, avesse detto: “Oh Marlon, ti stai preparando per il ruolo di Obelix?”.

Non avrebbe riso nessuno. O meglio, avrebbero riso tutti; tutti tranne il diretto interessato. Perché una battuta, per essere divertente, deve far ridere innanzitutto coloro ai quali è indirizzata. C’è una grande differenza tra ridere con qualcuno e ridere di qualcuno.

E non pensare di dire: “Eh, ma non si può più dire niente! Il solito perbenismo…”.

Sì, ci piace il perbenismo. Nel senso che ci piacciono le persone perbene. Prima di voler essere simpatico a tutti i costi ai danni di qualcun altro, preoccupati di essere una persona perbene.

A questo punto i bravi giornalisti danno le pagelle, no? Perfetto.

Will, Chris: bocciati. Studiate e tornate il prossimo anno.

Marianna De Mare

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