Disturbi alimentari e Body Shaming: quando il peso degli altri ha un peso per noi

Disturbi alimentari e Body Shaming: quando il peso degli altri ha un peso per noi

ITALIA – Viviamo in un’epoca in cui l’immagine corporea, fortemente influenzata da stereotipi sociali che impongono standard di bellezza spesso irraggiungibili, è diventata ormai argomento di discussione sempre più diffuso. Sentiamo parlare quotidianamente di body shaming ai danni di quei corpi, le cui forme sono distanti da ciò che riteniamo accettabile. Dimenticando che ogni corpo ha dignità per il solo fatto di esistere. Ne parliamo in occasione della Giornata Nazionale contro i Disturbi Alimentari.

Ricorre oggi, 15 marzo, la Giornata Nazionale contro i Disturbi del Comportamento Alimentare (D.C.A.), istituita inizialmente per ricordare Giulia, una giovane ragazza genovese che, proprio in questo giorno di dieci anni fa, in lista d’attesa per entrare in una struttura specializzata, morì a seguito di un arresto cardiocircolatorio, dopo un’estenuante lotta che conduceva da anni contro la bulimia. Bulimia, anoressia, binge eating, obesità: queste sono solo alcuni tra i disturbi alimentari che oggi colpiscono, solo in Italia, circa 3 milioni di persone, di cui quasi il 96% sono donne, oltre a costituire la seconda causa di morte tra i giovani.

L’obiettivo di questa giornata vuole essere soprattutto quello di porre l’attenzione su una serie di patologie che, prima ancora di colpire il corpo, attraverso cui si manifestano, hanno già profondamente ferito l’anima di chi ne soffre. Chi ha conosciuto da vicino, anche solo indirettamente, uno di questi disturbi, sa bene quanto devastanti siano le conseguenze – oltre che sul piano fisico – sulle capacità relazionali e sociali degli individui colpiti, i quali tendono ad avere una percezione fortemente alterata della propria immagine corporea che si traduce, poi, in un rapporto disfunzionale con il cibo.

L’IMPORTANZA DELLA GIORNATA CONTRO I DISTURBI ALIMENTARI

Il fiocchetto lilla, simbolo della Giornata contro i disturbi alimentari

Questo articolo chiaramente non vuole, e non può, essere un’analisi delle cause del disagio che si nasconde sempre dietro un disturbo alimentare o un esame clinico di questa patologia. Non ne avrei le competenze e, seppur sia un tema che mi sta molto a cuore, rischierei di urtare la sensibilità di qualche lettore.

Vuole essere, invece, un’occasione per sottolineare quanto sia importante, ora più che mai, dedicare una giornata ai D.C.A., non solo per creare una rete di solidarietà intorno a chi ne è colpito, ma anche per accrescere la consapevolezza collettiva intorno a questo tema. 

Soprattutto in un’epoca come quella che stiamo vivendo in cui il corpo, nostro e degli altri, è oggetto di continui giudizi.

In un’epoca come quella che stiamo vivendo in cui il peso degli altri, inspiegabilmente, ha un peso per noi. 

IL TREMENDO FENOMENO DEL BODY SHAMING

Tutti conosciamo ormai molto bene l’espressione Body Shaming, una forma di bullismo –  che può portare a sviluppare sintomi tipici dei disturbi alimentari – la cui eco è drammaticamente amplificata dai social network, che consiste nel deridere e mortificare qualcuno per una determinata caratteristica fisica: l’eccessiva magrezza, l’adiposità, le orecchie a sventola, il naso pronunciato, i denti sporgenti. La gamma è infinita.

Ma le vittime preferite dagli sbeffeggiatori seriali sono sicuramente quelli che non rispettano un preciso canone estetico, che ci vuole magri, tonici, slanciati, scolpiti. Vietato essere grassi, paffutelli, morbidi, ciccioni. Scegliete voi la definizione che più vi piace.

È all’ordine del giorno vedere, su una qualsiasi testata giornalistica, la foto del malcapitato vip di turno, seguita da commenti sulla sua forma fisica giudicata smagliata più che smagliante. 

Costituisce ormai notizia se qualcuno prende o perde peso. Basti pensare alle decine di articoli di qualche settimana fa in merito al dimagrimento della cantante Noemi, considerato un evento degno di approfondimento.

Ma quando smetterà, il corpo degli altri, di essere argomento di discussione? Quando capiremo che il corpo degli altri non ha bisogno della nostra approvazione per avere dignità?

QUANDO SMETTERA’, IL CORPO DEGLI ALTRI, DI ESSERE ARGOMENTO DI DISCUSSIONE

disturbi alimentari
L’attrice Amy Schumer nel Calendario Pirelli 2016. Ne parliamo qui.

L’aver associato per anni la sola magrezza al concetto di bellezza, elevandola via via a merito per il quale ricevere encomi e targhe celebrative, ha reso il suo opposto qualcosa degno di biasimo e condanna. 

Tutti sono pronti a giurare di essere sempre dalla parte delle “vittime”. Tutti dichiarano solennemente che ognuno è bello così com’è. 

Peccato che ogni qualvolta si parli di accettazione del corpo, di qualsiasi forma e misura, c’è puntualmente qualcuno che si sente in dovere di sottolineare che, sì, va bene essere grassi ma, attenzione, se lo sei è perché sei pigro, perché non ti vuoi bene abbastanza, non hai forza di volontà, non sei sufficientemente determinato, e poi non è sano. Sembra che non poter condannare un corpo grasso, per qualcuno, sia una minaccia. E forse lo è davvero. 

Perché vorrebbe dire vedersi privati del (presunto) diritto di essere lodati, elogiati e portati a modello di virtù solo perché magri.

Siamo così concentrati a far vergognare gli altri per quello che, ai nostri occhi, è un difetto di cui ridere, da non accorgerci di quei difetti nostri per i quali ci sarebbe invece solo da piangere: la cattiveria, l’ignoranza e la miseria dei nostri contenuti.

Marianna De Mare

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