Tra passato e futuro il legame Cosmetica e Design, fino alla scelta vincente della Sostenibilità

Tra passato e futuro il legame Cosmetica e Design, fino alla scelta vincente della Sostenibilità

ITALIA – Si è conclusa OnBeauty by Cosmoprof Worldwide Bologna, la manifestazione che dal 9 al 13 settembre ha riportato a Bologna aziende, operatori, compratori, distributori e retailer per il primo evento in presenza dedicato all’industria cosmetica. Abbiamo chiesto ad Alberto Improda il suo punto di vista tra passato e futuro della Cosmetica, e lo stretto legame con il design. E qui emerge che la cosmetica è un settore che non può prescindere dalla sostenibilità.

Il rapporto tra Cosmetica e Design affonda le proprie radici nel tempo. La Cosmetica accompagna l’Umanità sin dai suoi albori. L’Uomo Primitivo già 30.000 anni fa utilizzava il colore per pitturare le caverne e decorare il proprio corpo.

LA STORIA DEL CONNUBIO COSMETICA DESIGN

Gli Antichi Egizi svilupparono pratiche pienamente rientranti nel concetto di make-up: la galena e la malachite erano utilizzate per il trucco degli occhi, il viso veniva dipinto con l’ocra rossa, si usavano varie sostanze aromatiche per la profumazione dei templi durante le cerimonie e degli abiti nel processo di imbalsamazione dei morti.

Nella Grecia Classica per detergere il corpo si ricorreva allo striglie, un utensile a mezzaluna in metallo che si passava sulla pelle con unguenti e oli, si utilizzavano sui capelli tinture per colorarli e balsami per rinforzarli, le donne sbiancavano il viso con una sostanza a base di carbonato di piombo e mettevano il rosso su labbra e gote mediante un misto di ocra rossa e succo di more, ciglia e sopracciglia erano rese più scure grazie a una tintura nera ricavata dall’antinomio, chiamata stimmis.

Nella Roma Antica si era particolarmente sensibili al trucco: veniva utilizzato il carbone per rendere più neri gli occhi, il fucus per le guance e le labbra, lo psiloto per depilarsi, la pietra di pomice per sbiancarsi i denti, i capelli venivano tinti di diversi colori, si indossavano sopracciglia e ciglia finte, si faceva ricorso a misture vegetali per ridurre le rughe.

E via dicendo, fino ad arrivare ai giorni nostri.

Il Design in senso tecnico, invero, rappresenta un istituto ancora giovane, dalla storia relativamente breve.

Le sue origini vengono infatti usualmente collocate verso la metà dell’Ottocento, in coincidenza allo svilupparsi in Europa – e soprattutto in Inghilterra – del fenomeno denominato Rivoluzione Industriale.

Il Design viene a configurarsi come disciplina formalmente indipendente ad inizio Novecento, in particolare nell’aprile del 1919, con il Manifesto del Bauhaus a firma di Walter Gropius.

E tuttavia non è revocabile in dubbio che lo spirito del Design, vale a dire la ricerca del Bello e dell’Utile, abbia sempre accompagnato le pratiche di Cosmesi, partendo dall’Uomo Primitivo, che vi faceva ricorso per abbellire la propria caverna e rendere il proprio aspetto più temibile agli occhi del nemico, e passando per gli Antichi Romani, che vi si dedicavano per apparire più piacenti e attestare il proprio status sociale.

UNA FASE DI FORTE E RAPIDA EVOLUZIONE

Il settore cosmetico, che nel 2024 dovrebbe raggiungere un valore globale di circa 863 miliardi di dollari, si trova ad affrontare – come tutti i comparti imprenditoriali – la sfida della Sostenibilità.

La Cosmetica, secondo i dati recentemente forniti da Quantis con la ricerca “Make Up the Future”, impatta sul Pianeta con emissioni di gas serra comprese tra lo 0.5% e l’1.5%, con il prodotto che incide per il 40%, il packaging per il 20%, le materie prime ed il trasporto entrambi per il 10%, con alcune aggiuntive componenti minori.

La Sostenibilità risulta un tema ed un driver d’acquisto sempre più decisivo per i Consumatori: il 78% degli intervistati cerca packaging plastic-free, il 76% desidera prodotti ottenuti da energie rinnovabili, il 75% preferisce confezioni ricaricabili e riutilizzabili, il 69% guarda alla riduzione del carbonio, il 65% si informa sull’impronta idrica.

Il comparto, dunque, è chiamato a confrontarsi con uno scenario largamente inedito, profondamente modificato dai temi della Sostenibilità, nel quale la performance e il costo del prodotto rappresentano soltanto due parametri di riferimento, intorno ai quali si collocano e con i quali interagiscono diversi altri e decisivi elementi: la scelta delle materie prime, i processi di lavorazione, lo studio del packaging, le modalità di trasporto e di lavorazione.

E’ TEMPO DI INNOVARE

La sfida della Sostenibilità spinge quindi ineludibilmente le aziende della Cosmetica sulla strada dell’Innovazione; Innovazione tecnologica, sociale e comunicativa.

Le imprese stanno reagendo con impegno a questo impulso, mettendo in atto iniziative diverse e spesso di grande interesse: ricordiamo, a titolo esemplificativo, il forte impegno di Davines per l’Agricoltura Rigenerativa, in collaborazione con grandi gruppi indudtriali e prestigiosi istituti accademici internazionali; lo sforzo di Bios Line per una sempre maggiore Digitalizzazione del proprio know-how, alla costante ricerca di soluzioni inedite e all’avanguardia; l’encomiabile progetto nella Biocosmesi di GOEL, esperienza imprenditoriale di successo nell’utilizzare l’Etica come leva economica e arma contro la criminalità organizzata.

Il Design a sua volta rappresenta una realtà in grande cambiamento.

L’idea di Design quale strumento legato alla mera Forma del prodotto è ormai completamente superata.

Oggi mediante l’istituto si opera per l’Innovazione a tutto tondo e si incide nei più diversi ambiti della vita dell’azienda, ragion per cui si parla usualmente di Design dei Materiali, Design dei Processi, Processi dei Sistemi, Design delle Reti, etc. etc.

Il Design rappresenta ai nostri giorni soprattutto un metodo di lavoro, mediante il quale si progettano gli aspetti formali e funzionali dei prodotti e delle loro confezioni, i canali di approvvigionamento, i metodi di lavorazione ed i layout aziendali, i sistemi di trasporto e le modalità di distribuzione.

Mi è già capitato di scrivere: “Il Design oggi è ovunque. Quasi un rumore di fondo nelle aziende, una sensazione sottopelle per le strade, un colore di base delle nostre vite; quasi addirittura un’idea della società” (Alberto Improda, Il Design Crisalide, 2019, 29).

Più autorevolmente, Francesco Trabucco ha detto: “Il design è come il sale: preso nella giusta dose, dà sapore e significato alle cose, le rende gradevoli e desiderabili. Proprio come il sale, un pizzico di design sta bene quasi dappertutto, e questo spiega perché il design sia così diffuso, anzi pervasivo e trasversale: design degli oggetti e delle macchine per produrre quegli oggetti, design delle relazioni e delle comunicazioni, design degli ambienti e delle interazioni, design delle strategie e dei servizi” (Design, 2015, 13-14).

Intervista Fabiola Cinque all'avv. Alberto Improda
Una riunione nello studio romano dell’avv. Alberto Improda

IL RAPPORTO CON LA SOSTENIBILITA’

La Sostenibilità, dunque, sta condizionando profondamente il settore della Cosmetica, rendendo necessarie attività di Innovazione in modo largo e trasversale.

Il Prodotto, naturalmente, costituisce uno snodo cruciale.

Per creare articoli con solide performance ambientali, la Sostenibilità entra in ogni fase, dalla progettazione al fine vita, dalla produzione alla distribuzione.

Sempre con approccio etico e avulso da operazioni di greenwashing, tenendo – ad esempio – in considerazione che gli ingredienti “naturali” talvolta possono avere un impatto più elevato in termini di emissioni, uso del suolo e sfruttamento dell’acqua, mentre in alcuni casi i materiali “sintetici” offrono un minore impatto ambientale, a parità di standard qualitativi.

Il Packaging rappresenta un altro aspetto fondamentale.

Per sviluppare confezioni sostenibili le imprese necessitano di un approccio all’ecodesign maturo e avanzato, che consideri l’impatto olistico della catena del valore di un prodotto.

Temi di particolare importanza: le soluzioni di riutilizzo e refill, con focus sulla riciclabilità e circolarità; la semplificazione del confezionamento, per ridurre al massimo componenti e materiali; i processi di finitura, che hanno un impatto elevato soprattutto nel caso della metallizzazione.

Un considerevole peso specifico rivestono anche i profili della Logistica, dei Trasporti e della Distribuzione, compresi gli allestimenti dei punti vendita.

Le aziende possono incidere anche sull’Utilizzo del prodotto, realizzando contenitori che ne consentano il giusto dosaggio, ovvero mettendo in atto campagne di Comunicazione per combattere gli sprechi e gli usi eccessivi.

L’Innovazione, all’insegna della Sostenibilità, in buona sostanza, incide radicalmente sulle aziende del settore, definendone il livello di competitività e quindi sancendone il successo oppure l’insuccesso.

Il Design, nella sua accezione più completa e avanzata, rappresenta uno strumento prezioso a disposizione delle imprese per mettere in atto sane pratiche di Innovazione.

Il Design di Prodotto, il Design dei Sistemi, il Design dei Processi, il Design di Comunicazione, per fare degli esempi, rappresentano un supporto insostituibile per soddisfare le esigenze ricordate e per garantire all’azienda efficacia e efficienza.

Ermete Realacci, nel commentare il secondo rapporto “Design Economy, realizzato da Fondazione Synbola in collaborazione con Federlegno Arredo, ha dichiarato: “Il design non è legato solo all’estetica ma anche alla capacità di risolvere problemi complicati, dall’ideazione di nuovi prodotti all’individuazione di nuovi mercati.

E’ inoltre strategico per sviluppare una nuova generazione di prodotti che rispondano, oltre al criterio della bellezza, anche a quelli della tecnologia e della sostenibilità ambientale, nel segno dell’economia circolare: efficienza, minore impiego di materia ed energia, riciclabilità, riutilizzabilità” (Giovanna Mancini, Creatività, flessibilità e innovazione. L’Italia si conferma leader nella design economy, Il Sole 24 Ore, 6 aprile 2018).

Ha detto Francesco Trabucco, in maniera intelligente e non senza un pizzico di sano pragmatismo: “Il Design acquisisce a tutti gli effetti il ruolo di un’attività di ricerca finalizzata a generare innovazione, e sotto tale profilo presenta molti vantaggi: costa molto meno della ricerca di base e di quella tecnologica, si sviluppa in tempi prevedibili e ha una probabilità di successo assai alta. Si muove altrettanto bene se ingaggiata in processi di ricerca di innovazione incrementale, sia di prodotto sia di processo, e talvolta anche meglio se sfidata in ricerche di disruptive innovation” (cit. 39).

“Innovare guidati dal design (design driven innovation), vuol dire guardare al mondo degli oggetti con gli occhi e la mente di chi li utilizza; prestare attenzione alla loro usabilità e alla gestione dell’impatto (fino ad oggi davvero poco sostenibile) che hanno sul pianeta e sulla nostra esistenza; prefigurare soluzioni tipologiche e funzionali che corrispondano ai mutati/mutandi modi di abitare, lavorare, divertirsi, muoversi, insomma di vivere”: belle e acute le parole di Alberto Bassi (Design Contemporaneo, 2017, 65).

Io con L’avv. Alberto Improda
Fabiola Cinque con l’avv. Alberto Improda durante l’intervista dello scorso inverno

CHE COS’E’ OGGI LA COSMETICA

In conclusione, la Cosmetica oggi è in cammino verso un orizzonte nuovo, segnato dalle esigenze e dalle opportunità di quell’inedito paradigma chiamato Sostenibilità.

Per compiere questo percorso il comparto è chiamato a dare mostra di una forte capacità di Innovazione, per migliorarne in senso sostenibile i processi e i prodotti in modo ampio e pervasivo.

Il Design è uno strumento prezioso per vincere questa sfida, tale da incidere in maniera armoniosa e benefica in tutti gli aspetti delle imprese, dai meccanismi di funzionamento ai risultati della produzione.

Per descrivere in modo convincente questo avanzato concetto di Design sono state proposte molte belle e appropriate definizioni.

Personalmente sono molto legato a quella di Walter De Silva, nella bella Prefazione al mio “Il Design Crisalide”: “Il design è un modello culturale in evoluzione costante. Sviluppa sistemi analogici e digitali, estetici e poetici. Definisce le strategie d’impresa ed è al centro delle decisioni. Rende meno ambigui i prodotti dando un valore aggiunto e ripetuto nel tempo, per un reciproco beneficio tra cittadino/utente e impresa/paese”.

Redazione

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