Superlega: la rivoluzione fallita del calcio

Superlega: la rivoluzione fallita del calcio

MONDO – Quello che in molti temevano si stava concretizzando. La nascita della Superlega, una nuova competizione elitaria con 20 club, i più forti al mondo. I più potenti e ricchi. L’impatto della notizia nel mondo, è stato equivalente a quello di un attentato perché, in fondo, di questo si tratta. Bisognerebbe essere contenti della nascita di questo nuovo torneo? O no? Proviamo a spiegarne le ragioni.

A mezzanotte di domenica 18 aprile 2021 cambia il mondo del calcio. Esce un comunicato di 12 club europei (6 inglesi, 3 spagnoli e 3 italiani) che annuncia la nascita di una nuova competizione, la Super League, governata dai Club Fondatori.

Neppure 48 ore dopo, scoppia un’altra bomba. Le squadre inglesi fondatrici si sono tirate indietro, il Barcellona si rimetterà ai soci e anche l’Inter ha fatto un passo indietro. Andrea Agnelli ha fatto sapere che il progetto andrà avanti. Sì, ma come? Si prospettano giorni di fuoco, ma questa Superlega ha già iniziato a zoppicare. Potrebbe essere una delle più brutte figure fatte nella storia del calcio.

In attesa di sviluppi, facciamo un passo indietro. Torniamo alle giornate di domenica e lunedì.

La creazione della Superlega (della quale il nostro Paolo Riggio aveva già parlato qui) arriva in un momento in cui la pandemia globale ha accelerato l’instabilità dell’attuale modello economico del calcio europeo. Da anni, ormai, questi club si sono posti l’obiettivo di migliorare la qualità e l’intensità delle attuali competizioni europee nel corso di ogni stagione, creando un format che consenta ai top club e ai loro giocatori di affrontarsi regolarmente.

Il torneo fornirà una crescita economica significativamente più elevata e un supporto al calcio europeo, tramite un impegno di lungo termine a versare dei contributi di solidarietà senza tetto massimo, più alti di quelli generati dall’attuale competizione europea. Si prevede che superino i 10 miliardi di euro durante il corso del periodo iniziale di impegno dei club.

CLUB FONDATORI

Al momento sono 12. Sono: AC Milan, Arsenal FC, Atlético de Madrid, Chelsea FC, FC Barcelona, FC Internazionale Milano, Juventus FC, Liverpool FC, Manchester City, Manchester United, Real Madrid CF e Tottenham Hotspur. È previsto che altri tre club aderiranno come Club Fondatori prima della stagione inaugurale, che dovrebbe iniziare non appena possibile (i club dicono di essere pronti in 5 mesi).

FORMAT

In totale saranno 20 i club coinvolti. I 15 Club Fondatori saranno fissi, poi ci saranno altre 5 squadre selezionate ogni anno in base ai risultati conseguiti nella stagione precedente nei rispettivi campionati locali. Non si sa di preciso quali, ma quasi sicuramente i maggiori campionati europei.

Lo schema della competizione prevede due gironi da 10 squadre che si sfideranno in gare d’andata e ritorno nel corso della settimana. Al termine delle diciotto giornate, le prime tre classificate di ogni girone si qualificheranno automaticamente ai quarti di finale. Le quarte e quinte classificate si affronteranno in una sfida di andata e ritorno per i due restanti posti disponibili per i quarti. Quarti di finale e semifinali si giocheranno in sfide di andata e ritorno, mentre la finale sarà una partita secca che sarà disputata a maggio in uno stadio neutrale.

LE REAZIONI

Dure, durissime le reazioni di UefaFifa e tutte le leghe nazionali. Sono volate minacce, parole grosse e offese. I Club Fondatori rischiano l’esclusione da tutte le competizione europee (beh se hanno creato una Super Lega evidentemente gli fregava poco o nulla) ma, scenario ben peggiore, dai campionati nazionali oltre a impedire la convocazione per Europei e Mondiali. Al momento regna il caos. Si andrà avanti in trattative all’ultimo sangue e qualcuno dovrà per forza mollare la presa, altrimenti lo scenario che si prospetta è, per il mondo del pallone, apocalittico.

Anche tifosi, giocatori, allenatori e dirigenti hanno espresso la loro opinione. O meglio, hanno espresso le proprie perplessità (è un eufemismo) nei confronti di questa Superlega. Il pensiero più popolare è che siamo di fronte alla morte del calcio. Che stanno impedendo ai tifosi e alle squadre di medio e basso livello di sognare, sognare di arrivare a giocarsi le proprie chances nell’Olimpo del calcio. Si dice che questa improvvisa accelerata sia dovuta agli enormi problemi finanziari di questi top team, dunque solo una questione di soldi. Lo spettacolo è solo uno specchietto per le allodole.

Ma siamo così sicuri che siamo di fronte al male assoluto, alla morte del calcio? Vediamo perché, invece, potrebbe valerne la pena.

LA SUPERLEGA È IL FUTURO – A. AGNELLI

“I 12 Club Fondatori hanno una fanbase che supera il miliardo di persone in tutto il mondo e un palmares di 99 trofei a livello continentale. In questo momento critico ci siamo riuniti per consentire la trasformazione della competizione europea, mettendo il gioco che amiamo su un percorso di sviluppo sostenibile a lungo termine, con un meccanismo di solidarietà fortemente aumentato, garantendo a tifosi e appassionati un programma di partite che sappia alimentare il loro desiderio di calcio e, al contempo, fornisca un esempio positivo e coinvolgente”.

Così si è espresso il presidente della Juventus e neo-vicepresidente della Superlega. Tutti gridano allo scandalo. E se invece fossimo davvero davanti al futuro?

Vorrei dire che a fare la morale sono in primis quelle organizzazioni, come Uefa e Fifa, che sono state e sono affogate nella marcescenza di un calcio alla deriva. Ricordate Blatter? L’uomo che voleva cambiare il calcio e che invece, per 17 anni, ha fatto il bello e il cattivo tempo finendo arrestato per corruzione. Per non parlare del Fairplay finanziario che nelle idee di Platini doveva portare a pareggi di bilanci tra le varie squadre, impedendo spese folli e che invece è parso a molti una gran presa per i fondelli.

Comunque sia, siamo a una svolta. A un cambiamento epocale. Cos’ha di diverso dalla Champions League dove dominano da anni sempre le stesse squadre, dove i soldi sono sempre i mano agli stessi (e alla Uefa soprattutto, che con la SL si vedrebbe sparire da sotto gli occhi una fetta di introiti) e dove i soldi fanno la differenza? Guardate chi c’è adesso ai quarti di finale (chissà ancora per quanto…): Real, PSG (che al momento non ha aderito alla SL), City e Chelsea. Quattro tra i club più ricchi al mondo e non è un caso. Sarà (o sarebbe stato) così anche nei prossimi anni. Crediamo davvero che la CL non sia già un torneo per soli miliardari?

Per dire… dal 1998 l’unica squadra che ha vinto la CL che non è una big è il Porto. In Italia l’80% dei campionati è stato vinto da Juve, Inter e Milan. In Inghilterra, da quando esiste la Premier (1992), il titolo è stato appannaggio quasi esclusivo delle squadre di Manchester e del Chelsea. Per non parlare della Spagna. Credo sia un po’ ipocrita parlare ora di meriti sportivi (giustissimi, ci mancherebbe) quando in realtà a vincere sono sempre le stesse squadre.

Quindi o il calcio viene rifondato completamente (testi salariali, un vero fairplay finanziario…) o si può tranquillamente accettare una competizione di questo genere senza scadere sempre nel politically correct e nel finto moralismo, dove solo ora ci si rende conto che i soldi nel calcio sono il vero motivo per cui tutto questo circo è in movimento.

È LA MORTE DEL CALCIO – TUTTI

Domenica 19 aprile 2021 sarà ricordato da tutti come la morte del calcio. dei sogni e delle speranze di tifosi e giocatori. La superlega va contro ogni principio sportivo e di meritocrazia. I club più ricchi al mondo dovrebbero avere il privilegio di giocarsi una coppa con introiti miliardari, estromettendo quasi tutto il resto del mondo?

Perché vogliono rifondare il calcio, dicono. Siamo di fronte al futuro. No, la verità è che vogliono solo risanare i loro debiti creati dalla pandemia. Stanno creando un club esclusivo per soli ricchi. Modalità e tempistiche puzzano di sotterfugio per avere molti più soldi in tasca, escludendo parti terze come la Uefa e la Fifa.

S’impedirebbe a club meno blasonati e meno ricchi di avere grandi introiti e di contendersi la gloria di una prestigiosa vittoria (anche se questo potrebbe essere tutto da vedere, dato che non si conoscono le modalità di accesso delle 5 squadre non fondatrici). E poi alla lunga, che noia sempre le solite partite tra le solite squadre!

Sembra, insomma, un tagliare le gambe ai “poveri”. Dare un colpo di spugna alla meritocrazia e allo sport.

Quindi quasi tutti sono contrari, pochi – direi pochissimi- a favore o almeno affascinati dall’idea di questa Superlega. Non ci resta che aspettare per sapere come si evolverà la situazione. Ciò che è certo è che il mondo del calcio ne uscirà in una veste nuova, in un modo o nell’altro. Il calcio deve essere riformato e, forse, qualcuno ha scoperchiato un imponente vaso di Pandora.

Francesco Frosini
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