Intervista a Loretta Grace: una delle più belle voci del Rithm’ n’ Blues
Il musical “The Blues Legend” firmato da Chiara Noschese e con la colonna musicale di un’epoca, perché le canzoni, i ritmi, non solo Blues, inseriti nel musical, sono state il pilastro sonoro di più generazioni, ma a dispetto di quanto si potrebbe immaginare, il plot prende le distanza dalla trama raccontata nella pellicola ormai di culto “The Blues Brothers”. Chiara Noschese che cura la regia, ne ha di fatto riscritto il testo e sebbene riferimenti al film si sveleranno in corso d’opera, il musical è bene ribadirlo, se ne distanzia. La musica è centrale al testo essendo poi i dodici personaggi che compongono il cast, sostanzialmente alla ricerca di una parte o impegnati nel realizzare un sogno, da tempo accarezzato.
Per fare chiarezza e risolvere ogni dubbio al riguardo, mi aiuta proprio la protagonista: ho il privilegio infatti, di intervistare nientemeno che Loretta Grace, in anticipo sulle date che la vedranno calcare le scene di Sala Cagli, a Bologna il 5 e il 6 dicembre.
Loretta ha interpretato diversi musical di successo, rivestendo ruoli magistralmente, grazie a una timbrica black molto potente – come da tradizione- ma di grande bellezza al contempo (per chi volesse farsene un’idea, ci sono parecchie sue interpretazioni su YouTube, anche se sentita dal vivo è ancora più esaltante!) che già erano stati di Whoopi Goldberg, scusate se è poco!, tanto per citarne uno.
D.F.: Interpreti un ruolo che per la prima volta non ha la benedizione di Whoopi Goldberg[1], raccontami come funziona l’opera per te, che ne sei parte?
L.G.: Lo spettacolo rappresenta molto la vita ordinaria, i personaggi in questo cast, sono suddivisi in due fazioni, diciamo: ci sono gli uomini e le donne. Le donne sono molto pragmatiche, molto seriose, hanno determinate aspettative, rispetto gli uomini che invece sono abbastanza “leggerini”, hanno questo sogno di voler fare musica solo per uscire da una vita ordinaria e dalla realtà. Quindi ci sarà una dissolvenza incrociata di questi incontri uomo-donna, in cui lo spettatore si può immedesimare pienamente. Il mio personaggio è un personaggio molto caratteristico: è una donna a compartimenti stagni, è proprio una persona che si è costruita da sola, si è fatta da sola e infatti quando entrerà in scena metterà tutti un po’ in riga, perché tutto il preambolo è descritto dagli uomini che vogliono fare musica, che amano il Blues, il Soul che amano questi personaggi degli anni ’60 e ’70 che li fanno sognare. Io invece sono una donna siccome pragmatica e molto severa, non ho intenzione di lasciare mio marito detto anche “Boccia” perché lui è pelato e far sì che lui segua il suo sogno ma che la lasci. Lei è una donna che per amore ha salvato il marito dai debiti, al punto che gli dirà: “guarda io ti ho salvato la vita, quindi tu adesso non puoi rovinare la mia!”
Come ben saprai il musical non è la trasposizione del film, però ci sono dei riferimenti precisi e molto chiari ai “Blues Brothers”, tant’è vero che quando ci sono questi riferimenti, il pubblico sorride molto e comunque sono riconducibili in maniera palese al film. Tutto è scandito da musiche particolarmente travolgenti e quasi in tutte le piazze dove noi lo presentiamo, otteniamo sempre una bellissima standing ovation, perché (lo spettacolo) riesce a travolgerli: ritmo, musica, noi che li incitiamo, anche quelli più composti si lasciano andare. Per noi questa è una grandissima soddisfazione perché lo spettacolo è tanto divertente, quanto faticoso perché non usciamo mai di scena.
D.F.: Molto serrato, quindi! Vedo anche una sequela di brani impegnativi!
L.G.: Infatti: “Think” di Aretha Franklin, Ray Charles, B.B. King, poi brani dal film: “Everybody needs somebody”, “Gimme Some Lovin”…
D.F.: Tu hai una voce meravigliosa e a “tutto” Black ma molto potente, senti, la domanda è scontata ma questo repertorio è proprio nelle tue corde, vero?
L.G.: Assolutamente sì: per me è assolutamente gustoso cantare queste canzoni perché rispettano un po’ quello che è il mio gusto musicale e quindi…
D.F.: Il tuo gusto sicuramente, ma anche la tua timbrica, direi.
L.G.: Sì certo, vocalità, se vuoi metterla così!, ma abbiamo anche altri componenti del nostro cast che non hanno niente da invidiare a… (ad altri cantanti) abbiamo Loredana Fadda, che come sai ha fatto “Priscilla”, “Divas”, poi abbiamo Silvia di Stefano, Floriana Monici, poi ci sono anche due allieve di Chiara Noschese, la regista di questo musical: Martina Biscetti, Cristina Benedetti che interpreterà mia sorella minore e lei ha il terrore di me perché come ti dicevo primo sono molto, molto severa: non voglio sentire parlare di musica, di svago, di niente, si deve solo lavorare! Invece per la parte maschile abbiamo Heron Borelli che lui fra l’altro è romagnolo, poi abbiamo Simone Colombari che è un bravissimo attore, di eccellenza!, io ho avuto l’onore di lavorare con lui in “Sister Act”, il musical; Fabrizio Checcacci che interpreterà mio marito con cui avevo già lavorato in “Sister Act” è stato molto piacevole ritrovarlo in un nuovo cast, abbiamo Mario Acampa, Samuele Cavallo e Lorenzo Tognocchi
D.F.: Praticamente un ritorno alle origini avendo già lavorato insieme…
L.G.: Sì, sì
D.F.: Quindi il gruppo avrà lavorato insieme, immagino, molto bene!
L.G.: Sì, c’è molta armonia fra di noi, il divertimento di condividere ovviamente ogni sera, su una piazza diversa lo spettacolo!
D.F.: Ci solo allora tutte le premesse, per uno spettacolo godibilissimo. Volevo fare un piccolo inciso: è vero che il pubblico si infiamma di fronte a canzoni note, ma è altrettanto vero che lo fa, se i brani che lui ama vengono presentati come so che voi avete fatto: egregiamente. Non basta proporre una canzone nota perché tutti si alzino in piedi!
Che altro aggiungere? Io ci sarò. Fatelo anche voi!
[1] In realtà Loretta Grace ha già interpretato i due musical “Sister Act” e “Cinquanta sfumature di grigio”, rivestendo gli stessi ruoli che già erano stati di W. Goldberg
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