Dalla Calabria arriva la sposa etica Made in CANGIARI

Dalla Calabria arriva la sposa etica Made in CANGIARI

CALABRIA – La storia di CANGIARI, il primo marchio di moda etica di fascia alta in Italia che appartiene a GOEL, Gruppo Cooperativo che opera per il riscatto ed il cambiamento della Locride e della Calabria aggregando persone ed imprese composte prevalentemente da volti femminili.

Non è mai facile raccontare la mia terra. Il più delle volte è una guerra interiore tra la nostalgia e l’entusiasmo. E’ la terra delle contraddizioni, dove abita la gente speciale e nel contempo anche quella che le cose speciali sa solo rovinarle. Da quando ho deciso che nel mio futuro ci sarebbe stato il giornalismo, mi è capitato fin troppo spesso di dover testimoniare il lato corrotto, intimidito, spento e putrido della Calabria. Stavolta, però è diverso. La fiaba di cui vi parlo, la conosco da qualche anno ed è una di quelle che non ci si stanca di ascoltare e che ha il colore intenso dell’happy ending. E’ la storia di CANGIARI, il primo marchio di moda etica di fascia alta in Italia. Il brand appartiene a GOEL, Gruppo Cooperativo che opera per il riscatto ed il cambiamento della Locride e della Calabria aggregando persone ed imprese  composte prevalentemente da volti femminili.

E CANGIARI nasce su impulso di gruppo di giovani donne, tradizionaliste e legate ai valori di una volta. Ce ne sono tante in Calabria di donne così. Sono loro che meglio di qualunque altro, si fanno ancelle della bellezza e del senso di appartenenza. Chi è fino in fondo CANGIARI e come viene alla luce, noi di MyWhere, ve lo abbiamo raccontato più di una volta (vi rimandiamo al nostro articolo). Un’arte complessa e sofisticata che vede 1.800 fili di ordito passare nei “licci” lavorati dalle majistre per produrre un determinato disegno di tessuto, memorizzati attraverso nenie di una volta, i cui versi contenevano l’ordine matematico di ogni passaggio. Ma che CANGIARI, dopo il successo nell’Alta Moda, fosse pronto a lanciare anche una linea dedicata alla sposa etica, riflesso di una cultura che crede ancora fermamente nel matrimonio e lo pratica investendo in esso i risparmi di una vita, erano davvero in pochi ad immaginarlo. Raggiunto telefonicamente Vincenzo Linarello, presidente del Gruppo, ci ha svelato, a ridosso della prossima Milano Fashion week, segreti ed obiettivi della nuova proposta made in CANGIARI e rammentato cosa significa, per una realtà del Sud, non mollare mai.

Chi vive in Calabria conosce bene le difficoltà di una terra che spesso ostacola piuttosto che aiutare. Ci sono realtà che, nonostante la buona volontà, subiscono ogni giorno intimidazioni, ostacoli, soprusi. Il Gruppo GOEL è stato oggetto di intimidazioni mafiose, ma ha continuato a portare avanti i suoi progetti. Come si fa a non mollare e a non avere paura mai?

Siamo nati (GOEL prima di CANGIARI) dal rifiuto delle regole della mafia, nell’intento di comunicare un concetto di etica che si nutra di bellezza, di positività e in cui l’aspetto culturale si fonda con quello economico. Per noi non esiste nessun’altra possibilità. Oggi GOEL ha acquisito fama e visibilità al punto da rappresentare un bacino d’innovazione sociale noto a livello internazionale. L’appoggio che ormai riceviamo da tutte le parti del mondo è diventato il nostro primo supporto nella reazione a quelli che sono gli atti della ‘ndrangheta. Ogni volta che subiamo un’aggressione è quella stessa rete a mobilitarsi per aiutarci a uscirne più forti di prima. Può sembrare paradossale ma ogni aggressione ci rende più forti e il consenso dei cittadini è ormai il nostro strumento di difesa principale.

In una terra che sta perdendo i suoi giovani, costretti a migrare per trovare lavoro, e dove spopola la cultura universitaria a dispetto di quella sartoriale e artigianale, quanto è difficile portare avanti la tradizione e reperire giovani che amino il lavoro su telaio e che portino avanti una tecnica secolare, un bene prezioso per l’intera Regione?

In realtà non lo è stato affatto, anzi. Non abbiamo mai avuto in mente di mettere su un marchio di moda. L’idea è nata, casualmente, dal tentativo di alcune donne che non erano disposte a perdere le proprie origini, al punto da trasformarsi in nuove majistre. Dietro quest’operazione non si nasconde solo un aspetto di tipo culturale ma anche un tentativo di riappropriazione delle proprie radici e di legame con la propria origine. Vedere un elemento che ci appartiene sfilare nelle passerelle nazionali, è fonte di orgoglio e di fierezza.

Spesso nell’ immaginario collettivo, l’utilizzo di materiali BIO è sinonimo di scarsa qualità e povertà. Voi siete riusciti a conquistare il vostro posto al sole nell’alta moda e i vostri capi colpiscono per il loro stile, l’originalità e il messaggio etico. Che cosa è stata in grado di apportare, CANGIARI, nella moda che prima risultava assente?

Siamo stati tra gli antesignani di una moda etica. Oggettivamente, in Italia, fatta eccezione per Carmina Campus, difficilmente c’era questa attenzione prima. L’etica era confinata solo ad alcuni circuiti equosolidali, giammai poteva essere concepita per capi di alta qualità. Nel tempo siamo cresciuti con le aziende fornitrici, li abbiamo aiutati a migliorare grazie ad un lavoro costante di collaborazione, fino a raggiungere determinati livelli. Siamo stati tra le prime, oltre che tra le poche aziende, ad avere una certificazione GOTS. Oggi le cose stanno cambiando. Fortunatamente.

E veniamo alla linea sposa. Come e quando nasce l’idea di realizzare una collezione sposa?

CANGIARI è un marchio che parla di tradizione e nel contempo di innovazione. La linea Sposa Etica nasce dalla consapevolezza che il matrimonio rappresenti ancora uno dei momenti più importanti della vita al sud durante il quale si è disposti a spendere cifre molto alte. L’abito rappresenta il sogno e di conseguenza deve avere una storia, parlare di amore, di rispetto delle regole, di passione. Ancora una volta, anche alla base della linea sposa, c’è il concetto di etica e la volontà di creare due linee che parlino linguaggi differenti e che si rivolgano a  donne assolutamente diverse: una più classica, che abbia, tra i tessuti, ricami a chiacchierino, dal taglio austero o principesco, l’altra più moderna, rappresentata da tagli meno regolari, con volumi non necessariamente strutturati, linee creative e meno ossequiose.

Che tipo di donna è quella che sceglie un abito da sposa CANGIARI e in cosa, Cangiari si differenzia dai più apprezzati competitors?

E’ una donna carica di consapevolezza, dotata di un suo protagonismo. La donna CANGIARI ha grande personalità. E’ testimone di un cambiamento che avviene prima di tutto all’interno del suo ruolo e che si rispecchia nella sua libertà e nel suo impegno per rendere il mondo un posto migliore. Alla base ci sono sempre dei valori molto solidi, ma un’altrettanta consapevolezza delle proprie capacità.

La Sposa Etica è un progetto sviluppato con il supporto della Fondazione ProSolidar ed in collaborazione con Le Spose di Milano. Come nasce questo sodalizio e quali elementi apportano entrambe per contribuire al successo di una linea come quella sposa?

Le Spose di Milano hanno un‘expertise e una competenza commerciale anche rispetto all’estero. Ci occorreva una partnership che ci aiutasse ad interpretare al meglio i desideri, i gusti e unire a questi le giuste competenze tecniche e sartoriali. La Fondazione ProSolidar  ha anche un ruolo economico, dato che per lanciare questa linea  sul mercato ci necessitano aiuti che una comunità priva di capitali non può offrire completamente. Da non dimenticare che tra gli elementi imprescindibili del nostro progetto c’è il reinserimento di persone svantaggiate.

Milano Fashion Week. A febbraio la nuova edizione. Qualche anticipazione su quello che vedremo?

Un ulteriore sviluppo della linea etica alternativa per la sposa. Ci saranno sorprese per il Pret a Portèr risultato di grandi ricerche sul telaio a mano e del ritrovamento di tessuti semi industriali calabresi che siamo riusciti a rinvenire e  che segneranno una grande svolta e accresceranno ancor più l’identità di CANGIARI. Un risultato del quale siamo sempre più orgogliosi, l’ennesima attestazione che, in presenza della volontà, anche una regione speciale come la Calabria può davvero “cangiari”.

l’evento per Milano Moda Donna sarà giovedi 23 febbraio dalle 17,00 alle 21,00 a Corso Italia, 47. Solo su invito.

Testo di Lia Giannini

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Redazione

One Response to "Dalla Calabria arriva la sposa etica Made in CANGIARI"

  1. Claudia Polo
    Claudia Polo   24 Febbraio 2017 at 20:22

    Una storia vera e bella. Quando sento queste storie mi emoziono fondamentalmente qui mi sono emozionata per due motivi: il primo e’ il bellissimo riscatto del sud, il secondo la sostenibilità. Da napoletana capisco quanto sia difficile vivere in un territorio colpito costantemente da critiche, minacce e continue denigrazioni, ma sono le storie come Cangiani che devono risollevare il nostro sud da uno stato di “stallo”. Ammiro le donne che si sono mobilitate per questo progetto, ammiro chi come voi non si abbatte dinnanzi le difficoltà ma lotta. Cangiani per me è un nuovo nome da mettere nelle liste dei marchi da seguire, una donna che ama la sua terra e non solo territorialmente parlando ma soprattutto nella sua vita naturale… gli errori umani sono stati tanti e siamo in debito con la nostra amata Terra, spero che un giorno sempre più marchi possano abbracciare l’innovazione così come hanno fatto Goel e Carmina Campus, perchè Moda non voglia dire più “distruzione”.

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