La centralità del Design nell’Economia della Complessità

La centralità del Design nell’Economia della Complessità

ITALIA – Ci siamo interrogati sulla centralità del Design nell’Economia in occasione della Giornata Mondiale del Disegno Industriale attraverso il punto di vista dell’autore di vari testi sul design, l’avvocato Alberto Improda.

Le tecnologie più avanzate, con particolare riferimento all’Intelligenza Artificiale, sollevano preoccupazioni e interrogativi sul futuro degli strumenti giuridici, delle attività lavorative, delle figure professionali che fanno oggi parte del nostro abituale panorama.

La Giornata Mondiale del Disegno Industriale rappresenta un’occasione propizia per svolgere qualche riflessione nello specifico sulle prospettive che attendono il Design.
L’Economia della Complessità rappresenta oggi il fenomeno che determina i più profondi cambiamenti nel mondo dell’Impresa.

Avvocato Alberto Improda

La Complessità, prima di tradursi in meccanismi economici, consiste in una forma di Cultura, in una teoria della Conoscenza. Il concetto di Complessità, come noto, ancora non è oggetto di una cristallizzazione normativa, di una definizione pacificamente condivisa.

Ciò nonostante possiamo fissarne alcuni paletti sufficientemente affidabili, per poi ragionare sulle sue ricadute in termini aziendali e trarne qualche considerazione sul futuro del Design.

La Cultura della Complessità senz’altro si caratterizza per il suo concepire, in ogni ambito della Società, fenomeni e oggetti nella loro dimensione di sistemi, per il suo leggere ogni manifestazione della Realtà in un’ottica sistemica.

Per una schematica definizione del concetto di Sistema, possiamo fare riferimento a quella recentemente indicata da Pierluigi Fagan, secondo la quale: “Parti in interrelazione creano un qualcosa che ha più coerenza interna del suo esterno, ogni sistema è composto da sottosistemi ed ha a sua volta interrelazione con altri sistemi, tutto ciò è posto in un contesto che ha un suo tempo” (Promuovere la cultura della complessità, 22 marzo 2023, www.festivalcomplessita.it).

Aggiunge l’Autore appena citato: “Dal mondo subatomico agli ammassi galattici passando per l’uomo ed ogni altri vivente, non meno che dai fonemi e alfabeti alle credenze e le culture passando per le parole, le proposizioni, le idee, i concetti e le teorie, sono tutti sistemi” (ibidem).

La Complessità, come ho già avuto modo di scrivere, “ha un impatto forte e profondo sull’Impresa, sia con riferimento al suo funzionamento interno, sia per quanto concerne le sue funzioni esterne.

Sul versante interno, l’Azienda diventa un vero e proprio crocevia di dinamiche diverse e distanti, alcune delle quali tradizionalmente estranee al suo ambito: dalla Cultura alla Politica, dalla Comunicazione all’Arte.

Sul versante esterno, l’Impresa è chiamata a funzioni che solo pochi lustri addietro difficilmente sarebbero state associate alla mission aziendale, riassumibile nella formula ESG: Environmental, Social, Governance” (La Rotta dei Brand, Seconda Edizione, 2023, 252/253).

Le trasformazioni in atto riguardo alle funzioni ed al funzionamento dell’Impresa determinano ovviamente conseguenze importanti e dirette sull’organizzazione aziendale.

Giornata Mondiale del Disegno Industriale
Avvocato Alberto Improda

Alberto Felice De Toni, in un recente e acuto intervento, sostiene che “per riuscire davvero a gestire al meglio la complessità insita nel mondo in cui siamo immersi, le aziende devono necessariamente fare proprio uno sguardo molteplice e trarre il meglio dall’intelligenza condivisa, ovvero quel bacino di intelligenza che si trova distribuita all’interno dell’organizzazione nel suo complesso” (Come gestire la complessità in azienda, pubblicato da Manuele Ceschia, www.appmynet.it, 27 aprile 2023).

Questo conduce ad una significativa rimodulazione dei modelli organizzativi nell’impresa, nonché ad un autentico ripensamento del concetto di leadership.

Commenta lo stesso Studioso: “la figura del capo deve evolversi per diventare la figura di colui o colei che detiene la responsabilità di creare un sistema di valori condiviso, capace di coinvolgere le persone e incentivare la nascita della self-leadership nei singoli. Da conduttore, insomma, il capo deve trasformarsi in costruttore di contesti”.

In estrema sintesi, la Complessità deve essere gestita in azienda “creando contesti con motivazioni condivise e creando le condizioni necessarie perché le competenze dei singoli possano essere efficaci” (ibidem).

Queste riflessioni rendono di palmare evidenza come il Design, nell’Economia della Complessità, sia chiamato ad assumere nell’Impresa e nella Società una importanza ed una centralità largamente inedite.

Il Design, infatti, oggi rappresenta sostanzialmente un metodo di lavoro, grazie al quale vengono messe in connessione conoscenze tradizionalmente viaggianti su binari diversi e non coincidenti, in modo da produrre soluzioni innovative e al passo con i tempi.

Ha autorevolmente scritto Flaviano Celaschi che il Design contemporaneo deve essere inteso “come disciplina che si insedia a metà strada tra quattro sistemi di conoscenze (in-put) tra di loro difficilmente dialoganti: le “humanities e la tecnologia/ingegneria su un asse e l’arte/creatività e l’economia e la gestione su un altro asse perpendicolare al primo.

Il porsi a cerniera tra questi antichi e ricchi saperi specialistici strutturati, non in antitesi ma come catalizzatore di contenuti e sintetizzatore di effetti, fa del design un sapere di grande potenzialità contemporanea, pervasivo ed efficace, relazionante e mutante, e straordinariamente adeguato a pontificare la relazione tra teoria e prassi, tra possibile e realizzabile” (Il design come mediatore tra saperi, in Uomo al centro del progetto – Design per un nuovo umanesimo, 2008, 20).

Il sottoscritto, più modestamente, ha affermato che “oggi il Design ha una natura composita e rappresenta un metodo di lavoro, trasversale e multidisciplinare, finalizzato ad apportare Innovazione nei campi dell’Estetica, della Tecnologia e della Semiotica” (Il Design Crisalide, 2019, 163).

Possiamo dunque dire che la Giornata Mondiale del Disegno Industriale 2023 trova il Design in un momento di straordinaria vitalità ed alla vigilia di una stagione di ulteriori ed eccezionali sviluppi, che lo confermeranno quale elemento portante del Contemporaneo.

Alzando per un momento lo sguardo dal contingente, non appare fuori luogo richiamare il pensiero del grande filosofo Martin Heidegger, tanto fondamentale quanto controverso, secondo il quale la caratteristica più peculiare dell’Uomo è quella di consistere in un Progetto: noi esistiamo come un continuo tendere verso una diversa sistemazione della realtà.

Secondo gli insegnamenti del pensatore tedesco l’Uomo vive nel Mondo anzitutto come un agente che lo modifica e lo riorganizza continuamente: il suo tratto caratteristico è il Progetto, per l’Uomo Essere significa Progettare.

In un momento storico nel quale la Realtà risulta pervasa dal meccanismo della Complessità, il Design assurge al ruolo di strumento dalla larghissima portata e di inestimabile importanza, essenziale per consentirci di governare le difficoltà del frangente e di continuare a progettare l’Impresa, la Società, la Vita.

Testo di Alberto Improda

Redazione

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