MONDO – La Commissione di Selezione riunitasi il 26 settembre per scegliere il film italiano che rappresenterà l’Italia agli Oscar ha finalmente comunicato la sua decisione. I membri del Comitato Laura Delli Colli, Arianna Finos, Concetta Gulino, Ferzan Ozpetek, Andrea Romeo, Matteo Rovere, Iginio Straffi, Alessandra Querzola hanno espresso il loro parere a favore del film di Mario Martone Nostalgia. L’Italia sarà rappresentata dal film di Martone alla 95ma edizione degli Academy Awards nella selezione per la categoria International Feature Film Award.
Dalla Sanità a Los Angeles
Per esattezza Nostalgia farà parte quindi di una shortlist insieme ad altri 15 film selezionati dall’Academy tra cui sarà scelta la cinquina dei film nominati per concorrere al premio. L’annuncio finale delle nomination avverrà il 24 gennaio 2023 e la cerimonia ufficiale di consegna degli Oscar sarà, come sempre, a Los Angeles il 12 marzo 2023. Il regista Mario Martone raggiunto dalla notizia ha dichiarato:
Sono felice e onorato per me, per noi che l’abbiamo realizzato e per tutto l’universo così umano in cui è nato Nostalgia. A Cannes [dove il film è stato presentato] avevamo capito che dalla sanità il film sapeva parlare al mondo, ringrazio la commissione che ci dà la chance di continuare questo dialogo.
Dalle pagine del libro di Ermanno Rea al film di Mario Martone
Il film infatti porta sullo schermo l’adattamento del libro di Ermanno Rea, giornalista, scrittore e fotografo partenopeo. La storia è ambientata a Napoli, nel rione Sanità dove Felice Lasco (Pierfrancesco Favino) torna dopo un lunghissimo periodo di assenza. Era solo un adolescente impaurito e confuso quando fu costretto a lasciarlo, ora è un uomo maturo e benestante. Il quartiere non è un semplice sfondo, ma protagonista alla stregua dei due personaggi principali, per questo il regista ha sentito la necessità di filmare direttamente nelle strade , nei vicoli, nelle piazze con un approccio definibile neorealista. I luoghi sono scolpiti nella memoria del protagonista, sono ciò che per anni ha nutrito il suo sentimento nostalgico.
Nostalgia: nostòs dal greco ritorno, algos dolore. Il dolore del ritorno.
E’ il sentimento dell’esule e Felice, novello Ulisse, ritorna da straniero. Il distacco iniziale con la città si misura anche con la parola, il suo italiano sembra essere quello stentato, insicuro di chi non conosce bene la lingua, nessuna concessione al vernacolo, nessuna inflessione dialettale che chi ha avuto in sorte di nascere nella città del Vesuvio, di San Gennaro e ormai di Maradona si porta in genere dietro per sempre. L’arabo è la lingua in cui “abita” il suo essere.
La memoria e il rimorso
Felice si muove con circospezione, intimidito, quasi come un uomo recluso che finalmente ritrovi la libertà e fatica a riappropriarsi dello spazio fino a quel momento mai così vasto. Il motivo del suo viaggio è ritrovare e riabbracciare sua madre, si prende cura di lei per un tempo breve, colmando con gesti premurosi e amorevoli anni di distacco forzato. Qualcosa di più lacerante e segreto però lo ha condotto lì, qualcosa che lo trattiene anche dopo la scomparsa della mamma, che gli impedisce di partire nonostante i ripetuti inviti, incoraggiamenti e persino minacce a farlo. Il dolore del ritorno si combatte con la volontà di restare. Con ostinazione Felice resta, sposa la causa di Don Luigi che ha deciso di proporlo come esempio ai giovani del rione con il proposito di sottrarli a un destino già segnato, già scritto per loro dal piccolo boss di quartiere.
Due destini
Il malommo, come lo chiamano tutti senza più un nome e un cognome. Felice è l’unico a ricordare il suo nome, Oreste, l’amico fraterno compagno dei suoi anni di adolescenza, depositario come lui del segreto inconfessabile che entrambi custodiscono e che, però, li ha condotti su due strade diverse, opposte, inconciliabili.
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