Il Futuro ha un cuore antico. Giornata per Mario Quattrucci

Il Futuro ha un cuore antico. Giornata per Mario Quattrucci

ROMA – Il 22 novembre 2022 al Teatro Porta Portese, si svolgerà un evento dal titolo “Il Futuro ha un cuore antico. Giornata per Mario Quattrucci”. Con la partecipazione di numerose personalità della Cultura e della Società. Diverse le attività che sono in programma per questo evento: la sala principale del Teatro verrà intitolata a Mario Quattrucci. Nascerà Malacoda Ente Culturale, verrà presentato un numero monografico di Malacoda dedicato a Mario Quattrucci. Verrà, inoltre, lanciato il Centro Culturale che avrà il suo nome. Per saperne di più abbiamo incontrato l’Avv. Alberto Improda, che è tra i promotori dell’iniziativa.

 

Negli anni scorsi abbiamo già avuto modo di intervistare l’Avvocato Alberto Improda e discutere con lui di vari temi legati, tra l’altro, ad impresa, innovazione e design. Qui potete rileggere tutti gli articoli. Abbiamo incontrato nuovamente l’Avvocato per parlare stavolta dell’iniziativa prevista per il 22 Novembre dedicata a Mario Quattrucci e a tutte le attività per rendergli omaggio.

Le chiediamo, innanzitutto, di raccontare ai nostri lettori chi era Mario Quattrucci ed il perché di una giornata a lui dedicata.

Mario Quattrucci è stato un personaggio di grande spessore, che ha vissuto più vite, tutte affrontate con passione e determinazione fuori dall’ordinario.
Iscritto al PCI dal 1953, Mario è stato – fino sostanzialmente alla svolta della Bolognina – un militante e dirigente del Partito Comunista Italiano.
Ha fatto parte di organismi dirigenti del PCI provinciali, regionali e nazionali. Ha presieduto il Gruppo del PCI alla Regione Lazio; è stato Segretario Regionale e membro del Comitato Centrale del Partito. Ha insegnato all’Istituto di Studi Comunisti “Palmiro Togliatti”.
Nei primi Anni Novanta, poi, ha vissuto una breve ma significativa esperienza da Amministratore Locale, come Sindaco di Fiano Romano.
Chiusa l’esperienza nel Partito, Mario ha vissuto una vera e propria seconda esistenza, quella dell’Intellettuale colto, profondo e appassionato.

Scrittore, Poeta, Pittore e Critico di rango

E’ stato cofondatore, Direttore Artistico e Presidente della Giuria del “Premio Internazionale Feronia – Città di Fiano”. Presidente dell’Associazione Culturale Entroterra. Presidente del Sindacato Nazionale Scrittori. Vicepresidente della SAI – Società Autori d’Italia.
Ha diretto la collana “Segmenti” delle Edizioni Quasar e la collana “Libri di Poesia” di Robin Edizioni.
Negli ultimi anni si è dedicato con immensa passione e la consueta energia alla Rivista Culturale Malacoda, che abbiamo fondato insieme, della quale è stato Direttore, anima, cuore, motore e guida.

Mario è mancato lo scorso 6 luglio e nell’evento del 22 novembre verranno realizzate e annunciate diverse importanti iniziative che sono tutte riconducibili alla sua figura o scaturenti dalla sua straordinaria opera.

 

 

Parliamo di Malacoda Rivista Culturale, della quale va ad assumere la Direzione: di cosa si tratta e cosa ci può dire al riguardo?

Malacoda Rivista Culturale nasce il 13 ottobre 2015, a Roma, presso la Libreria Odradek, in Via dei Banchi Vecchi, 57.
Quel giorno a tenerla a battesimo vi erano Mario Quattrucci, direttore editoriale, Mario Lunetta e il sottoscritto, condirettori, e Tonino Tosto, direttore responsabile.
In verità, dunque, sono nominalmente alla direzione di Malacoda da ormai sette anni.
Ma, con la presenza di due grandi personalità come Mario Lunetta e Mario Quattrucci, il mio contributo alla direzione della rivista nei primi anni è stato piuttosto ancillare. Consideravo già un onore ed un privilegio affiancare “i due Mari”, come scherzosamente solevano definirsi, e vederli all’opera.
Una volta mancato il compianto Mario Lunetta, davvero Malacoda è vissuta ed è cresciuta grazie alla passione, alla determinazione e all’energia di Mario Quattrucci, pazientemente e brillantemente supportato da amici come Tonino Tosto, Francesco Muzzioli, Corrado Morgia, Mario De Chiara e altri.
Oggi che Mario non è più con noi, con la direzione del sottoscritto che mio malgrado diventa piena, ho avvertito la necessità di coinvolgere nell’iniziativa anche altri autorevoli amici, come Pietro Folena, innanzitutto, e Simone Oggionni, Dale Zaccaria, Zaira Belfiore, Micaela Unfer, Eleonora Tosto, che ringrazio tutti per l’impegno, nonché numerose altre personalità che si sono avvicinate e si stanno avvicinando al progetto con interesse e generosità.

Malacoda Rivista Culturale continua dunque il suo percorso, grazie ad un gruppo di persone di generazioni e sensibilità diverse, accomunate dalla medesima voglia di custodire le più preziose eredità del Passato e di affrontare in modo innovativo le sfide del Futuro.

Come recitava già il comunicato stampa del 2015, siamo nati, siamo qui e continueremo a batterci per una rinascita culturale, per una riforma intellettuale e morale”; “per la realizzazione di un’onda critica e letteraria che sia lotta alternativa al disfacimento intellettuale proposto dal magma del pensiero unico debole, servo delle dinamiche “nichiliste” del nuovo dis-ordine mondiale”.

Abbiamo detto che il 22, accanto alla Rivista Malacoda, nasce Malacoda Ente Culturale, del quale assumerà la presidenza: i motivi di questa iniziativa?

Negli ultimi mesi, in particolare dopo la scomparsa di Mario, abbiamo constatato che intorno all’iniziativa editoriale della Rivista era cresciuta una vera e propria comunità.
Una comunità meravigliosa, fatta di persone piene di passione e di talento, di più generazioni e con matrici culturali differenti, ma accomunate dall’impegno per una Società migliore.
La Pandemia, la Guerra, l’Ambiente, la Crisi: il nostro tempo ci sta mettendo davvero di fronte a sfide che appaiono quasi insuperabili, di una portata gigantesca e di una complessità eccezionale.
E, per affrontare questo difficile momento storico, non possiamo fare affidamento su nessuna delle ideologie tipiche del Novecento, che ci hanno finora accompagnato nelle nostre traiettorie personali, politiche e culturali. Personalmente le considero tutte, nessuna esclusa, strumenti obsoleti, orpelli del passato, certamente da custodire e celebrare, ma inadatti a costruire il Futuro.
Di fronte a questa prospettiva, ci è sembrato che lo strumento della Rivista fosse prezioso ma insufficiente, e che la comunità di Malacoda fosse chiamata ad assumere una dimensione più ampia e più densa.

Ecco dunque che la Comunità diventa Ente, organismo collettivo, organizzazione a disposizione di tutti per affrontare le sfide del Contemporaneo.

Malacoda Ente Culturale rappresenterà uno spazio aperto, a disposizione per il confronto e per l’elaborazione, senza preclusioni di appartenenze, ma con una precisa scelta di campo: dalla parte della difesa dei Diritti, della lotta alle Ingiustizie, del contrasto alle Disuguaglianze, della tensione verso il Progresso.
L’ambizione è quella di svolgere una funzione che potremmo quasi definire di ostetricia, accompagnando la gestazione di idee nuove e spiazzanti, favorendo lo sviluppo di proposte oggi inimmaginabili, per “una rinascita culturale, per una riforma intellettuale e morale”.

I lettori di Mywhere la conoscono come tecnico del diritto e giurista d’impresa: qual è il senso di questo suo impegno e quale è stato il suo rapporto personale con Mario Quattrucci?

Nelle ultime settimane, dopo la sua scomparsa, ho pensato spesso a come potesse essere qualificato il rapporto che per trent’anni mi ha legato a Mario.
Faticherei a definirlo un Maestro: il mio maestro è stato il compianto Avv. Enrico Biamonti e da Mario ero separato da differenze non banali di ordine politico e culturale.
Non potrei definire Mario neanche un Fratello: troppa la differenza d’età, insufficiente il livello di intimità e confidenza.
Certamente con Mario c’è stato un grande affetto e una reciproca stima, nonché una sorta di giocosa complicità; ci siamo voluti molto bene: credo che questa sia Amicizia.
Quanto al mio impegno nel progetto, potrei cavarmela ricordando una frase di Piero Calamandrei, mio forte punto di riferimento ideale, avvocato, intellettuale e scrittore, tra i fondatori del Partito d’azione: “Gli avvocati non sono giocolieri da circo, né conferenzieri da salotto: la giustizia è una cosa seria”.
Il mio convincimento è che ogni cittadino, in qualche modo, dovrebbe dedicare una più o meno piccola parte del suo tempo alla collettività, alla Repubblica.
Ma questo vale in modo particolare per chi, come il sottoscritto, si occupa di Giustizia.

Non si può essere autentici uomini di Diritto e disinteressarsi della Società in cui si vive.

Questo il senso del mio impegno in Malacoda, che cercherò di portare avanti facendo miei due elementi essenziali dello spirito di Mario Quattrucci, veri motori propulsivi della sua vita e della sua opera: la Fiducia nell’Uomo e la Speranza nel Futuro.
Vorrei lasciare direttamente a Mario la conclusione di questa intervista. Con parole che definiscono la mia visione di Malacoda meglio di mille discorsi. Parole tratte dall’ultima pagina di “Nel fuoco della controversia – Dieci domande di Corrado Morgia a Mario Quattrucci”:

“Dopo ogni secolo buio il libero pensiero è risorto, ed ha armato la lotta di un risorgimento e un progresso.

Noi, e non si è pochi, con i nostri modesti mezzi ma con limpida voce, anche e specialmente nel campo della cultura continuiamo a lottare.
Perché “la notte più lunga eterna non è”, e perché, con Romain Rolland, “anche senza speranza, la lotta è ancora una speranza”.

 

L'Editore

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