Turning Red della Pixar ci regala le emozioni della prima adolescenza

Turning Red della Pixar ci regala le emozioni della prima adolescenza

MONDO – Turning Red un altro successo della Pixar. Connubio di divertimento ed emozioni che ormai sembrano il marchio di fabbrica della casa di animazione.

La Pixar ha colpito ancora, in un modo che solo lei da ormai oltre vent’anni riesce a fare: Turning Red (semplicemente Red per il mercato italiano) è stato un altro successo, capace di creare un connubio di divertimento ed emozioni che ormai sembrano il marchio di fabbrica della casa di animazione.
Ma andiamo per gradi: vediamo cosa ha davvero funzionato in questo nuovo film di animazione e perché è sicuramente un qualcosa da recuperare al più presto, nonostante la distribuzione controversa.

Turning Red: una distribuzione (ancora) controversa

Progettato inizialmente per l’uscita sul grande schermo, a causa della pandemia mondiale Disney ha preferito pubblicare il film sulla piattaforma Disney+, senza nessun costo aggiuntivo per la visione: la stessa sorte era toccata ad altri due film Pixar, Luca e Soul.
La scelta per quanto possa essere comprensibile lo diventa meno se si pensa che i film prodotti da Disney e Marvel continuano ad avere visibilità sul grande schermo (i recenti Encanto e Spiderman, ad esempio).
Ciò nonostante, comunque, Red ha debuttato su Disney+ in contemporanea mondiale lo scorso 11 Marzo, ricevendo il favore della critica per gli argomenti trattati e per la storia del tutto originale.
È stato diretto da Domee Shi, autrice del cortometraggio Bao, sempre targato Pixar e vincitore di un Premio Oscar, uscito al cinema nel 2018 insieme a Gli Incredibili 2.

Il periodo della pubertà

Toronto, anni duemila: siamo nel periodo in cui nel mondo le boyband stanno riscuotendo un grandissimo successo tra le giovani adolescenti e la nostra protagonista Meilin Lee, conosciuta con il soprannome Mei non è da meno.
La ragazza, canadese ma con origini cinesi, è infatti fan della boy band dei 4town (palese riferimento e parodia dei Backstreet Boys e dei BTS).
Mei è una studentessa modello, con delle amiche che definisce come “la sua vita” ed una famiglia che adora, ma di cui nutre timore: la madre infatti è tradizionalista e non vuole che nella vita di Mei ci siano distrazioni come boy band e soprattutto ragazzi; a causa di ciò Mei non riesce ad essere come appare con le amiche per paura di deludere le alte aspettative che ci sono nei suoi confronti.
Tutto ciò però è destinato a cambiare, quando Mei una mattina qualsiasi si sveglia e si trova trasformata in un enorme panda rosso.
Sebbene inizialmente questa trasformazione sembri più una maledizione che altro, in pochissimo tempo la nostra protagonista impara a conviverci ed anzi, inizia a sfruttare questa sua nuova forma, diventando anche una ragazza piuttosto popolare all’interno della sua scuola. Al contrario di molti altri film in cui la protagonista tenterebbe di nascondere questo suo lato alla moltitudine, in questo  film il tutto si capovolge, con Mei che non vuole nascondere questo lato di sé ai suoi coetanei, quanto piuttosto alla famiglia, che desidera bloccare una volta per tutte la trasformazione alla prima occasione buona, come era già accaduto con altre donne, tra cui la stessa madre di Mei, prima della giovane ragazza.

pixarturningred

Cosa funziona davvero bene all’interno di questo film?

Ci sono tre cose all’interno di questo film che sembrano funzionare anche troppo bene e che a mio avviso rappresentano i tre grandi punti di forza.
Il primo non può che non essere il citazionismo e la perfetta rappresentazione del contesto storico in cui si svolge la vicenda: Mei vive in pieno i primi anni duemila e la rappresentazione che si ha della cultura musicale dell’epoca è assolutamente congruente con il periodo storico: ascoltare la canzone dei 4town “Nobody Like U” non può non far tornare in mente l’hit dei Backstreet Boys “Everybody”.
Il secondo punto a favore è la storia originale e mai scontata che il film presenta, con la nostra protagonista che si trova presto davanti un bivio che fino ad allora aveva cercato di evitare per non deludere nessuno: meglio essere sé stessi oppure essere ciò che gli altri vogliono?

Questa lotta si traduce come un conflitto che costringe la protagonista a scegliere di appoggiare le amiche oppure la madre, la quale non vede di buon occhio la compagnia che circonda la figlia.
A questo punto le due forme di Mei possono assumere diversi significati: se il panda rosso rappresenta la libertà e la spensieratezza che dovrebbe contraddistinguere la prima adolescenza (e se ci si pensa il colore rosso non è assolutamente un colore casuale, dato che è il colore che meglio rappresenta le emozioni umane), il suo aspetto reale da bambina si può considerare come quel contenitore che blocca e placa i suoi sentimenti ed il suo modo di essere, o perlomeno quel modo di essere che vorrebbe la rappresentasse.
Il terzo punto, invece è ciò che considero il vero capolavoro di questo film: il normalizzare argomenti magari scomodi, come le mestruazioni.
Per trattare questo argomento la Pixar utilizza la tecnica del fraintendimento, con la quale mentre la famiglia continua a riferirsi alla trasformazione della figlia in un panda rosso, si utilizzano espressioni e similitudini per sottintendere altro: un lavoro che alla Pixar a questo giro è davvero ben riuscito e che spero magari di rivedere in futuro sempre più spesso.

Conclusioni

Red è un film che avrebbe meritato il prezzo pieno del biglietto e che sicuramente consiglio di recuperare: ha tanti punti a favore ed è un film adatto a tutte le fasce di età.
Dopo Inside Out e Soul la Pixar torna a colpire ancora una volta il difficile rapporto che intercorre tra noi esseri umani e le nostre emozioni: se Inside Out ci aveva insegnato che non esiste una sola e unica emozione al nostro interno, Red ci insegna che siamo padroni delle nostre emozioni e che non bisogna trattenerle, bisogna sempre essere sé stessi, perché il primo passo per essere accettati è sempre lo stesso: accettarsi.

Testo di Francesco Maruzzella 

Foto da Instagram @pixarturningred

Autore MyWhere

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