Ti racconto Artemisia Gentileschi. Un nuovo libro dedicato alla grande artista

Ti racconto Artemisia Gentileschi. Un nuovo libro dedicato alla grande artista

MILANO – Ti racconto Artemisia Gentileschi. L’artista del tèlos, in 90 pagine a colori, è il titolo del nuovo libro di Simone Fappanni, critico, storico dell’arte e ideatore di Art is line blog, uscito in questi giorni nella collana dei Quaderni di Palazzo Duemiglia. Un volume volto a riportare alla luce alcuni aspetti di un’artista barocca di grande talento, troppo a lungo messa in un angolo. Finalmente, fra queste pagine torna a vivere e a riscattarsi. 

Dopo il successo della mostra a Roma, che abbiamo visitato e vi abbiamo raccontato, Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento, torniamo a parlarvi della sorprendente figura di Artemisia Gentileschi, talento chiave dell’arte barocca e donna di grande tenacia e modernità. Si tratta di un volume agile intitolato Ti racconto Artemisia Gentileschi. L’artista del tèlos, arricchito da numerose illustrazioni a colori, che vuole essere un’introduzione alla poetica creativa di un’artista per troppo tempo ingiustamente dimenticata e ora al centro di una fortunata serie di esposizioni in Italia e all’estero e di un vivace dibattito.

Fappanni presenta questa figura attraverso un lavoro che si rivolge non soltanto agli esperti, ma anche a tutti coloro che desiderano conoscere o approfondire una personalità complessa che nel corso della sua esistenza è stata persino vittima di uno stupro, ma non per questo ha smesso di dipingere; anzi, ha trovato nell’arte il modo per emanciparsi in un contesto storico, quello legato all’epoca barocca, che relegava le donne ai margini del mondo delle Beaux-Arts.

TI RACCONTO ARTEMISIA GENTILESCHI. TUTTI I SEGRETI DELLA GRANDE PITTRICE

La lettura delle principali opere della pittrice romana si configura, quindi, come un viaggio alla scoperta di un talento assoluto, capace di dare vita ad immagini particolarmente evocative in grado di coinvolgere profondamente. Dai primi passi nella fiorente bottega del padre, Orazio Lomi Gentileschi, dove ha iniziato a mettere in mostra le sue doti creative cristalline, al doloroso processo per la violenza subita, fino ai soggiorni in Toscana, a Napoli, a Venezia e persino in Inghilterra, Artemisia ha sempre espresso un’arte con caratteri alquanto personali, riuscendo persino a guadagnarsi la fiducia di importanti committenti, grazie anche alla brillante capacità di gestire la diffusione dei suoi quadri.

E seppure i suoi riferimenti principali sono stati, molto probabilmente, l’illustre padre e Caravaggio, peraltro mai imitati pedissequamente, ma anzi presi quasi a modello per plasmare il suo stile, ha realizzato una quadreria che si connota per un’ampia gamma di soggetti. Tant’è vero che la sua produzione spazia agilmente dal sacro al mitologico, passando per la ritrattistica, con particolare attenzione a quelle eroine del passato che sono diventate emblema di libertà, mentale prima ancora che fisica, in cui per certi versi pare di ritrovare – com’è stato fatto osservare dalla critica – la stessa Gentileschi che, dunque, è veramente, come indica il sottotitolo di questo volume, l’artista del tèlos.

Per ulteriori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo mail fappanni71@gmail.com o visitare il sito web di Art is line blog.

SIMONE FAPPANINI RACCONTA IL SUO PROGETTO

Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte

Un altro libro su Artemisia?

Dire un libro diverso su Artemisia, un compendio che vuole essere una guida, anche per i non addetti ai lavori per avvicinare una pittrice dal talento cristallino, per troppo tempo sottovalutata e dimenticata.

Per quali motivi?

Le ragioni sono diverse e oggetto di discussione fra i critici. Le principali sono legate al fatto che, nel Seicento, era rarissimo che una donna potesse riuscire ad avere tanto successo nell’arte. Anzi, erano praticamente escluse dai consessi e dalle accademie che potevano spianare la strada ad ottenere importanti commissioni. Pertanto, dopo la sua morte, cadde nell’oblio. Inoltre, molti suoi lavori furono attribuiti al padre, Orazio Gentileschi. Non da ultimo, com’è noto, fu vittima di stupro e il processo che ne derivò ebbe un grande clamore. Venne addirittura torturata e sottoposta a pubbliche visite ginecologiche per accertare la verità. Lei confermò tenacemente di essere stata violentata. Purtroppo l’autore di questo atto inqualificabile ottenne una condanna ridicola, ovvero lasciare Roma, la città dove lavorava. E l’opinione pubblica, per usare un termine moderno, non si schierò con lei, tant’è vero che si guadagnò l’ingiusta nomea di persona poco seria.

Come ha influito su Artemisia questo fatto?

Il trauma dello stupro e quello di un dibattimento conclusosi sostanzialmente a suo sfavore ha condizionato non solo la sua vita ma, secondo una parte della critica, anche una parte della sua pittura, come ad esempio la violenza presente in una delle sue tele più famose, Giuditta che decapita Oloferne, di cui conosciamo due versioni di mano certa, una conservata a Capodimonte, l’altra agli Uffizi.

Queste sono solo alcune, delle tante risposte che troveremo nel volume Ti racconto Artemisia Gentileschi. L’artista del tèlos. Un excursus pieno e profondo su una delle donne più incredibili, importanti e sfortunate della storia dell’arte. Non resta che correre ad acquistarlo.

INFO: Ti racconto Artemisia Gentileschi. L’artista del tèlos

di Simone Fappanni

collana dei Quaderni di Palazzo Duemiglia

90 pagine a colori

Euro 12

 

Milù Vici

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