L’Albatro: Simona Lo Iacono racconta Giuseppe Tomasi da Lampedusa

L’Albatro: Simona Lo Iacono racconta Giuseppe Tomasi da Lampedusa

PALERMO – Simona Lo Iacono tratteggia con eleganza, il ritratto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, una delle figure più importanti e complesse della letteratura italiana nonché autore del celeberrimo Il Gattopardo.

Giuseppe Tomasi, duca di Palma e principe di Lampedusa, autore del celeberrimo Il Gattopardo, nacque a Palermo nel 1896 e morì a Roma nel 1957. Una breve incurabile malattia lo portò via insieme alla sua amarezza per il rifiuto degli editori di dare alle stampe il suo romanzo a lungo meditato, scritto di getto tra il 1955 e il 1956 ma pubblicato soltanto dopo la sua morte. Proprio alla figura dell’autore de Il Gattopardo è ispirato il romanzo L’albatro di Simona Lo Iacono, brillante e raffinato intreccio di realtà e fantasia.

Ricostruite rigorosamente le vicende della vita del principe, la scrittrice ne rende partecipi i lettori sviluppandone il racconto su due piani narrativi alternati e arricchiti in ogni capitolo con l’invenzione di riflessioni e dialoghi. Ritratto nel suo ultimo mese di vita il principe Tomasi di Lampedusa stempera lo sconforto, la tristezza e i rimpianti scrivendo del suo tempo felice. L’infanzia è la “stagione della vita talmente prossima all’infinito da somigliare alla morte” per via del mistero che si nasconde tanto nell’una quanto nell’altra visto che i bambini come i morenti non sanno cosa li attende. Subito fa capolino Antonno lo speciale e misterioso piccolo amico “tutto al contrario” compagno di tante scorribande seguito via via dagli altri protagonisti del tempo felice del principe, i genitori, gli zii, i cugini, don Nofrio, donna Carmela, donna Palidda, gli attori girovaghi immancabili comparse delle vacanze estive dei principi. Ogni anno i principi Tomasi di Lampedusa lasciavano Palermo per sfuggire al gran caldo e andare in villeggiatura a Santa Margherita Belice con un viaggio di dodici ore in treno e poi in carrozza preceduto da un mese di preparativi. Non si trattava infatti di fare semplicemente i bagagli ma di organizzare un vero e proprio trasloco coronato immancabilmente dall’accoglienza festante di paesani e autorità.

Quella di Antonno di cui sarà rivelata l’identità, è una figura centrale del romanzo che segue come un’ ombra il principe bambino per tenere fede alla promessa scaturita dall’ascolto della poesia L’albatro di Charles Baudelaire. Lui sarebbe stato per il principuzzu come l’albatro per il capitano della nave che, come un cane fedele al guinzaglio delle navi, continua a volare seguendole senza mai abbandonare il loro capitano, nemmeno nella disgrazia. Non si tratta di un romanzo sull’infanzia di Giuseppe Tomasi di Lampedusa perché il suo ricordo si interrompe puntualmente per tornare all’angoscia della malattia e  dei vissuti penosi, come la perdita del palazzo di famiglia vero e proprio “mondo interiore” distrutto durante la seconda guerra mondiale e poi saccheggiato, per poi riprendere là dove era stato lasciato. Complici la scrittura elegante e la narrazione scorrevole il libro si legge e si rilegge per coglierne tutte le sfumature, per viaggiare in un mondo che non esiste più riflettendo sul mistero della vita e sul suo significato.

INFO SUL LIBRO

“L’albatro”
di Simona Lo Iacono
Neri Pozza Editore 2019
220 pagine

 

Testo di Cecilia Mariotti

Redazione

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