Giornata Mondiale della Filosofia

Giornata Mondiale della Filosofia

MONDO – In occasione della Giornata Mondiale della Filosofia, parliamo del suo significato e di come oggi venga vista diversamente dal passato.

Filosofia, in greco philosophía significa letteralmente phileîn, ovvero”amare” e sophía, ovvero “sapienza” o “saggezza”, quindi “amore per la sapienza“. La filosofia è lo studio sistematizzato di questioni generali e fondamentali, come quelle sull’esistenza, il senso della vita, la ragione, la conoscenza, i valori, la mente e il linguaggio. Come intrinseco nel nome stesso, la filosofia è l’amore per la sapienza (intesa come conoscenza) e la ricerca.

Se la filosofia è amore per la sapienza, ciò porta che filosofo sia l’amante del sapere.

Quindi tutti gli studiosi sono filosofi?

Ora non è più così, ma ai tempi dell’Antica Grecia, quando la filosofia è nata, il sapere era unico e non diversificato in varie branche com’è oggi: filosofia e scienze si identificavano.

Non esisteva una distinzione tra un fisico o un biologo ed un filosofo. Aristotele, ad esempio, era un naturalista e in quanto tale indagatore della Natura e quindi filosofo, amante del sapere. Andassimandro, convenzionalmente identificato come il primo proto-scienziato della storia, è considerato uno dei primi filosofi.

La filosofia più antica era infatti innanzitutto indagine razionale della Natura e una ricerca della verità e dell’arché, del principio del Cosmo e della Natura tutta.

Immagine scaricata da Pexels

Quesa ha in se due componenti, una teoretica e una pratica:

  • La filosofia teoretica si occupa degli aspetti più astratti della ricerca, ragionando sulla realtà da un punto di vista più generale. Aspira, attraverso il ragionamento, a raggiungere la verità.
  • La filosofia pratica invece si occupa di qualcosa di più concreto, come l’etica e la morale, come cosa significhi agire in modo giusto o sbagliato.

Se, ad esempio, la filosofia teoretica si occupa di definire cosa sia il bene, la filosofia pratica ci guida ad agire nel nome di questo bene, dando regole di comportamento sia individuale sia collettivo e sociale. Tutta la filosofia politica che si occupa di definire cosa sia buon governo è parte della filosofia pratica.

L’identificazione del filosofo come amante del sapere a trecentosessanta gradi, quindi della Filosofia come Scienza tra le scienze, perdura fino alla nascita delle scienze moderne e del metodo scientifico. Con la Rivoluzione Scientifica nel XV secolo, Fisica, Biologia, Chimica, Astronomia, Matematica iniziano ad avere vita propria indipendente dalla Filosofia, con un proprio metodo ed un campo di indagine specifico.

Oggi infatti non identifichiamo più un fisico come un filosofo, o un chimico come un filosofo. Possono esserci fisici filosofi o biologi filosofi, ma il filosofo è per lo più una figura a sé.

Perché?

Questione di metodo e di campo d’indagine.

Uno scienziato si serve del metodo scientifico che si basa sì sulla ragione ma accompagnata della ricerca empirica. Il filosofo invece fa esclusivamente uso della ragione e tramite la ragione cerca di spiegare e dare un senso alla realtà.

Immagine scattata da Roberta Canfora – Castello di Limatola

L’oggetto di indagine filosofica non si identifica con alcun oggetto particolare che è possibile verificare empiricamente e sperimentalmente. E’ la realtà nella sua totalità. E’ l’essere indagato attraverso la pura ragione e pensiero logico.

La filosofia inoltre si afferma progressivamente con il progredire della Storia come un sapere che va oltre le scienze, ponendosi al di là delle ricerche particolari di un determinato ramo delle scienze.

Se la filosofia non è di alcuna utilità pratica, perché filosofare?

Avere utilità pratica significa produrre qualcosa che dia un apporto concreto alla vita di tutti i giorni. Far filosofia non ci permette di curare malattie o di costruire palazzi. Filosofare non ci permette nemmeno di essere capaci a far bollire l’acqua per la pasta. In questo senso la filosofia non ha un’utilità pratica.

Non ha utilità pratica ma ha la bellezza di tutte le cose inutili

(Warburton, Il primo libro di filosofia, 1992).

Ha la stessa utilità di leggere un buon libro, di godersi una passeggiata in montagna. Di per sé sono attività che dal punto di vista pratico non hanno alcuna utilità, non producono, non creano nulla, ma ci permettono di prenderci cura di cose senza le quali la nostra vita sarebbe più povera, infelice.

Immagine scattata da Roberta Canfora – Gallerie d’Italia, Napoli

Si è visto come filosofare significa fare ricerca per ampliare la nostra conoscenza e soddisfare la nostra sete di sapere. C’è dunque la bellezza di interrogarsi costantemente sulla realtà, cercare risposte, mantenere la nostra mente attiva, coltivare il nostro pensiero critico.

Secondo lo scienziato Stephen Hawking, la filosofia è morta. Altri sono più caritatevoli e si limitano ad affermare che è moribonda, o che è gravemente malata. Ad esempio, il neurofisiologo Wolf Singer si dice interessato alla filosofia per due ragioni: anzitutto perché “il progresso in neurobiologia fornirà alcune risposte alle domande classiche della filosofia” e, in secondo luogo, perché “il progresso nelle neuroscienze solleva un gran numero di nuovi problemi etici e questi devono essere affrontati non solo da neurobiologi, ma anche da rappresentanti delle scienze umane”.

In altre parole, Singer è interessato alla filosofia intesa come disciplina che le neuroscienze mirano potenzialmente a rimpiazzare. In fondo, però, invita i filosofi a non temere questo scenario, dal momento che le scienze avranno comunque bisogno di un comitato etico formato “anche” da rappresentanti delle scienze umane – oltre che da neurobiologi.

La filosofia è al contempo la più ambiziosa e la più umile delle attività: ambiziosa in quanto aspira a parlare di tutto, e umile perché philosophia è amore per la saggezza, e non una sapienza in grado di conoscere tutte le cose in profondità.

Essa deve studiare tutti questi oggetti senza ridurli a un tipo privilegiato di oggetti che spiegherebbe gli altri. Deve necessariamente parlare di entrambi gli oggetti, naturali e artificiali. Il filosofo polacco Kazimierz Twardowski afferma che il suo posto non è una delle sedie dei comitati etici evocati da Wolf Singer. Il suo ruolo non è quello di coordinare un lavoro “interdisciplinare” – un modo diverso per dire della totale compiacenza da parte della filosofia nei confronti delle scoperte delle scienze naturali.

Immagine scattata da Roberta Canfora – Chiesa sconsacrata, piazza Municipio, Napoli

Infine, alla domanda “perchè filosofare” non c’è una vera risposta, una risposta che valga per tutti. Fare della Filosofia ha un significato diverso per ogni situazione, in quanto prende il significato di provare piacere nel formulare pensieri e ragionamenti su qualsiasi tipo di argomento.

 

testo di Roberta Canfora 

Autore MyWhere

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