TORINO – Una Juventus grafica: così potremmo definire il restyling della Società bianconera che dopo 120 anni di storia e di evoluzione ha concepito un nuovo marchio che, nella sua semplicità da ideogramma, pare la distillazione e l’essenza di una lunga tradizione fatta di passione e capacità sportive.
Il nuovo stemma è una “J” raddoppiata e stilizzata a forma di scudetto, perfetta per il nuovo obiettivo della Società cioè quello di conquistare nuovi mercati e di rendere la Juventus un vero brand popolare non solo fra gli appassionati di calcio, ma anche fra i bambini, il pubblico femminile, le nuove generazioni e i famosi «millenials» che, come dice Andrea Agnelli, “la Juventus deve riuscire a colpire nella loro fantasia”. E se il mercato si fa globale la risposta deve essere per forza semplice e diretta: prosegue Agnelli “Cosa sogna una bambina giapponese? E un millenial di Mexico City? Noi dobbiamo rispondere a loro in modo semplice ed evocativo».
La Juventus con questo nuovo stemma ha deciso di optare per un nuovo design lineare e minimalista che ha fatto piazza pulita del vecchio brand e di tutti i suoi dettagli visto che il nuovo logo, pensato da Interbrand, è formato da due semplici strisce a forma di J che si collocano sotto al nome della squadra scritto in stampatello. Niente più il toro rampante adottato nel 1990 in riferimento alla città di Torino, e neppure la zebra con le sue caratteristiche strisce bianche e nere, come pure è sparito ogni dettaglio giallo: tutto ritorna al bianco e nero arricchito ora da un design pulito e lineare che diventerà facilmente un vero e proprio marchio di fabbrica.
L’agenzia di design Interbrand ha scartato infatti la maggior parte degli elementi tradizionali per una nuova identità visiva che ha lo scopo di diventare il marchio di nuove iniziative imprenditoriali meno direttamente legate al calcio giocato. Il nuovo logo sarà perfetto stampato su un’ampia serie di gadget: così almeno ha affermato Manfredi Rocca durante l’evento di presentazione presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano. Rocca, come responsabile della strategia di Interbrand, ha affermato: “Solamente la Juventus poteva fare un passo in questo senso perchè il club è già un sinonimo di ambizione ed eccellenza e questi sono i principi che possono ispirare esperienze davvero uniche. La nuova identità visiva è stata progettata per traghettare coraggiosamente lo spirito del club in nuovi, inaspettati settori”.
Per capire quanto sia stata innovativa questa scelta di e quante polemiche abbia sollevato tra tifosi e sostenitori, si dovrebbe ritornare indietro nel tempo e descrivere velocemente la storia di una squadra i cui colori e simboli hanno da sempre svolto un ruolo decisivo nella costituzione dell’identità societaria al di fuori del ambito strettamente sportivo già dalla fine del XIX secolo.
All’esordio ufficiale nel campionato nazionale del 1900, le tinte sociali della Juventus erano il rosa e il nero, allora i colori sportivi del liceo in cui studiavano i fondatori e primi soci del club mentre quella che diverrà poi la canonica tenuta di gioco della squadra, oltreché una tra le più iconiche del panorama sportivo mondiale in virtù dei suoi successi, è stata ispirata alla casacca degli inglesi del Notts County da cui il soprannome di Bianconeri. Una decisione presa da Gordon Thomas Savage, uno dei soci juventini nonché, in precedenza, il primo giocatore d’origine non italiana dell’undici torinese, come «simbolo d’aggressività e potere» proprio grazie a quei colori che vengono rispettivamente associati a purezza e autorità. Nel corso del secolo scorso, con l’inizio del professionismo, sulla maglia vennero inseriti distintivi come la numerazione tattica, alla fine degli anni 1930, e i marchi degli sponsor tecnici e ufficiali del club, a cavallo tra gli anni 1970 e 1980. Infine, lo stemma societario fu cucito sulle divise bianconere per la prima volta a metà degli anni ‘90 mantenendo comunque sostanzialmente i dettagli invariati dal 1905: il nome del club, i colori societari adottati nel 1903 e il toro rampante preso a prestito dall’araldica cittadina solo temporaneamente sostituito dalla stilizzazione di una zebra, anch’essa già simbolo associato alla squadra dall’inizio del XX secolo. Facendo un salto nel tempo e tornando ai giorni nostri, era dal 2004 che la Juventus utilizzava l’ultimo logo prima di questo ulteriore cambiamento che opta per un design bidimensionale, senza ombreggiature, in tendenza con le mode degli ultimi anni, che hanno visto l’abbondono graduale di riferimenti al mondo reale e la loro sostituzione con icone più semplici e rigorose ispirate alla grafica web.
Il nuovo logo della Juventus sarà adottato ufficialmente a partire da luglio 2017 e verrà utilizzato per tutte le manifestazioni fisiche e digitali del club, a partire dal sito della società che è già stato aggiornato.
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