Mangiare a Bologna: cucina tradizionale o cucina Nikkei?

Mangiare a Bologna: cucina tradizionale o cucina Nikkei?

BOLOGNA – Cucina tradizionale o Nikkei? Con l’aumento dei turisti in città aumenta anche l’offerta gastronomica che spesso si tinge di esotico. In questo articolo vi pongo di fronte ad un piacevole bivio. Quali sono i ristoranti che più inneggiano alla tradizione bolognese? E quali sono invece quelli che propongono un nuovo tipo di gastronomia? Scopriamolo insieme.

Bologna ha sempre attratto i turisti e in questo ultimo decennio, anche grazie al potenziamento dell’aeroporto che ha consentito l’arrivo di un maggior numero di voli internazionali, il turismo è addirittura aumentato. Di pari passo anche l’offerta turistica si è adeguata. È aumentato ad esempio il numero dei locali dove mangiare a Bologna, con cucina o senza, locali che propongono ai turisti differenti tipologie di pietanze o taglieri composti da specialità gastronomiche bolognesi (insaccati, formaggi, vini locali). Aggiungiamo anche le rinomate gelaterie di Bologna. Dall’incremento degli esercizi legati alla gastronomia hanno beneficiato anche i cittadini, oggi più propensi a frequentarli in pausa pranzo, a cena o all’apericena con gli amici.

MANGIARE A BOLOGNA: IL PAPPAGALLO, LA MEMORIA STORICA DELLA CULTURA CULINARIA BOLOGNESE

mangiare a Bologna

Il locale che rispecchia la tradizione della cucina petroniana è il ristorante Pappagallo (piazza della Mercanzia 32) che amo definire la memoria storica della cultura culinaria bolognese. Fu inaugurato nel 1919 ed è certamente il più vecchio e rinomato baluardo della cucina classica di ieri e di quella di oggi. È una pietra miliare. Gli unici elementi interno al locale che vengono costantemente aggiornati ma mai sostituiti sono i quadri. Cosa raffigurano? Contengono le fotografie degli “amici” illustri, amici di ieri, amici di oggi che, soddisfatti della cucina del Pappagallo, accettano con piacere che la propria immagine con dedica faccia parte dell’arredamento.

Bologna: i piatti tradizionali de Il Pappagallo

C’è un altro locale che propone lo stesso stile gastronomico (stessa gestione). Si trova nell’attigua e collegata Torre Alberici, dove è stata restaurata la più antica bottega della città (1273) ora adibita a ristorante. Qui, il servizio è più flessibile, i piatti proposti sono all’avanguardia e la clientela è nettamente più giovane. Stesso discorso per i prezzi, più calibrati ed è previsto il servizio d’asporto dei piatti del menù. Inoltre vi è la possibilità di acquistare in bottega formaggi e insaccati.

Torre Alberici a Bologna

MANGIARE A BOLOGNA: LA CUCINA NIKKEI E I RISTORANTI TAMAKINHO

A poche centinaia di metri dal Pappagallo, in via Farini 13, si trova Palazzo Zambeccari. Alcuni locali (con ingresso sotto al portico 13/a) furono concepiti per ospitare una chiesa, vale a dire il Convento dei Monaci Camaldolesi dei SS. Cosma e Damiano, la cui origine è precedente il 1200. I lavori non furono però mai completati e recentemente questi locali sono stati dati in affitto alla catena di ristoranti Tamakinho, la cui caratteristica è quella di promuovere piatti riconducibili alla cucina brasiliana, giapponese e Nikkei.

Non conoscete la cucina Nikkei? Beh, sappiate che si è sviluppata in Perù e Brasile a partire dalla fine dell’800 e si è consolidata nel ‘900 con la successiva migrazione di due milioni di giapponesi in Brasile. In pratica i giapponesi, non trovando nel Sud America gli ingredienti tipici della cucina nipponica, decidono di sostituirli con altri ingredienti locali. Ed è proprio da questo connubio che nasce la cucina Nikkei, giapponese in quanto a tecniche di preparazione dei cibi ma peruviana e brasiliana (fusion e innovativa) per la scelta delle materie prime locali.

 

Definirei la cucina Nikkei in un solo modo: esperienziale. Perché mangiare Nikkei è un’esperienza da provare. È un’esperienza prendere parte ad un pranzo a 3 stelle dove resti allibito dalla maestria del cuoco nell’abbinare materie prime autoctone a km 0.

Nella cucina Nikkei i piatti rappresentano l’incontro di due culture che distano tra loro chilometri. 17000 per essere precisi, a cui noi italiani dobbiamo aggiungere altri 9000 km, tanto distiamo dal Brasile.

Qui a Bologna la cucina nippo-brasiliana Nikkei sta riscuotendo un grande successo. È stata accolta favorevolmente dalla critica e dai cittadini stessi, che non disegnano conoscere nuove culture gastronomiche.

COSA MANGIARE A BOLOGNA: IL MENU’ DEL TAMAKINHO

cosa mangiare a bologna

Il menù del Tamakinho comprende piatti di carne, di pesce (nel 70% dei casi crudo e nel restante cotto) e piatti vegetariani.

Ecco le specialità:

8 Petiscos: cucina nippo-brasiliana (tappas e empanadas di cui 3 di cucina Nikkei) baccalà, mazzancolle, salmone e capesante.

3 Piatti brasiliani di carne bio. Picanhabio e pollo.

2 Ceviches (cucina Nikkei di pesce marinato) ombrina, salmone, gambero e polpo.

4 piatti Nikkei Pokes (cucina Nikkei) cubetti di pesce crudo, gambero, cappesante e vegetariani.

4 differenti Tartaras (pesce crudo) tonno, ricciola e salmone

22 Temakis §Rol. (Cucina Brasiliana- Giapponese) vegetariana,formaggi, pesce, salmone, mazzancolle, tonno, ricciola, trotasalmonata, gambero, e uova di pesci volanti.

Il cibo viene servito in un cono edibile (alga grigliata) che si può degustare anche in maniera informale tenendolo in mano.

10 Sobremesas (Dolci e Gelati).

Il menu completo con tanto di prezzi è disponibile cliccando qui

La successione dei piatti non è tradizionale (antipasto, primo e secondo): il cliente è libero di iniziare dal piatto che più lo attrae.

Tutte le portate dei ristoranti Tamakinho sono piatti unici (creati dai loro chef), non  si trovano uguali in nessun altro ristorante che propone la   cucina sudamericana o la cucina Nikkei.

Tamakinho

Lamberto Selleri

2 Responses to "Mangiare a Bologna: cucina tradizionale o cucina Nikkei?"

  1. Maria Elena   22 Luglio 2020 at 09:53

    Viene l’acquolina in bocca al solo leggere questo articolo. Il nostro palato trova sempre spazio per le meraviglie tradizionali di Bologna, ma sicuramente un assaggio dato con curiosità a delle proposte più esotiche è necessario. Un giretto da Temakinho è senza dubbio bel modo per ricominciare nella bellissima cornice di Palazzo Zambeccari. Grazie Lamberto per i tuoi preziosi e accurati consigli!

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  2. valeria   23 Luglio 2020 at 22:17

    Grazie Lamberto per averci messo di fronte al quesito: tradizione o innovazione?
    La purezza del km 0 (pur aggiornata) o l’ibrido (la cucina Nikei) che troviamo “parcheggiata”ovunque nel mondo? Probabilmente scegliamo entrambi. La seconda (ristorante Tamakinho) per la curiosità vedendo un nuovo locale ( in una cornice fantastica) per trascorrere con amici una serata insolita, la prima ( Ristorante Pappagallo) perché, in pieno centro storico, ci “coccola” da sempre, senza menu con prodotti congela, ottimi certamente per gusto e per qualità ma che viaggiano nel mondo.
    A me piacciono gli abbracci, le coccole, le carezze date al palato dai gusti che conosco, tra sorrisi di ritratti firmati e tra i profumi che mi fanno sentire a casa.
    A proposito di casa, Bologna non ha solo la sua ottima cucina (su cui tanto si é puntato per attirare i turisti) ma offre ai visitatori veramente molto: mostre, musei, chiese, un’ Università tra le più antiche del mondo. All’ombra dei suoi portici e delle sue torri si respira una cultura antica, ben inserita nella contemporaneità di molteplici nuovi eventi culturali, perché la storia ha radici nel passato ma continua sempre nel presente, proprio come la storia gastronomica del Pappagallo!

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